X Secolo

902

(SS) Gli Ungari causano la completa distruzione della rotonda stefaniana del vescovo Petronio.

905

(SB) Berengario I (re d'Italia) fa ampie donazioni a Bologna. (Libertà di navigazione dal Reno al Po, la selva di Pescarola, un porto sul Reno). Tutto ciò probabilmente per avere l'appoggio del vescovo Pietro di Bologna.

(IP) Diploma di Berengario I, marchese del Friuli, che concede privilegi di carattere economico finanziario al vescovo e quindi alla città. Potrebbe avere legato il nome alla Guaita Marchionis.

(HE) Privilegio di Berengario I al vescovo di Bologna, mentre re Ugo prende sotto la propria protezione persone provenienti dalla montagna romagnola. Il confine tra regno italico e Esarcato viene meno.

(16) Il luogo concesso nel diploma di Berengario I è detto ubi fuit catabulum navium.

(TO) Il vescovo di Cremona ottiene di potere fortificare gli edifici religiosi.

907

(43) Il figlio del duca Giovanni, Rodoaldo, è nominato con il titolo ducale come possessore di terre nei pressi di Bologna.

(HE) In una descrizione di confini si cita ... de iura quondam Rodaldi duci riferendosi probabilmente al Rodaldo figlio del duca Giovanni.

(HE) Berengario I sosta a Bologna (22 aprile).

908

(43) Il conte Rodolfo di Modena (forse successore del conte Auteramno) compare come proprietario di vari fondi nel Saltospano, dova ha anche una residenza.

912

(AP) Diploma di Berengario I che permette a Risinda, Badessa del Monastero Pavese di S.Maria Teodata di costruire castelli con sistemi di difesa. Esempio di permesso rilasciato a chi non era ne' re ne' imperatore, cosa diffusa soprattutto dopo l'invasione degli Ungari.

(W6) Nasce Albucasi medico.

914

(SB) Viene eletto papa con il nome di Giovanni X il vescovo di Bologna Giovanni, un chierico che si era fatto strada impossessandosi con la violenza ancora prima di essere vescovo della sede arcivescovile di Ravenna. Si diceva che fosse diventato papa grazie a Teodora, potente e intrigante e forse anche sua amante. Malgrado ciò Giovanni X fu considerato un buon papa.

916

(HE) Berengario I sosta a Bologna.

917

(43) Il conte Rodolfo di Modena (forse successore del conte Auteramno) compare come proprietario di vari fondi nel Saltospano, dova ha anche una residenza.

918

(HE) Berengario I sosta a Bologna (4 settembre).

(SG) Il regno cristiano delle Asturie si ingrandisce alla regione del Leòn, pone la sua capitale a Leòn e cambia il nome in "regno di Leòn".

922

(SB) Prima documentazione di un conte a Bologna. Da quanto ci è dato sapere, il contado sfugge al controllo del conte bolognese, in quanto l'abbazia di Nonantola possiede a ovest territori tra Panaro e Samoggia, a sud il comitato di Pistoia arriva fino a Riola di Vergato, a est il comitato di Imola possiede terre fino al Sillaro, mentre i marchesi di Toscana hanno grande giurisdizione nelle vallate del Savena e dell'Idice.

(43) Forse Angelberto, ha ricevuto la carica comitale da Berengario I, ma in effetti si sa solo che possiede una casa in Bologna, casa che viene concessa in livello. E' supposta ma tutt'altro che certa la presenza di un conte Didone prima di Angelberto. Di Didone si sa che controllò Modena, Ravenna e Ferrara, ma nulla si sa di Bologna.

(HE) Berengario I sosta a Bologna (1 dicembre).

(HE) Il 1 dicembre è documentato un Angelbertus comes, probabilmente preposto alla guida di Bologna.

(W1) Prima documentazione di un conte a Bologna.

926

(AP) Ugo di Provenza, re d'Italia, è vittima di una congiura organizzata dai feudatari italiani.

928

(SB) Muore papa Giovanni X.

(11) ? Forse quest'anno (ma la data è controversa) è emesso un documento in cui si dice, tra l'altro, oltre alla donazione a S.Giustina di Padova di beni posti in comitati diversi, che vengono donati anche nel comitato bolognese ... alia fundora sociorum, Piscianus, Marianus, Gabianus, Julianus..., item fundo in alio loco sociorum, alio fundo Micauri, quod est sub ripa de Barbiano et Gabiano inter Clodia et Strata. Il documento potrebbe essere del 655-56, o del 673, o del 754-55, o del 793, o del 928. Non c'è certezza sulla autentcità del documento.

930

(S7) Nasce Gerberto di Aurillac (che diventerà papa Silvestro II e sarà l'ultimo esponente della rinascita carolingia).

933

(43) Viene menzionato il pago Persiceta in una concessione livellaria fatta da Gotefredo, vescovo di Modena a due coniugi di tale pago.

935

(TO) Il centro religioso di Parma risulta essere già fortificato.

936

(IP) Un documento non autentico riporta Bonifacio, cognato di re Rodolfo II, come conte di Bologna. Bonifacio era della casa di Spoleto.

(43) Bonifacio compare in uno scambio di terre con l'abate di Nonantola, cedendogli vari fondi nel persicetano. Viene nominato il padre di Bonifacio, Ubaldo. Forse Bonifacio è anche conte di Modena.

(HE) Donazione di Bonifacio all'abbazia di Nonantola. Bonifacio è figlio di Ubaldo e Rodolfo II gli ha dato la sorella Waldrada come sposa.

937

(C1) S.Antimo di Chiusi è abbazia regia e come tale viene dato in dote ad Adelaide, sposa di Lotario, dai re Ugo e Lotario.

940

(43) Un teste di Monte Velio si definisce Omo romano.

942

(HE) Ugo e Lotario sono a Bologna il 4 aprile.

946

(43) In una donazione di Aimerico e della moglie Franca alla chiesa bolognese vengono cedute moltissime terre e viene menzionato il pago Persiscita. Il documento però è probabilmente falso.

(C1) Dalmantiaticum è località ricordata nel pievanato di S.Vincenzo.

948

(AF) Viene ricordata la chiesa di S.Andrea dei Piatesi nella civitas antiqua rupta.

950

(TO) Il nucleo religioso di Padova risulta essere incastellato.

951

(AP) Ottone I è in Italia per sistemare i rapporti tra impero e feudo.

(SG) Gotescalco, vescovo di Le Puy (Francia) è il primo pellegrino storicamente documentato che si reca a S.Giacomo di Compostella.

952

(HE) Berengario II e Adalberto regnano (nominalmente) nell'Esarcato. L'arcivescovo Pietro compare nella dieta di Augusta e durante il viaggio a Roma per l'incoronazione dell'imperatore chiede ad Ottone I un privilegio di immunità, fino ad ora rilasciati a Ravenna solo dal papa.

953

(W1) Bonifacio è conte di Bologna fino a quest'anno. Egli è figlio di Ubaldo, di origine franca e giunto in Italia al seguito di Guido da Spoleto. Bonifacio ha per moglie la sorella del re di Borgogna ed è stato creato marchese di Spoleto e Camerino.

955

(HE) Forse Adalberto (Ma non ci sono documenti) vescovo di Bologna, partecipa al sinodo di Ravenna.

958

(71) Berengario II e Adalberto confermano a Leno la corte di Panzano cum ecclesia sancti Sebastiani.

(C1) Berengario II e Adalberto concedeono a Leno '... Capriana, Ariola, Limite, Tosteto, Riparia con il porto di Cardeto e la pescheria; Mortitio, Luciario, Panciano con la chiesa di S.Sebastiano e con la pescheria di Cenoso, Ducentola, Vellerano, Gussiago e la metà della pescheria di Cellonisco ...' (Schiaparelli, 'I diplomi di Berengario II e di Adalberto'). Leno è nel Bresciano.

959

(HE) Adalberto e Berengario II sono a Bologna il 18 luglio.

(HE) E' la prima volta che viene documentato il vescovo Adalberto.

(A3) Un documento ricorda la chiesa di S.Giovanni in monte Oliveto.

(HE) Nonantola appartiene al vescovo di Modena (era in passato stata donata dal re Ugo all'arcivescovo di Milano).

961

(AP) Berengario, re d'Italia, è assassinato a causa di intrighi organizzati dai grandi feudatari.

(AP) Seconda visita di Ottone I per ristabilire l'autorità imperiale.

962

(SB) Ottone I rinnova al papa le promesse fatte da Pipino e da Carlo Magno

(43) documento che attesta l'esistenza della pieve di S.Maria di Zena.

(43) Bonifacio, probabile conte di Bologna, viene ricordato come già possessore di terre in Saltospano, nel modenese, ferrarese e bolognese.

(43) Una corte regia non bene identificata nel Saltospano è detta essere nel comitato modenese.

(HE) Il diploma di Ottone I parla di un podere in loco Saltospano (antica contrada presso Galliera) in comitato Modonense in plebe S.Vincentii territorio Bonon. et Ferrar. .

(C1) Ottone I concede al prete Erolfo la corte di Antoniano, S.Salvatore nel Salto Piano e il ripatico di Galliera.

(HE) Viene citata la dogana fluviale di Galliera.

(W8) Sono documentati pieve e castello di Zena. La pieve era sull'attuale Monte delle Formiche, mentre il castello era ai piedi dello stesso.

964

(C1) Il papa Leone VIII dona al monastero di S.Maria in Aula Regia molti beni tra cui: la chiesa e pieve di S.Maria in Roncese con il fondo Roncese ed il fondo Calanco, e con le valli che si trovano nel Salto Piano; tutte le proprietà che la nobilissima Leucia donò al monastero e che si trovano sempre nel Salto Piano; i fondi Cerdaniola maggiore e minore, Liciato, Villa Nova, Gilsianitico, Feliciano, Giuveratico, ed altri fondi e luoghi posti nella pieve di S.Martino in Roncese e nella pieve di S.Vincenzo. S.Maria in Aula Regia è presso Comacchio. S.Vincenzo è ora parrocchia in S.Pietro in Casale e S.Martino in Roncese è probabilmente S.Martino nel comune di Ferrara.

967

(SB) Ottone I restituisce a Roma Ravenna, Comacchio e Ferrara (mentre aveva promesso tutto l'esarcato). Di fatto però, essendosi egli trasferito a Ravenna, il potere era gestito dall'imperatore che si era riservato comunque i diritti sul gettito fiscale e sul governo militare. Nel frattempo Bologna non appare dipendere granchè dai vescovi di Ravenna.

(S7) Gerberto da Aurillac si reca in Spagna per studiare i testi matematici arabi. Vengono effettuate ora le prime traduzioni dall'arabo al latino.

(HE) Ottone I restituisce al papa Giovanni XIII quanto promesso ma si comporta da padrone in romagna.

968

(HE) L'arcivescovo Pietro (che gode della fiducia dell'imperatore) presiede il sinodo di Ravenna per l'elevazione di Magdeburgo a sede arcivescovile.

969

(AP) Ottone I conferma e rafforza i privilegi dei canonici bolognesi.

(AB) 30 giugno alla presenza di Ottone I (il grande) viene risolta la contesa per i confini tra Bologna e Modena per le rispettive diocesi (v. 801). I testimoni di parte modenese sono detti semelanenses (di Semelano) e quelli di Bologna sono detti petilianenses (di Pitigliano). I testimoni si dichiarano pronti a deporre solo per i confini tra Bologna e Modena, ma non tra Semelano e Pitigliano. Sembra di potere interpretare che le testimonianze valgono solo per i confini civili. Per quelli ecclesiastici non si pronunciano non avendo notizie certe. I testimoni sono d'accordo per i confini dal Corno alle Scale a Sassomolare. Da Sassomolare i Petilianenses affermano che il confine va recto tramite a Prato Baratti (Ca' Bortolani). I Semelanenses indicano come linea confinaria: Fontana dei Longobardi, Valle Guffonaria, Aquarugiolo o Quaragiolo, Tragiarola, Capucli, Monte Parvilianense, Vitecta, Clusa. Le località non sono bene identificabili, ma pare che in questa maniera Castel d'Aiano venga inclusa nel Modenese.

(AB) Fontana Langobardorum deve essere individuata tra Canola e Canevaccia (vicino a Canevaccia era documentato un ospitale, così come vicino a Fontana Longobardorum).

(AB) Castel d'Aiano riveste notevole importanza fin d'ora per via della sua posizione dominante dal punto di vista militare. Aiano pare derivi da Ariano, Arimanno, che designa chi apparteneva all'esercito longobardo. Però più probabile è l'origine romana del nome (da un fundus allianus p.es.).

(22) Nel documento ottoniano si nomina una valle Guffonaria

(43) Nell'arbitrato ottoniano vi sono due gruppi di testimoni: uno fa passare i confini da Castel d'Aiano, poi per i torrenti Serravalle e Ghiaietta di Serravalle, poi Castelletto ed infine una località Chiusa a nord di Bazzano; l'altro porta il confine direttamente a Savigno quindi in una zona tra Ciano e Monteveglio ed infine ad una località non più esistente a ovest di Oliveto. Manca la sentenza arbitrale. L'ipotesi più credibile è però quella del primo gruppo.

(HE) Quando Ottone intrapprende la spedizione in Calabria, i canonici bolognesi gli danno truppe.

(HE) Il vescovo Adalberto, cercando di risollevare il penoso stato della propria chiesa, solleva il processo presieduto da Ottone I per la definizione dei confini delle diocesi di Modena e Bologna.

(BS) Viene dosumentata una fortificazione a Sassomolare.

970

(S7) Gerberto da Aurillac rientra in Italia.

(43) Terre in S.Martino in Argine vengono cedute all'arcivescovo Pietro di Ravenna dall'abate di un monastero ravennate.

(91) Cavalli (citato nelle carte a volte come turris, a volte come castrum) viene dato in permuta all'arcivescovo di Ravenna dall'abate di S.Stefano iuniore. Cavalli ha una notevole importanza portuale.

(91) L'arcivescovo concede in feudo la massa dei Ronchi, tra l'Idice e la Gaiana (si parla dell'attuale Campotto e Marmorta), confinante a nord con Cavalli. I beneficiari della concessione sono Pietro e Lamberto, figli di Giovanni e nipoti di Petrone della famiglia dei duchi di Ravenna, cui appartiene anche l'arcivescovo.

(C1) Ugo, marchese di Toscana, figlio di Uberto, dona al monastero di S.Maria di Marturi (Poggibonsi): tutta la corte dominicata di Antoniano con la chiesa di S.Salvatore e la chiesa di S.Maria del Castello d'Argile; la riva del torrente Galliera e quella del torrente Concinno con il teloneo e redditi relativi; il ponte sul Lavino; la villa e l'isola di Gaibana; alcune pescherie in Vitrica, Maleto e Gradara; tutte le pescherie poste in Campolongo, in Berbuliatico, in Villa Manna (Magna), in Corniolo, in Grotario, nel campo di Vedrega, in Palazzolo, per tutto il Lavino e Rotascura; la terra di Siveratico; Torrano; la villa e la corte di Duno; il castello detto Pojolum; il castello di Vinti; la corte ed il castello di Ignano; Castelnuovo; la corte ed il castello di Galisterna. Antoniano è nella pieve di S.Vincenzo nel Salto Piano. Il torrente Concinno (o Concenno) scorre in questo tempo tra Cento e Galliera. Gaibana è in destra del ramo padano omonimo. Vitrica (e Vedrega) è Torre Verga. Maleto è Malalbergo. Campolongo al tempo si trova presso Zola Predosa. Berbuliatico al tempo esiste presso Massumatico e Corniolo nei pressi di Baricella. Siveratico è oggi S.Prospero di Poggio Renatico e Duno è S.Maria in Duno.

(C1) Permuta tra l'arcivescovo di Ravenna e l'abate di S.Stefano Iuniore: l'abate dà l'intera località ... qui vocatur li Cabali ..., la metà dell'argine detto Pogioli, su cui c'è il castello, metà della valle che si estende fino a Cavalli, due parti del colto e dell'incolto, vigne e casamenti, dominicato e colonicato che si estende da S.Maria di Cavalli fino all'argine del Poggio.

(HE) Nonantola appare quest'anno appartenente al vescovo di Parma.

(G3) E' documentato S.Martino in Argine in un documento dei Camaldolesi: in perpetuum commuto seu trado et transfero ... totum locum in integrum qui vocatur li cabali cum medietatem in integrum de argere qui vocatur pogioli ubi castrum hedificatum est ... usque ad ipso pogio qui vocatur Argele ubi ipsum castrum hedificatum est ... .

(W8) Documentato il Fundus Malito (Maleto, che diventerà Malalbergo)

(W8) Documentata Cavalli, presso l'odierna Molinella.

971

(HE) Ottone I, che ama soggiornare a Ravenna, è insediato ivi nella regia aula fatta costruire per lui.

972

(S7) ? Gerberto da Aurillac incontra a Ravenna l'imperatore Ottone II che lo nomina abate del monastero benedettino di Bobbio, forte centro culturale.

(91) L'arcivescovo di Ravenna concede in enfiteusi a Guarino, conte di Ferrara, vasti possedimenti comprendenti le attuali zone di Malalbergo, Marrara e Molinella.

(91) E' documentata la pieve di S.Cassiano (scomparsa in seguito) tra l'Idice e la Gaiana, a nord di Budrio.

(91) La massa di Ronchi, donata dall'arcivescovo ai fratelli Pietro e Lamberto dei duchi di Ravenna, confina a sud con i possedimenti della Chiesa bolognese (iura sancte Bononiensis Ecclesie).

(G3) L'arcivescovo Onesto dà in enfiteusi al conte Warino Sylvam ubi est plebs sancti Martini. Ci si riferisce a S.Martino in Argine.

(W8) Documentato il Fundus Malito.

973

(SB) Il gruppo Stefaniano è restituito a Bologna. Nel frattempo c'è una notevole ripresa economica e sociale. La restituzione di S.Stefano avviene dietro un notevole riscatto.

(43) E' documentato che il vescovo bolognese può disporre di Monteveglio.

(HE) Nel sinodo di Ravenna viene evidenziato il pessimo stato della chiesa Bolognese. Adalberto chiede al vescovo di Parma la restituzione di parte dei beni alienati da Mainberto.

(HE) L'arcivescovo di Ravenna presiede un processo nel territorio di Modena in cui comunque viene coinvolta Bologna. Tra i potenti laici intervenuti c'è Adelbertus gratia dei comes filius quondam Bonifaci.

(91) Pietro e Lamberto dei duchi di Ravenna acquistano terre poste nella pieve di S.Giovanni in Triario e in quella di S.Marino di Lovoleto.

(W1) Il gruppo stefaniano viene restituito al vescovo di Bologna da vescovo di Parma, dietro congruo indenizzo.

(W1) Dopo quest'anno compare il monaco Bononio.

974

(W8) Docuementata Viadagola.

975

(S6) Princivalle Rodaldi per primo costruisce una torre, vicino alla chiesa di S.Stefano.

(G1) E' documentata la Pieve di Petiliano (o Pitigliano), detta di Affrico. Si ritene però che esista da parecchio tempo.

(G8) Viene costruita la torre dei Rodaldi. Secondo l'Alidosi è alta 54,72 metri, mentre Bartolomeo della Pugliola la definisce "la seconda bella torre di Bologna".

976

(31) Alcuni territori vengono indicati nei documenti facendo riferimento alle pievi: ...infra territorio plebis S.Petri sito Assambla (Sambri ??) et plebis Sancti Petri in Verciunis.

978

(43) Tal Pietro de loco qui dicitur Persexita testimonia in un atto privato una permuta di terre poste nei pressi di Monteveglio.

(HE) Il vescovo di Forlì ed il fratello, conte Lamberto, cedono all'arcivescovo metà della districtio, ovvero delle entrate giurisdizionali di Ravenna e Comacchio e si impegnano al risarcimento qualora il papa o l'imperatore sollevassero eccezioni.

979

(43) Il confine della diocesi Bolognese segue in montagna il santerno, come si deduce da alcuni documenti.

(81) Vengono venduti terreni in plebe Sancte Marie pago Celeri.

(W8) Everardo, vescovo di Arezzo, vende a Mauringo da Pratobeni posti nel territorio bolognese in parte in corte Cellula, e ne viene nominato il castello.

980

(S7) Nasce Avicenna, punta di diamante della cultura medica araba. (Era di cultura e nascita persiana).

(CA) Una cartula documenta la signoria Stagnese che gravita sul Pistoiese: Tederiko, detto Teuto, figlio di Cunrado, dona la parte dei suoi beni ereditati dal defunto fratello Guniberto, detto Guido, alla chiesa di S. Zenone di Pistoia.

981

(ST) E' documentata l'abbazia di S.Bartolomeo di Musiano, destinataria di una donazione da parte dei conti Adalberto e Bertilla, e tenuta dai benedettini.

(HE) ? Il conte Adalberto e la moglie, la contessa Bertilla fanno a Panigale notevoli elargizioni al monastero di S.Bartolomeo di Musiano. La donazione è fatta in suffragio delle anime del padre e dei figli Bonifacio, Walfredo e Adalberto.

(F2) Fundo Musiliano nelle elargizioni di Adalberto e Bertilla a Musiano. I genitori di Adalberto sono la fu contessa Gualdrada ed il fu duca e marchese Ubaldo.

(W8) Documentato Lovoleto.

982

(W1) Battaglia di Punta Stilo in cui il vescovo Pietro di Vercelli viene catturato e fatto prigioniero, assieme ad altri, dal califfo d'Egitto el Aziz. Bononio ne ottiene la liberazione, assieme ad altri cristiani che avevano seguito l'imperatore Ottone II nella spedizione in Italia meridionale contro bizantini e musulmani, e per premio riceve da Pietro di Vercelli la carica di abate dell'abbazia di Lucedio.

983

(42) I benedettini cassinesi sono installati nell'abbazia di S.Stefano.

(HE) 16 luglio: placito di Ottone II a Ravenna, a cui presenzia il vescovo Adalberto.

(91) Pietro e Lamberto, della famiglia dei duchi di Ravenna, concedono a livello terreni posti forse in Lepidiano (l'attuale Budrio).

(SS) Probabilmente dopo quest'anno viene contruito il chiostro in S. Stefano.

985

(HE) (?) Un dosumento di questo periodo nomina una comunità benedettina insediata presso S.Stefano, ed un abate Vittore.

987

(43) Un documento prova che il persicetano è sottoposto al conte di Modena: un fundo loco ubi dicitur Sala appartiene al Comitatu Motinensis.

988

(11) Una massa de Barbiano è detta super civitate Bononia.

989

(SB) I Bolognesi definiscono con Modena il confine delle rispettive diocesi.

(MG) E' ricordato il primo stagnense: si tratta di Teuderico o Teuzo, figlio di Corrado, che fa una donazione alla chiesa di S.Zenone di Pistoia.

(W1) I Bolognesi definiscono con Modena il confine delle rispettive diocesi.

992

(43) Forse è di quest'anno il documento che attesta l'esistenza della pieve di S.Maria di Zena.

(SG) Istituzione del giubileo di Le Puy, che si celebra negli anni in cui il venerdì santo cade il 25 marzo, coincidendo con l'annunciazione.

994

(31) Nel territorio comitale pistoiese sono ricordate: iudiciaria de plebe S.Stephani et S.Johannis Baptiste, iudiciaria de plebe S.Pauli et S.Johannis Baptiste, iudiciaria de plebe S.Justi et S.Johannis Baptiste.

995

(11) Il monastero di Nonantola dà in efiteusi ai fratelli Gerardo e Gisolfo de Sarmeda quattro pezzi di terra e tre di vigna que reiacent in loco Sociori. Il documento dice testualmente ... Gerardus et Gisulfus Germani filii quondam Volmundi de Sarmeda ... . La descrizione dei confini cita Rodingi (... da meridie Rodingi ...). Il toponimo Sarmeda esiste ancora ed indica la costa verso oriente sulla sinistra del Samoggia che da Zappolino discende sin presso la Traversa. In questa costa vi è una casa colonica detta Ghisiola che ricorda la chiesa di S.Giovanni di Sarmeda. Sarmeda potrebbe derivare il proprio nome dai Sarmati, popolazioni che sarebbero venute in Italia assieme o guidate dai Longobardi.

997

(HE) ? Viene documentato per la prima volta Giovanni, vescovo di Bologna successore di Adalberto (sinodo di Ravenna del 1 maggio).

(C2) Muore S.Adalberto, il cui culto viene importato da Ottone III che ne porta reliquie a Roma. Il santo ha originato S.Adalberto in Pereo (monastero) e la chiesa di S.Alberto di Savena (fuori delle mura).

(HE) Viene citato un burgus accanto al castrum di Galliera.

(SG) Il santuario di S.Giacomo di Compostella viene raso al suolo durante una scorreria di Al Mansur. La tomba dell'apostolo rimane inviolata.

998

(43) Un documento porta la testimonianza di un teste di Monterenzio.

999

(HB) E' documentata la morte di messer Giovanni Gambalunga, magnifico e generoso uomo, che sarebbe stato sepolto in un sepolcro in marmo in stile romano in località Valdipietra, fuori porta Saragozza. Viene avanzato il dubbio che il Gambalunga in realtà si sia appropriato di tale sepolcro.

(43) Per la prima volta si trova Crespelano al posto di Verabulo, se si vuole eccettuare il falso del 752.

(43) Documento di Ottone III alla chiesa Ravennate, che conferma ad essa il possesso di molti comitati, l'episcopato Rhegiense etc. Non è citato il comitato o l'episcopato bolognese.

(71) Papa Silvestro II conferma a Leno i privilegi papali e regi precedenti, fra cui districtum servorum et liberorum et decimas et primitias circumquaque laborantium ad plebem di Panzano e proibisce a chiunque di esercitare districtio nella corte o di tenervi giudizio o placito senza licenza dell'abate.

(81) Vengono concessi in enfiteusi terreni siti infra plebe Sancte Marie pago Celeris, territorio Bononiensi; il documento è rogato in castro qui vocatur Variniana, plebe sancte Marie pago Celeris, territorio Bononiensi. Ciò fa pensare che sia avvenuto un passaggio dall'organizzazione pagense a quella plebana, almeno in questa zona dell'appennino.

(C1) Silvestro II papa rilascia a Leno un privilegio ... de cella et curte que vocatur Pancianum... e conferma a questa corte e cella ... disctrictum servorum et liberorum et decimas et primitias circumcaque laborantium ad plebem S.Mariae et S.Sebastiani ad ipsam cellam pertinentia.

(CA) (?) Esiste già (prima del 1000), a ridosso del Monte Vigese, il santuario di Santa Maria della Consolazione, al cui servizio sono due hospitalia.

1000

(31) Vengono donate terre in plebe Sancti Petri de Aguziano, in fundo Agutiano, in loco qui dicitur Curte Vecla.

(31) Nella charta venditionis si citano i toponimi Rotardesca, Scacirexo, loco qui dicitur Montem Aguzanese e Curadingo, la cui origine sarebbe da Warding, posto di guardia (longobardo).

(C1) ? Ottone III fonda il monsastero di S.Alberto in Pereo (Ravenna).

(SG) (?) La chiesa di San Giacomo di Compostella viene ricostruita da Alfonso V, re delle Asturie e di Leòn.