Tantidenari

Due soltanto di quest' antica famiglia ci sono noti per le storie. Uno è Guido che tenne il consolato nel 1188, 1197, 1209. Inviato nel 1203 a Reggio, a Cremona, a Parma per aiuto contro i Modenesi, i quali avevano occupato terre al di qua del confine; ebbe invece promessa di mediazione, che condusse ad un arbitrato accettato pel comune di Bologna da Guido e da un Carbonesi, procuratori. Andò nel 1217, con due altri oratori bolognesi, alla dieta di Mosio sul Mantovano, a rinnovare per venticinque anni l' antica lega di Costanza(1). Fu amico del re Enzo, come questi dichiarò nel suo testamento legandogli 25 lire(2).

L' altro dei Tantidenari è Jacopo, il quale, combattendo nel 1237 insieme co' Milanesi contro Federigo II, rimase prigione (3).

La casa loro torrita in strada maggiore (n. 237) passò poi ai Gozzadini, come notò l' Indicatore. Il troncone attuale, alto met. 18,50, di poco sopravanza il tetto della casa; è largo met. 7,47, con muri grossi met. 1,52 a pianterreno, e met. 1,21 in cima. Il cortile attiguo è di antica costruzione, con archi originalmente svariatissimi tanto per la loro corda, quanto per essere promiscuamente ogivali e semicircolari.

I Tantidenari avevan altre case con tubata e con torre nella parocchia de' ss. Simone e Giuda (quindi in via Valdaposa o nelle vicinanze), presso la via da tre lati e presso i Bandini, delle quali fu promessa la vendita il 7 luglio 1270 ad Ugolino Ubaldini, da Enrichetto Tantidenari, anche in nome di Bartolommea sua moglie e di Tommasino e Guido loro figli, obbligandosi il venditore a far sì che la moglie e i figli facessero una carta speciale di vendita al compratore tre giorni dopo il suo ritorno dall'ambasciata di Ravenna. E le storie ci narrano che appunto allora il pretore di Bologna, accompagnato da alcuni savii, trattava in Ravenna una lega per far fronte ai Veneziani (4). Il prezzo della vendita suddetta doveva essere stabilito e pronunciato dall' arbitro Benvenuto, rettore della chiesa de' ss. Simone e Giuda (5).

Se non che è a credere che questo contratto non avesse poi effetto, poichè nel mese di Novembre dello stesso anno lo stesso Enrichetto del già Prendiparte Tantidenari vendette una casa e la suddetta torre in parrochia de' ss. Simone e Giuda, confinante col Bandini e con tre strade, al proprio parente Claudino di Tommasino Tantidenari, sì che la torre non passò ad altra famiglia (6).

Anche la torre in parte sussistente in via Tosapecore, presso il Mercato di mezzo, era anticamente de' Tantidenari e fu data in feudo insieme con le case attigue ai Lambertini nel 1237, dall' Enrichetto Tantidenari sopramenzionato e da Guido suo fratello; i quali, cinque anni appresso, svincolarono i sopraddetti edificii, ricevendone in cambio alcune terre dai Lambertini. — Vedasi Lambertini.

(1) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 110. Savioli, Ann. v. 5, pag. 38.

(2) Item Nobili viro Guidoni Tantidenari amico nostro iure legati relinquimus vigintiquinque libr. bon. (Savioli, Ann. v. 6, pag.45).

(3) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 184.

(4) Savioli, Ann. v. 5, pag. 430.

(5) Docum. n. 54.

(6) Docum. n. 61.