Riccadonna

Nobili di parte geremea. Vennero detti anche Arpinelli, convertendo in gentilizio un nome proprio da loro usato. È appunto un Arpinello il primo di questa famiglia ricordato dagli storiografi, il quale fu inviato a Parma ed a Cremona nel 1203, per indurre quei due comuni a collegarsi col bolognese, o almeno a non avversarlo. L' anno appresso giurò pe' Bolognesi la lega co' Fio rentini, in aiuto di Guido Guerra osteggiato da' Pistoiesi; gli Osimani l'ebbero a podestà (1). Poi è detto d' un Marchesino che si adoperò nel 1254 a pacificare le Romagne e che resse Modena, Alessandria e Jesi e d' un Brandelisio che nel 1262 fu inviato a Urbano IV in Viterbo, per chiedere fosse confermato al comune il possesso d' Argelata e di Medicina; ma indarno, non essendo valuto nè meno il rammentare al papa i servigi resigli dal comune. Son menzionati da ultimo Brandelisio di Bualello, professore di decretali alla fine del secolo XIII (2), e tre soli anziani di questa famiglia dal 1321 al 1326.

La torre dei Riccadonna, non ricordata dagli scrittori, apparteneva nel 1268 ai figli ed eredi del già Buvalello di Riccadonna, cioè a Brandelisio professore di leggi già ricordato, a Francesco e ad Arpinello (3). Era situata nel Cambio (cioè in via Castiglione nel luogo detto anche Carobbio) presso gli eredi del già Guido Zagni i quali avevano colà due torri. Ed uno dei luoghi in cui si pubblicavano i bandi nel 1289 era appunto dinanzi la casa dei Riccadonna (4). Ma dal codice in cui è registrato il rinnovamento dei termini delle strade urbane, appartenente al 1294, si hanno più precise indicazioni delle case e quindi delle torri tanto di essi eredi di Bualello Riccadonna, quanto degli eredi di Guido Zagni. Imperocchè vi è indicato un termine posto nell' angolo superiore della casa di questi eredi Riccadonna dal lato opposto del Caróbbio, presso la via che va al palazzo del comune, ch' io credo sia quella delle Caprerìe. Poi vi è indicato un termine in faccia alla casa di Uberto Pavanesi, che fu già di Guido Zagni, posta nel Cambio presso la casa degli eredi del già Buvalello Riccadonna e presso la strada che va in Castiglione e presso strada Maggiore. Da tutte le quali cose sono indotto a credere che la casa dei Riccadonna sia quella presso le Caprerìe, che ha il n. 69, nella quale appunto è una torre che poi passò ai Pepoli, come ho detto a suo luogo, e che dà sulla strada. Attualmente alta met. 25, è larga met. 5,47 per 6,02 e rastremata di 25 centimetri. I muri di bellissima costruzione sono grossi da basso met. 1,27, in cima met. 1,10. Una parte della base a scarpa, formata di parallelepipedi di gesso, si vede ne' sotterranei.

Accanto alla casa di cui questa torre fa parte è un'altra casa che fa angolo sul Mercato di mezzo, o sulla strada Maggiore che voglia dirsi, nella qual casa è un avanzo di torre che potrebb' essere una delle due dei Guidozagni.

(1) Savioli, Ann. v. 3, pag. 263; v. 5, pag. 282.

(2) Sarti, De clar. archig. v. 1, pag. 405. Savioli, Ann. v. 5, pag. 282, 360.

(3) Docum. n. 29.

(4) Alidosi, Instrut., pag. 55.