N.3037

Stabile formato da vari stabili, fra i quali uno che nel 1572 era abitato da Carlo di Matteo Quattrina.

1571 28 Aprile. Ventura del fu Lorenzo Pedrini comprò da Antonio del fu Benedetto Righetti una casa sotto S. Cecilia presso i Pellacani per L. 1200. Rogito Marco Sabatini. (La parrocchia di S Cecilia non aveva giurisdizione nei Pellacani).

1572 18 Gennaio. Il predetto Ventura Pedrini comprò da Leonardo del fu Nane Macchiavelli una casa, ed una casetta contigua sotto S. Vitale nei Pellacani rogito Giorgio Agocchia.

1573 21 Gennaio. Giovanni Battista del fu Ventura Pedrini comprò da Rinaldo del fu Rinaldo Rinaldi, e da Elisabetta Ramponi Iugali una casa sotto S. Sigismondo nei Vinazzetti per L. 600, rogito Marco Sabadini.

Li 10 aprile 1595. I Pedrini avevano nei Pellacani una casa ed altra piccola annessavi.

L’ ultimo Pedrini alias Ventura fu Francesco dott. di legge nominato Consultore del Senato Il 16 marzo 1621 in luogo di Domenico Medici morto nel 1648 con testamento dei 23 ottobre 1647, rogito Francesco M. Sabattini col quale lasciò erede Giovanni Pirattini o Pierattini, sostituendo alla sua discendenza nove Pii Istituti. Nell’ inventario legale della sua. eredità a rogito Lorenzo Pellegrini delli 4 dicembre 1648 si descrive questa casa grande posta sotto S. Vitale nei Pellacani in confine verso il Guasto con Pier Antonio ed altri de Brocchi ora Guastavillani, con mastro Alessandro Rava verso S. Vitale, con Lorenzo de Gazzi detto il Marchetto, di dietro coi Vinazzi e Gaspare Giuseppe Ippolito del suddetto Giovanni morto li 9 aprile 1757.

Li Pirattini erano oriondi di Bruscolo, da dove dipartironsi nel 1597 passando un ramo a Bologna, e un altro ai Bagni della Porretta. Quello di Bologna fu arricchito dall’eredità dl D. Bosio Pirattini parroco di Bargio che testò li 5 novembre 1600, da quella di Elisabetta di Domenico Guarmani, e di Cattarina Grandi erede del padre e della madre, e moglie di Giovanni Pirattini, finalmente da quella di Francesco Pedrini Ventura. L’eredità Pirattini fu lasciata in usufrutto a Paolo del dottor procuratore Francesco Castelli e proprietario, e mons. Paolo Castello figlio del dottor Pier Francesco Sindaco del Reggimento, a cui morendo senza figli era sostituito un figlio di uno degli uffiziali della Compagnia della Vita da estrarsi a sorte; l’ eredità Grandi e Guarmani passò ai figli di Nicolò Guermani; e l’ eredità Ventura Pedrini, nella quale era compresa questa casa l’ebbero nove luoghi Pii : e cioè quello del Corpus Domini, 2 di S. Bernardino e Marta, 3 delle Convertite, 4 della Concezione , 5 S. Omobono, 6 Ospitale di S. Orsola, 7 Frati di S. Giacomo, 8 Putti della Maddalena, 9 Opera dei Vergognosi. Li 18 maggio 1779 mediante rogito Antonio Franchi, la vendettero al dottor di legge poi conte Domenico Levera ultimo di sua famiglia orionda del Piemonte per lire 12000. Fu poi dei Zapoli eredi della Zapoli vedova Levera.