Magarotti

Di fazione geremea; non presero quasi nessuna parte al governo, nè alla milizia del paese, ma ne ebbero non poca nelle contese civili. Nel 1217 vennero multati dal pretore per aiuto e per ricovero dato a' colpevoli di mischie intestine (1). Cominciarono ad azzuffarsi nel 1248 con i Basacomare che abitavano quasi dicontro, sicchè potevano dalle torri saettarsi scambievolmente a bell' agio; ripresero due volte nel 1254 e di nuovo nel 1274. Jacobello fu ucciso per mandato di un Basacomare nel 1251 e Zuntino perì in un conflitto contro i Prendiparte, nel 1263. I Magarotti avevano nimicizia anche con quei da Baragazza, e si pacificarono nel 1270. Nell' ultima lotta dei geremei e de' lambertazzi perì Magarotto Magarotti (2).

Le case e la torre di questa famiglia finita nel cinquecento erano in strada Maggiore, siccome risulta da un documento citato dall' Alidosi e da altri che riferisco senza provarmi a metterli d' accordo, perchè è una matassa troppo arruffata, e può darsi che secondo l'andazzo qualcuno di questi atti fosse fittizio e venisse quindi annullato. È però evidente che la torre dei Magarotti fu suddivisa e per così dire palleggiata tra loro e i Soldadieri e i Tomari e i Galluzzi e i Baciacomare, ed è notevole la disuguaglianza dei prezzi.

Alberto, Milanzo, Brancaleone e Giacoma Magarotti, divisero nel 1266 una casa con torre in strada Maggiore, presso la via de' Justoli, o Giustoli, ora de' Vitali (3), il che porta a credere sia la casa che fa angolo su quelle due vie, e che ha il n. 240, poichè sull' altro angolo pare vi fossero le case de' Zovenzoni.

Nel 1268 è invece Scannabecco del fu Nascimpace Magarotti che vende a Nascimpace Tomari una sesta parte in divisa di tutte le sue case e della torre anzidetta, poste in via Maggiore presso i Pegolotti, per 225 lire (4).

Lo stesso Scannabecco il giorno dopo vendette a Federico e Niccolò di Nascimpace Magarotti una terza parte indivisa d' una casa e della torre sopraddetta per 88 lire, 17 soldi e 8 denari (5).

Dopo cinque giorni codesti Federigo e Niccolò Magarotti cedettero quella terza parte, meno però una ventisettesima, a Niccolò, Rolandino, Giovanni, Giacomo e Guglielmo Soldadieri per 355 lire e 11 soldi (6).

Nel 1269 è il Nascimpace Tomari che vende ai suddetti fratelli Soldadieri una terza parte di questa torre e di questa casa, indivise con i compratori, al prezzo di 500 lire (7).

Poi nel 1272 vengono in campo alcuni dei Galluzzi e vendono alcune parti di case e metà della torre per 833 lire, 6 soldi e 8 denari a Magarotto e Jacopo di Scannabecco Magarotti, ed a Gisla moglie di Basacomare (8).

Quindi Imelda del già Magarotto Magarotti, maritata nei Cazzanemici, vende nel 1288 per 25 lire metà della torre e d' una tubata, non che una dodicesima parte di casa a diversi Basacomari con i quali erano indivisi questi edificii (9).

Quattro anni dopo uno di essi Basacomari, cioè Pietro, vende a Niccolò Soldadieri per 1,000 lire metà della torre e una casa (10).

In fine nel 1297 Bettino e Francesco Soldadieri vendono a Jacopo Soldadieri la metà della torre e la casa per 400 lire, consentendo Gallapatrizia Gozzadini madre dei venditori e Sopercerchia Fabri, detta Bettina, moglie del venditore Francesco (11).

L' avanzo di torre già accennato sull' angolo di via Vitali e di strada Maggiore, al n. 239 di quest' ultima, avendo tutt' in giro muri grossi met. 1,40, e l'area interna di met. 7,4, per 7,26 ch' è una stanza spaziosa, la torre dovev' esser larga met. 9,84 per met. 10,06.

(1) Savioli, Ann. v. 1, pag. 401.

(2) Savioli, Ann. v. 5, pag. 213, 249, 279, 367, 434, 481, 484.

(3) Alidosi, Vacchett. ms. 492.

(4) Docum. n. 15.

(5) Docum. n. 16.

(6) Docum. n. 17.

(7) Docum. n. 37.

(8) Docum. n. 78.

(9) Docum. n. 164.

(10) Docum. n. 190.

(11) Docum. n. 213.