Castiglione (Via)

Via Castiglione.

Da Piazza della Mercanzia fino a piazza di Porta Castiglione, poi prosegue fuori porta. Poco prima di raggiungere la confluenza delle vie di Barbiano e degli Scalini, si divide in due diramazioni. La diramazione di sinistra raggiunge la confluenza delle via di Barbiano e degli Scalini; la diramazione di destra prosegue per alcune centinaia di metri per immettersi in via di Barbiano all'altezza del numero 14.

Quartiere Santo Stefano.

Prima documentazione dell'odonimo: 1017.

La Strata Castilionis era documentata negli estimi del 1296/97. Sicuramente questa Strata Castilionis era riferita, se non a tutta, almeno ad una parte della attuale via Castiglione entro porta.

In effetti, alcuni autori distinsero tre tratti distinti nella attuale via Castiglione.

Il primo tratto, da piazza della Mercanzia all'angolo con via Clavature, fu chiamato Gabella Vecchia da alcuni autori (Mitelli, Salaroli). Anche il Guidicini ricordò Gabella Vecchia, assieme ad altri odonimi più antichi: Trebbo dei Banchi e Via di Betlem, e di tutti dà spiegazione: Gabella perché qui vi era questo ufficio pubblico e Vecchia per distinguerla dalla Gabella Nuova (nell'angolo tra via Ugo Bassi e via Oleari); Trebbo dei Banchi perché qui vi furono i banchi degli usurai, ed infine via di Betlem perché all'antico numero 71 di via Castiglione, quasi di fronte al fianco della loggia dei Mercanti, c'era l'antica chiesa di Santa Maria di Betlem o del Carrobbio, chiesa che fu chiusa nel 1808 e di cui scomparve ogni traccia con gli sventramenti che determinarono l'allargamento di via Rizzoli e di via Caprarie.

Gabella Vecchia fu il nome ufficializzato con le lapidette del 1801.

Il secondo tratto, dall'angolo di via Clavature fino a via Farini, dove c'era la Croce delle Vergini (una delle quattro croci "petroniane"), fu chiamato Via dei Pepoli dal Banchieri, dal Mitelli e dal Monari.

La ragione ovvia è data dalla presenza dei palazzi dei Pepoli in questo tratto.

Anche via dei Pepoli fu ufficializzato nelle lapidette.

Il terzo tratto fu da tutti chiamato Strada Castiglione, dove Strada deriva direttamente dal latino strata (ovvero lastricata) ed era denominazione urbanistica generica comune a tutte le vie che si irradiano da piazza di Porta Ravegnana, avendo anche forme dialettali antichissime (nel caso specifico Stracastiòn, con la "a" al quarto posto). La riforma toponomastica del 1873/78 cancellò Strada e rimase via Castiglione che, caso unico tra le vie principali che conducono alle porte della città, si estende anche per un lungo tratto fuori delle mura, arrivando fino in via di Barbiano. Diversi autori, dallo Zanti in poi, affermarono che Strada Castiglione si chiamava così perché conduceva a Castiglione, contea dei Pepoli.

Da segnalare che l'Alidosi (pag. 26) comprese con l'odonimo di Strada Castiglione tutto il percorso da Porta Castiglione a piazza di Porta Ravegnana, avvertendo in maniera molto chiara che la denominazione strada era da attribuire solo alle vie che collegano porte della città a Porta Ravennata, quindi solo Strada Maggiore, Strada S. Vitale, Strada Castiglione, Strada San Donato. Via Santo Stefano, che peraltro fu spesso chiamata Strada Stefano o Strada Santo Stefano, non fu elencata dall'Alidosi. Nel suo libretto (sempre a pag. 26) però l'Alidosi si contraddisse descrivendo Strada Santo Stefano, dalla porta sua fin a porta Ravennata. Oltre ad elencare Strada Santo Stefano, l'Alidosi comprese il tratto dalla piazza della Mercanzia a piazza di Porta Ravegnana sia sotto Strada Castiglione, sia sotto Strada Santo Stefano.

Sull'origine di Castiglione, il Fanti fece una stupenda analisi (I, 270-275) per dimostrare che nulla c'entra Castiglion dei Pepoli con la nostra via per almeno due buone ragioni:

la prima ragione è che la via più naturale per raggiungere Castiglion dei Pepoli (anticamente Castiglion dei Gatti) non era certamente uscendo da porta Castiglione;

la seconda ragione è che questo odonimo, come si vedrà tra poco, è molto più antico di quello degli estimi del 1296/97, rifacendosi ad anni in cui Castiglion dei Gatti praticamente non esisteva per il comune di Bologna.

Il Fanti (I,271) documentò come nel fondo di Santo Stefano, nell'Archivio di Stato di Bologna sia contenuto un documento del 20 luglio 1017 che riporta strata que pergit ad castilioni. E' solo il primo di parecchi documenti del XI e XII secolo che permettono di affermare che Castiglione era un toponimo localizzabile tra San Vittore e Barbiano.

Che cosa fosse esattamente questo Castiglione non si sa, se luogo fortificato, resti antichi o altro.

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Monari: Città di Bologna posta in pianta in esatta misura con la distinzione de portici che sono in essa, Pianta di Gregorio Monari, pubblicata nel 1745.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Estimi 1296/97: Atlante Storico delle città italiane. Emilia Romagna, 2 Bologna. A cura di Francesca Bocchi, pubblicato da Grafis, Bologna, 1995,1998 (contiene gli Estimi 1296/1297)

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.