NN.97,98(10,12). Case dei Rodaldi

Case dei Rodaldi con torre, che gli storici pretendono fabbricata nel 975, nel qual caso sarebbe la prima torre conosciuta in Bologna.

Il lunedì 22 gennaio 1387 sull'ora di terza, dopo 414 anni di esistenza, precipitò a terra piegando sulle case dei figli di fra Bagarotto Bianchi in faccia all'orto dei Bolognini e cioè sulla casa ora Berti N. 96 di Strada Stefano. Danneggiò moltissimo gli stabili di Zordino Cospi posti all'altro lato della strada al N. 76, e quelli di Enrico Dal Ferro. Perirono solo tre persone.

Li 30 marzo 1389 Zordino del fu Lenzio Cospi, marito di Misina Ghisilieri, comprò da Petruccio di Stasio e da Ospizio del fu Franceschino Rodaldi, un piede di certa torre detta dei Rodaldi, che precipitò li 22 gennaio di detto anno, e con essa acquistò certi muri della torre stessa assieme al portico anteriore di detto piede, secondochè si estendeva ed arrivava il piede della medesima torre verso la strada. Il tutto era posto sotto la parrocchia di Santo Stefano, in confine della via pubblica di Santo Stefano, del compratore e di Enrico Dal Ferro, il tutto pagato L. 200. Rogito Bartolomeo Zaugli.

Si osservi che il contratto riguardò soltanto il semplice materiale, e per niente il suolo il quale fu poi comprato dalla famiglia Lombardi.

1435, 13 marzo. Gaspare Lombardi vendè a Gaspare e fratelli Lupari un casamento o terreno con muri vecchi, e una volta con torre, sotto Santo Stefano, presso i compratori, i Bianchi e strade pubbliche, per L. 125. Rogito Sigonio di Gaspare Ossi.

1436, 11 dicembre. I Difensori dell' avere diedero licenza a Gaspare Lupari di edificare nella strada Cento Vasinei (Trabisonda) il casamento vendutogli da Gaspare Lombardi, dilatandolo in larghezza, ed occupando tanto terreno in detta strada che potesse corrispondere ai capi della medesima. Rogito Andrea Castagnoli.

1449, 16 agosto. Nella divisione seguita fra Baldiserra e Marco di Venturino Lupari, Giovanni e Filippo di Gasparo del predetto Venturino, e lacopo e Marco, tutti dei Lupari, fu assegnato a lacopo il guasto dove si era cominciato a fabbricare dirimpetto alla casa antica di questa famiglia, comprese tutte le pietre che vi erano. Confinava due strade, la casa assegnata al Baldiserra (N. 98 di Strada Stefano), e le case assegnate a Marco (N. 976 della via del Luzzo, e N. 946 della via Trabisonda). Si osservi che il guasto continuava da Trabisonda ed arrivava alla via del Luzzo.

1571, 17 marzo. Marcantonio Lupari vendette a Gio. Agostino Mazini, o Masini, tutte le stanze, abitazioni ed edifìci che possedeva in Strada Stefano, presso le vie pubbliche da tre lati, presso i Lupari e gli Ercolani, per L. 8000. Rogito Marcantonio Gulfardi. In questa vendita vi fui compreso anche il N. 98, il quale li 9 settembre 1454 apparteneva a Filippo e fratelli del fu Girolamo Bolognino, e per essi venduto nel predetto giorno a Giacomo del fu Ghedino Ghedini e a Francesco suo figlio, e cioè una casa sotto Santo Stefano, in confine di Giovanni di Testa Gozzadini, di Baldassarre e Nicolò Lupari a mattina, e della via del Luzzo di sotto ossia a settentrione.

Nella succitata divisione del 1449 la casa con le botteghe, già venduta dai Lombardi ai Bolognini, e da questi alienata, come sopra, a Iacopo e Francesco de' Ghedini, poi passata ai Lupari, fu assegnata ai Valdiserra Lupari, valutandola L. 980. Confinava la via pubblica da due lati (via del Luzzo e Strada Santo Stefano), Giovanni Gozzadino e il guasto dove si era cominciato a fabbricare.

Nel 1715 il N. 97 era in parte dei Franchi, e in parte delle putte di Santa Croce, poi ultimamente tutto del dottor in leggi Giulio Antonio Franchi nipote ex patre d'altro Giulio Antonio d'Andrea, marito di Vittoria d'Ercole Fontana, cavaliere di Santo Stefano, il cui figlio Ercole Domenico sposò nel 1698 Olimpia Alessandra del conte Emilio Bianchi, romana.

Questa civile famiglia terminò in D. Alessandro, morto circa il 1800.

Il N. 98, li 10 ottobre 1622, era di Catterina del fu Giovanni Macchiavelli. vedova d'Agostino Masini, e confinava coi Pandolfi, come da rogito di Gio. Battista Rossi. Passò poi all'avv. Colonna, indi all'erede Sampieri, ed ultimamente al falegname Gio. Battista Zoboli. Nel confine di questo numero col precedente si vede la base della torre dei Rodaldi.

1537, 7 ottobre. Seguì la divisione fra Alessandro, Alfonso, Cornelio e Girolamo, fratelli Lupari, a rogito Francesco Boccadicane. Questo rogito dopo aver descritta la casa abitabile sotto Santo Stefano, in confine di vie da due lati, dei Bolognini, dei Cospi, e degli eredi di mastro Tommaso del Sapone (vedi Strada Stefano N. 75), aggiunge:

"un casamento murato, cuppato, tassellato, e in parte Balchionato, con tre stazioni, o botteghe sotto e in detto casamento incorporate comprese, con corte, pozzo, e certo guasto, ossia vacuo, o cortile nella parte posteriore di detto casamento, parimenti posto nella città di Bologna, in detta cappella di Santo Stefano, nella parte opposta della sopradetta casa (N. 75) mediante la via pubblica, in luogo detto la Cecca vecchia, nel quale vi è una torre, che come vien detto fu una volta costrutta dall' antica famiglia Rotoliorun (Rodaldi). Confina le vie pubbliche da tre lati (a mattina Trabisonda, a mezzodì Strada Santo Stefano, e a settentrione via del Luzzo), presso Matteo Lupari in parte, e in parte gli Ercolani dal lato di dietro, ecc. " (Vedi via del Luzzo N. 977 e 976).

1571, 17 marzo. Marcantonio Lupari vendette a Gio. Francesco Masini tutti i suoi edifizi posti in Strada Stefano, in confine di Strade pubbliche da tre lati, di Agostino Ercolani, dei Lupari e dei Bonasoni, per L. 8000. Rogito Marcantonio Lupari.