Bellaria (Via)

Via Bellaria

Da via Emilia Levante a via Arno.

Quartiere Savena.

Delib. podest. 3 giugno 1933

La località di Bellaria, sulle prime colline del comune di San Lazzaro di Savena, dove questa via portava (e porta tuttora, sebbene con un percorso fortemente modificato nella seconda metà del XX secolo) diede il nome alla via stessa, nome che evidentemente è legato all'aria particolarmente salubre che qui si respira, grazie proprio alla posizione collinare.

Villa Bellaria (ora Villa Furla) è una villa settecentesca che si trova in questa località.

La carte di L. Facchini e del SIT indicano che questa via partiva dalla via Emilia come al giorno d'oggi presso la località Bitone.

Proseguiva fino all'incrocio di via Calabria (che non esisteva nel XIX secolo) e, all'altezza di via Arno, nemmeno questa esistente nel XIX secolo, si biforcava. Un ramo proseguiva in direzione sud est per proseguire parallella all'attuale via Bassano del Grappa per finire in via Portazza. L'altro ramo si spostava sul tracciato dell'attuale via Brenta seguendo poi il tracciato di via Massa Carrara, dopo di che (via Massa Carrara non ha sfogo) proseguiva seguendo grosso modo il tracciato di via Genova superando il viale Sergio Cavina (anche questo non esistente nel XIX secolo) per poi attraversare il torrente Savena all'altezza del Ponte dei Cedri (qui è una ciclabile che ripete il percorso della vecchia via Bellaria). A questo punto la via si dirigeva a sud per spegnersi dove oggi passa l'attuale via Bellaria nel comune di San Lazzaro di Savena, all'altezza della confluenza di via Martiri di Pizzocalvo.

Questa via nacque dopo la deviazione del torrente Savena, avvenuta nel 1776, e probabilmente dopo il 1825, visto che nella mappa di Carlo Mayr di quell'anno non ve ne è traccia. E' viceversa documentata nella carta del 1850 del SIT, che fornisce una data ante quem certa.

Nella carta del 1850 del SIT vi sono almeno tre ville chiamate Bellaria nell'area compresa fra i due rami sopra descritti della vecchia via Bellaria, ad occidente del nuovo percorso del Torrente Savena, testimoniando che il toponimo Bellaria era associato ad un'area estesa anche nel comune di Bologna.

La delibera del 1933 non fece altro che confermare il nome già in uso.

Fonti citate in questo articolo.

Chiesa (1740): Benedetto XIV (dedicatario); Giuseppe Benedetti (inc.); Andrea Chiesa (dis.), Carta del bolognese per quanto esso si estende seguitamente dalle radici della collina sino al Modonese, Ferrarese, ed alla Romagna, 1732-1738. Stampata a Bologna nel 1740.

Chiesa (1762): Giuseppe Benedetti (inc.); Andrea Chiesa (dis.); Pietro Paolo Conti (committente); Giambattista Migliari(perito); Gaetano Rappini (inc.), Carta topografica di tutta la pianura del Bolognese cavata dalla carta da me Andrea Chiesa stampata dell'anno 1742, e in parte del Ferrarese, e del Ravegnano, desunta, rispetto alle valli di Marmorta, e di Argenta, dalla mappa giudicialmente fatta del 1739, e rispetto al restante, da dette valli fino al mare, dedotta dalla nuova carta fatta l'anno scorso 1761, d'ordine dell'e.mo sig. cardinale Pier Paolo Conti visitatore apostolico, 1762. Stampata a Cento nel 1762.

Mayr: Tommaso Arezzo (dedicatario); Tommaso Barbantini (direttore lavori); Carlo Mayr (dis.); Achille Stucchi (inc.); Stanislao Stucchi, Topografia della provincia ferrarese, della pianura bolognese e di una parte delle provincie di Romagna con l'indicazione dei lavori idraulici eseguiti dal 1767 a tutto giugno del 1825, Milano, 1825.

Facchini: Carta topografica della provincia di Bologna, seconda metà sec. XIX, disegnata e incisa da L. Facchini. Dalla Cartografia Storica Bolognese della Biblioteca Digitale dell'Archiginnasio di Bologna.

SIT: Sistemi Informativi Territoriali del Comune di Bologna.