N.261

Casa che Bardino Sorgi fabbricò nel 1121 di mattoni cotti, ricordata dalle cronache siccome cosa straordinaria, e come primo esempio di fabbricare con tanta solidità, e precauzione per difendersi dagl'incendi che spesso accadevano in Bologna. Alcuni Bolognetti si dissero Surghi.

Salvo di Gerardo detto anche Diotisalvi, o Salvuzzo fu dottore di leggi e lettore pubblico nel 1287. Era ascritto alla compagnia dei Toschi, circostanza che indica essere la derivazione loro dalla Toscana. Furon cacciati da Bologna e rifuggiati in Venezia ; stabilirono colà la loro famiglia detta poi Sforzi. I rimasti in Bologna, o i ripatriati sembrano mancati affatto sul finire del secolo XIV.

Questa casa nel 1453 era di Bartolomeo dott. di Porta, e nel 1496 dei Gessi.

Li 18 marzo 1539 Gio. Francesco del fu Andrea Gessi assegnò in pagamento a Berlingero, e a Vincenzo fratelli, e figli del fu Antonio Gessi una casa ad uso di stalla nel vicolo che passa fra le case dei Bianchi, e dei Bonvalori da un lato, e dall'altro fra quelle del Lupari, Gessi, e Musotti posta parte sotto S. Stefano, e parte sotto S. Michele dei Leprosetti il qual vicolo è detto via dei Sorghi. Confina a mattina col detto vicolo, a mezzodì coi figli di Bagarotto Bianchi, a settentrione coi Bonvalori, e a sera coi Sampieri. Rogito Cesare Gherardi.

1579 30 aprile. Angela, e Lodovica sorelle, e figlie di Giacomo Gessi maritate in Andrea Bovi, e in Vincenzo Lucchini la vendettero col patto della ricupera a Giovanni del fu Paolo Antonio delle Agucchie per L. 7,200. Rogito Cornelio Berni. Confina Strada Maggiore, un vicolo, i Musotti, con una parte di stalla incontro detta casa nel vicolo.

Il Dalle Agucchie cedette questo contratto a Catterina Zanetti vedova in seconde nozze di Giacomo Bianchetti. Rogito Cesare Forlani, e Girolamo Fasanini.

1592 3 settembre. Vincenzo di Filippo Lucchini vedovo di Lodovica di Giacomo Gessi, tanto per se stesso, quanto siccome amministratore di Alessandro, e Francesco di lui figliuoli, e a nome di Angela Gessi vedova d'Andrea di Francesco Bovio, siccome anche in nome di Dejanira di Giulio Gessi tutti interessati nel Fedecomesso instituito da Giacomo Gessi vendette a monsignor Alessandro di Lodovico Musotti Vescovo d'Imola una casa in Strada Maggiore sotto San Michele dei Leprosetti. Confina a levante i Musotti, a settentrione la strada, a ponente un vicolo che finisce in Strada Stefano con stalla e rimessa in detto vicolo sotto S. Stefano in confina de' Bianchi, e dei Bonvalori. Il tutto per Lire 30,000. Rogito Annibale Cavalli.

Finirono i Musotti in Giuseppe di Filippo dott. di leggi, Vescovo della città di Castello, morto in Bologna li 13 aprile 1706, e l'eredità Musotti passò nel conte senatore Alessandro Pepoli in causa del fedecomesso instituito dal Vescovo seniore Alessandro.

1765 18 settembre. Antonio, e Giacomo di Astorre Tortorelli acquistarono questa casa del cantone, dal senatore conte Cornelio Pepoli Musotti per L. 10,250 posta in Strada Maggiore sotto S. Michele dei Leprosetti annessa a quella del l'eredità Ghisellardi. Rogito Aurelio Brusa, e Carlo Ignazio Pilla.