Tencarari o di Tencarada

N' era un Morando di Giovanni testimone nel 1074 all' atto, col quale Alberto conte bolognese confermò ai canonici della cattedrale le donazioni fatte da suo padre, Ugo marchese. La famiglia Tencarari, noverata tra le principali che frequentavano la curia nel 1174, (1) non risulta che s'immischiasse nelle lotte interne. Solo nel secolo XIV ebbe nimicizie private con la famiglia Prati, la quale, fatta poi violata la pace, uccise due Tencarari. Allorchè i lambertazzi fuorusciti, aiutati da quei di Romagna, sconfissero i Bolognesi presso il Senio, Nicola Tencarari fu de' fuggiaschi che annegarono in quel torrente. Altri di questa famiglia combatterono sotto le patrie insegne, eziandìo per comuni e per principi alleati, e tre dicesi per la conquista di Terra santa. (2) Bartolommeo fu dei templari, i quali avevan casa o magione in Bologna e vi apparteneva allorchè il cupido Filippo il Bello mosse loro la feroce persecuzione che durò due anni e che finì con la spogliazione e con la soppressione di quell' ordine, in parte almeno calunniato. Clemente V per compiacere al re francese inquisì anch' egli i templari, con biasimo di s. Antonino, onde al Tencarari ed a' suoi compagni bolognesi fu intimato di giustificarsi dinanzi al vescovo di Bologna sulle eresìe, i sagrilegii, la idolatrìa e le laidezze attribuite ai templari, e di addurre sette testimonii, i quali, conoscendo loro appieno, deponessero avere eglino vissuto cattolicamente. Qui non si forzavano i templari a dichiararsi rei, co' digiuni e co' tormenti come in Francia, e il Tencarari andò assolto. (3)

Zoene Tencarari insegnò pubblicamente le pontificie sanzioni nella prima metà del secolo XIII. Eletto arciprete della chiesa bolognese, ebbe incarico da Gregorio IX di comporre i litigi suscitatisi tra il patriarca di Aquileia e il vescovo di Pola. Vescovo di Avignone e legato apostolico presiedette il concilio generale d'Alby (1254), radunato per condannare gli eretici Albigesi. (4) Poi col testamento, fatto nella suburbana canonica di S. Antonio di Savena ove infermò e morì nel 1257, dotò un collegio pe' suoi diocesani in Bologna, sussistito fino alla metà del secolo XV col nome di avignonese. (5)

Niccolò, giudice, fu uno degli eletti nel 1272 per dichiarare una formola dello statuto bolognese posta in dubbio. Ebbe con altri la plenipotenza allorchè i guelfi rimasero arbitri della città. (6)

I Tencarari dal 1258 al 1369 furono frequentemente tra gli anziani ed ebbero missioni ed incarichi. Pare fosse ultimo un prete che viveva nel 1500. (7)

Avevano una torre nella parocchia di S. Lorenzo de' Guarini e n' era comproprietario il vescovo Zoene che ho ricordato, il quale lasciò eredi nel 1257 il nipote Tommasino, del già Pace, Pietrobono, Valeriano, Useppe e Michele, figli della Mercadante, tanto de' beni divisi, quanto degl' indivisi, fra' quali ultimi era la torre anzidetta e le case del già Oderisi e del già Bartolommeo Tencarari. (8)

Vent' anni dopo Rolandino del fu Giacomo (9) Tencarari vendette a Calorio di Guglielmo Lambertini due torri: cioè una, già dei Radici, situata sopra l' Aposa presso la via Zamparie ed altre due strade, ossia presso il Pelatoio, vicino al Mercato di mezzo. L' altra torre dei Tencarari, era presso l' Aposa, accanto a Bonincontro Guastavillani e a Guglielmo Lambertini, probabilmente dal lato opposto del Mercato di mezzo ove avevan case i Guastavillani e i Lambertini indicati quali confinanti, ed ove era la strada detta la Volta de' Tencarari. (10)

Da questa vendita insorsero liti, a finir le quali fecero compromesso in Gardino giudice, per una parte, Galeotto Lambertini, per l' altra, i Tencarari Tommasino giudice, Michele di Gerardo zuzzo, Rolandino di Giacomo arando, Lambertino mecozonio, Pietro del fu Gerardo di Giacomo del fu Niccolò e Orabile madre e tutrice di Niccolò del già Niccolò. (11) Ignoro il risultato di tale compromesso, ma nel 1282 una di queste torri era tuttavolta, non so se di fatto ma certo di detto, la torre de' Tencarari. (12)

(1) Savioli, Ann. v. 3, pag. 93.

(2) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 58, 100, 120, 121. Savioli, Ann. v. 1, pag. 228.

(3) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 151.

(4) Labbé, Sacros. Concil. v. 14, pag. 153.

(5) Sarti, De clar. archig. v. 2, pag. 336. Savioli, Ann. v. 5, pag. 125.

(6) Savioli, Ann. v. 5, pag. 463, 485.

(7) Guidicini, Cose not. v.3, pag. 226.

(8) Docum. n. 7.

(9) Presso le case di Giacomo Tencarari, nel Mercato di mezzo, si pubblicavano i bandi nel 1256 ( Alidosi, lnstrut., pag. 54 ).

(10) Docum. n. 103.

(11) Docum. n. 107.

(12) Docum. n. 117.