N.1135

composto di due case. La prima d' angolo passa nel vicolo della Morte dov'è marcata N. 1128.

1473, 2 febbraio. Compra Giovanni del fu Francesco Bolognini una casa con bottega nelle Chiavature, sotto S. Vito, venduta da Paolo Ercolani. Rogito Alessandro Curialti e Alessandro Bottrigari.

1490, 12 agosto. Nel testamento del detto Giovanni, a rogito Formaglini Francesco, si trova : una casa con due botteghe nelle Chiavature, confinante detta strada, due altre vie, e il testatore.

Questo stabile passò ai Sighicelli, e da questi ai Padri di S. Salvatore. Ultimamente era di Luigi Baglioni.

1475. 12 marzo. Compra Giovanni Bolognini da Antonio Zani e da Paolo Ercolani una casa con botteghe nelle Chiavature, per L. 800. Rogito Domenico Frabuzzi, Alessandro Bottrigari, e Melchiorre Samacchini.

Nel testamento succitato di Giovanni, del 1490, si cita una casa con botteghe davanti e di dietro, nelle Chiavature. Confina altra via in faccia all'ospitale della Morte, Barnaba Bicchieri, e il testatore. Questa casa ha ingresso nella via della Morte al numero 1129. Questo stabile passò al Rettore dell' altare di S. Gio. Battista in S. Michele dei Leprosetti, quando li 17 luglio 1582 Astorre Ercolani diede in permuta di questa casa al detto Rettore un'altra casa da lui comprata da Giovanni Gibelli, posta nella via degli Uccelletti. Si noti che sotto il N. 1129 della via della Morte evvi una piccola casa che fu già del cav. Paolucci.

1746, 9 marzo. La marchesa Maria Bolognini e il marchese Francesco Paolucci vendono al conte Marcantonio Ercolani una casa con bottega sotto S. Matteo delle Pescarie, nel vicolo detto dei Strazzaroli (strada della chiesa della Morte). Confina i beni dei Padri di S. Salvatore, i successori Sighicelli a mattina, il detto vicolo a mezzodì, a ponente Marcantonio Ercolani, e la via delle Chiavature a settentrione.

Nel testamento di Gio. Bolognini delli 12 agosto 1490 si fa menzione di questa casa dicendo che va ad uso di marzaria, nelle Chiavature, in confine di altra via e dei Padri di S. Domenico. Ultimamente apparteneva al precitato Luigi Bagliori contabile della Legazione di Bologna, che fece la facciata ad ambedue le case nel 1828.

Dove era il negozio da veli Zagnoni, poi Facci Libbi, fra i numeri 1135 e 1134, vi fu una casa che nel 1395 è detto esser grande con varie botteghe, parte nelle Chiavature e parte rimpetto la porta maggiore di Santa Maria della Morte, che apparteneva ai Padri Domenicani.

Questa casa fu poi messa ad uso di fornace da bicchieri. La prima fornace di questo genere fu in capella S. Remigio, donata poi li 16 novembre 1413 da Checca di Filppo, vedova di Pietro di Gio. Miglioli, ai frati Francescani. Rogito Fabiano di Damiano Paci, e Gio. Maroni.

1458. La bottega nelle Chiavature fu affittata a Pietro di Giovanni Albertini per i bicchieri. Rogito Bruni.

1465, 9 febbraio. I Domenicani affittano a Barnaba di Gio. dai Bicchieri la fornace nelle Chiavature per L. 32, 2 annue, che poi fu venduta alle Terziarie di S. Domenico nel 1620, per L. 1300.

1488, 28 novembre. I Malvezzi furon spogliati della privativa dei vetri in causa di congiura tramata contro la famiglia Bentivogli.

1517. Nascentore Nascentori fece la fornace dei bicchieri sotto S. Vito, nelle Chiavature, in una bottega che davanti confinava colla strada, e di dietro coi Bolognini.

Li 19 aprile 1518 un Gio. Bentivoglio compra da Melchiorre Rimondini e da Barnaba Bicchieri, la fornace dei bicchieri.

1526, 16 giugno. Lorenzo ed altri dei Malvezzi fanno società con Vincenzo Calcina per la fornace dei bicchieri. Rogito Vincenzo Spontoni.

Nel 1547 la fornace dei bicchieri era sempre nelle Chiavature, ed era condotta da Giovanni e fratelli Nascentori. Rogito Ferri.

1583, 26 maggio. Si gettò in S. Mamolo uno specchio ordinato dai Veneziani per regalarlo al Gran Turco, lungo oncie 46, largo oncie 30, e lo pagarono scudi 3000.

Per le altre notizie sulla fabbrica dei vetri, veggasi Strada S. Donato. Li 10 dicembre 1790 il diritto di privativa della fabbrica dei vetri fu comprato dal Senato per scudi 15000.

Nel 1141 i Foscarari avevano le loro abitazioni rimpetto alla chiesa della Vita.