N.1312 Palazzo nuovo Pepoli

Cartigli

Palazzo Pepoli Nuovo (o Campogrande)

La facciata su via Castiglione si deve a G. B. Albertoni, quella su via Clavature a G. A. Torri (1709). Nel ricco interno si conservano affreschi nello scalone (1665) e nel salone d'onore con l'Ercole nell'Olimpo di D. M. Canuti e del Mengazzino (1669-70); la sala con la Gloria di Bologna è dei fratelli Rolli (1690 c.), quella con Alessandro che taglia il nodo gordiano è di D. Creti e M. A. Chiarini (1709), quelle con L'Allegoria delle Stagioni, il Trionfo di Ercole e l'Olimpo sono di G. M. Crespi (1700 c.).

Indirizzo:

via Castiglione, 7

Guidicini

Palazzo nuovo Pepoli, anticamente della famiglia Geremei, da questi ristorato nel 1290. Un ramo Geremei ricchissimo terminò nel 1235, ed abitava sotto S. Sebastiano.

1478, 12 febbraio. Antonio, Giacomo e Matteo fratelli, e figli del fu Matteo Magnani, mercanti sotto la cappella di S. Tommaso della Braina, vendono ad Andrea Barbazza la casa grande ad uso d' osteria detta del Montone, con varie botteghe e fondachi, uno dei quali condotto da Giacomo Orsi, e ultimamente da Bartolomeo Guastavillani e da quei da Loiano, fabbricatori di seta, il qual fondaco, o bottega, è posto rimpetto al palazzo Gregoriano, poscia dei conti Guido e Galeazzo Pepoli.

Altro fondaco era condotto da Michele e fratelli Casali, ad uso di mercante.

Altro era condotto dai Magnani.

Altro affittato a Gio. Malvezzi ad uso di stalla.

Immagine tratta dagli schizzi topografici disegnati da Giuseppe Guidicini a corredo delle note manoscritte delle "Cose Notabili ..." e pubblicati per la prima volta da Arnaldo Forni nel 2000.

(Nord verso destra) Palazzo Pepoli Nuovo (Pepoli Campogrande) con le indicazioni delle proprietà che vi preesistevano. In particolare è indicata l'Osteria del Montone e l'Osteria del Leone a meridione di via Clavature.

Due botteghe nella parte posteriore dell* osteria. Il tutto sotto Santa Maria del Carrobbio e di Sant'Agata, in luogo detto le Chiavature. Confina la via di Strada Castiglione a mattina, altra via pubblica nella parte posteriore, l'ospizio del Leone a sera, di sotto la via delle Chiavature, e venendo verso oriente fino alla bottega condotta da Michele Casali confina Giacomo Sibaldini. e le suore di S. Lorenzo mediante chiavica.

Una casa ad uso di stalla sotto Sant'Agata nella via pubblica, che divide l'osteria e detta stalla, in confine della stalla dell' osteria del Leone, di certa via vicinale di sopra, per la quale si ha accesso all'Avesa, presso gli eredi del fu Gabriele Mazzoli, a mattina gli stessi Mazzoli, e in parte presso alcune case ad uso di tintore. Fu questa compra fatta per L. 7500, a rogito Melchiorre Zanetti, compresivi i mobili dell' osteria.

Immagine tratta dagli schizzi topografici disegnati da Giuseppe Guidicini a corredo delle note manoscritte delle "Cose Notabili ..." e pubblicati per la prima volta da Arnaldo Forni nel 2000.

(Nord verso destra) La strada a destra è via Clavature. Viene identificata la zona dove erano le osterie e stalle del Montone e del Leone.

1478, 28 marzo. Costanza Sibaldini rinunzia ad Andrea Barbazza due botteghe nelle Chiavature assieme congiunte, una ad uso di cavestraro, l'altra di spezieria, in confine del compratore da un lato, e delle suore di S. Lorenzo di dietro. Rogito Gio. Battista Bovi. E nello stesso giorno Giacomo Sibaldini le vende al Barbazza per L. 1176, 19, 10. Rogito idem.

1577, 20 settembre. Compra il conte Girolamo, e Annibale di Sicinio Pepoli, dal conte Ugo e fratelli Barbazza Manzoli, diversi edifici nelle Chiavature, per L. 35150, rogito Cornelio Berti, e cioè un grand' edifizio sotto la parrocchia di Sant' Agata e del Carrobbio, nel quale vi è l'osteria del Montone, botteghe, stalle, ecc. Confina Strada Castiglione in faccia al palazzo dei Pepoli, la via delle Chiavature, uno stradello, e rispetto a certe porzioni di detto edifizio in confine dei Volta, della bottega dei Ghelli, e dell'osteria del Leone. La spezieria era all'insegna del Carro, e l'osteria era affittata a Domenico Artemini.

1460, 8 maggio. Antonio di Domenico Bonafede compra da Giacomo Poncy alias da Bergamo due casette contigue sotto il Carrobbio nella via del Justo. Confina la via pubblica, l'Avesa di dietro, Gio. Bolognini, e l'osteria del Leone, tenuta da Bartolomeo Lambertini, e dagli eredi di Castellano Gozzadini. Per L. 140 d' argento. Rogito Floriano Mantachetti.

Questa via del Justo, o è sbaglio, e dirà forse Toschi, o è la via dei Toschi che allora si diceva del Justo.

1463, 19 novembre. Compra di Lodovico Sampieri, e di Antonio di Domenico Bonafede, da Bartolomeo di Alberto Lambertini, della metà di alcune case ad uso di osteria indivise con Michelangelo, e Testa di Castellano Gozzadini, poste sotto il Carrobbio. Confinano Gio. Bolognini, due strade, cioè le Chiavature, e la via Toschi, e l'Avesa. Item la metà di certe altre casette e stalle sotto Sant' Agata, cioè nel vicolo detto delle Osterie. Il tutto per L. 1650. Rogito Matteo Curialti.

1511, 12 dicembre. I fratelli Sampieri possedevano una casa grande ad uso di ospizio detto del Leone nella via delle Chiavature sotto Santa Maria di Porta Ravegnana. Confinava dalla parte anteriore colla via delle Chiavature, cogli eredi di Michele e Francesco Casali mediante bottega che serviva di fondaco e di banco a detti Casali. Vi era una spezieria all'insegna della Cicogna in confine di altra strada, che dalla via delle Chiavature va direttamente a S. Domenico (via Toschi) dalla parte occidentale, e dalla parte orientale confinava coll' ospizio dell'Ariete, alias Montone. Nella parte posteriore poi vi erano, al di là di una via detta delle Osterie, le stalle che confinavano con Alessandro dalla Volta e coi Barbazza verso levante.

In proposito di osterie convien credere che negli antichi tempi fossero spopolate, perchè gli artigiani, i maritati, e i figli di famiglia non potevano andarvici.

Immagine tratta dagli schizzi topografici disegnati da Giuseppe Guidicini a corredo delle note manoscritte delle "Cose Notabili ..." e pubblicati per la prima volta da Arnaldo Forni nel 2000.

(Nord verso il basso) Angolo tra via Clavature, in basso, non indicata, e via de' Toschi, a destra. Sono indicate le due osterie del Montone e del Leone, altre proprietà preesistenti al palazzo Pepoli Campogrande e il vicolo delle Osterie di cui esiste un relitto a meridione del palazzo Pepoli Campogrande.

L'osteria del Leone si disse Zecca Vecchia.

Gio. Francesco del fu senatore Carlantonio Fantuzzi, marito di Ginevra del fu Marcantonio Sampieri, possedeva la terza parte di una casa altra volta detta osteria del Leone, poi ad uso di Zecca, posta nelle Chiavature, in confine dell' osteria del Montone, la qual terza parte rendeva scudi 63 1/3 d' oro. Rogito Gio. Picchioni e Gio. Battista Rinieri.

1569, 14 gennaio. Locazione

di Vincenzo del fu Domenico Maria Sampieri per una sesta parte,

di Alessandro del fu Francesco, e di Francesco del fu Lodovico Sampieri per un'altra sesta parte,

di Gio. Francesco Elefantuzzi, anche a nome di Ginevra Sampieri sua moglie, per una terza parte,

di Paolo Emilio Elefantuzzi, anche a nome di Sforza e Carlantonio di lui figli e della fu Elisabetta Sampieri, per una terza parte,

a Camillo Bolognini Gonfaloniere, e ad altri senatori assunti della Zecca per la Camera di Bologna, di un edifizio ad uso di osteria all' insegna del Leone, con bottega posteriore ad uso di sellaro, con corte, cantina, ecc., posto nella via delle Chiavature.

Item altro edifizio diviso in tre stalle, con casa e bottega sotto, ad uso di fabro-ferraio, i quali edifizi sono tutti condotti in affìtto da detti assunti, ad effetto di porli ad uso di coniar moneta e per abitazione del zecchiere, e ciò per anni 9, e per l'annuo affitto di scudi 190 d' oro, e con diversi patti circa la fabbrica e la riduzione di detti beni al predetto uso. Rogito Gio. Battista Cevenini.

1577, 23 marzo. Il Senato decretò che si trovasse altro sito per la Zecca, allora posta nelle Chiavature nell' osteria del Leone, di ragione Sampieri e Fantuzzi, condotta in affitto dalla Camera per anni 29.

1577, 26 aprile. Sublocazione fatta dalla Camera di Bologna, al conte Girolamo del fu Sicinio Pepoli, di un edifizio ad uso d'osteria all'insegna del Leone, con bottega di dietro, stalla e casa, tutto assieme unito e posto di dietro a detta osteria nella via che si va alla casa dei Pepoli, per annui scudi 190. Rogito Alessandro Silvestri, Domenico Barbieri e Cornelio Berti. 1577, 20 settembre. Compra fatta dai conti Camillo, Ugo, Bartolomeo, Giulio Cesare, Gio. Romeo, e Alessandro del fu Guidantonio Manzoli, alias Barbazza, di un edifizio grande con botteghe e stalla, posto parte sotto Sant' Agata, e parte sotto il Carrobbio, il quale fu poi ad uso d' osteria all'insegna del Montone, per L. 35150. Rogito Cornelio Berti.

1590, 5 gennaio. Compra del conte Annibale Pepoli da Ercole e Carlantonio Eiefantuzzi della terza parte di una casa, già osteria all'insegna del Leone, in via Chiavature, e una terza parte di una casa già ad uso di marescalco e di due stalle, e stallino per i barberi, per L. 8000. Rogito Cristoforo Guidastri e Gio. Francesco Grati. La casa era già abitata dal detto conte Annibale.

1590, 4 maggio. Compra Giulio Cesare Veli da Pirro del fu Gio. Maria Bolognini la casa con due botteghe nelle Chiavature sull'angolo della via Toschi. Confina Girolamo e Annibale Pepoli, i Casali, ecc. Per L. 4000. Rogito Lorenzo Bettoli.

Quantunque Annibale Pepoli fosse proprietario di un solo terzo di questo stabile, e inquilino dei due altri terzi, pure li 29 aprile 1596 vi aveva speso in fabbriche L. 40318, 9, 8.

1606, 10 maggio. Compra Annibale Pepoli da Gio. Gabrielle Guidotti, cessionario di Carlo Elefantuzzi, della terza parte per indiviso cogli eredi di Vincenzo e Lodovica Sampieri di un edifizio già ad uso d' osteria all'insegna del Leone, sotto il Carrobbio nelle Chiavature, dove abitava il detto conte Camillo. Item la terza parte degli edifizi posteriori a detta casa, per L. 9000. Rogito Galeazzo Maria Veli.

1648, 3 marzo. Il conte Odoardo Pepoli compra da Enrico e dal senatore Filippo fratelli Sampieri, e da Alessandro e frate Lodovico Sampieri, una rata, e parte dei beni stabili in via Chiavature, già ad uso di osteria del Leone, con bottega di dietro e parte di un edifizio già ad uso di stalla, con andito, e una casa con bottega sotto ad uso di fabro-ferraio, i quali beni sono stati ridotti per detto compratore ad uso di palazzo nobile e stalle. Per L. 9500.

Nello stesso giorno compra da Enrico e dal senator Filippo, fratelli Sampieri, due botteghe annesse, poste nella via chiavature sotto il Carrobbio, per L. 3000. Rogito Girolamo Savini.

Inoltre, fatti i conti delle pigioni decorse e non pagate, restò debitore il detto conte Odoardo di L. 5309, 4, le quali promise pagarle entro tre anni. Rogito Girolamo Savini.

1673, 13 febbraio. Compra il senatore Odoardo Pepoli dai creditori dello stato del fu dottor Giacomo Barbieri una bottega grande, con magazzeno sopra, nelle Chiavature, per L. 2500. Rogito Domenico Maria Boari.

Questo palazzo fu cominciato da Annibale, proseguito dal conte Odoardo di Sicinio, e terminato dal conte Ercole nipote ex figlio di detto Odoardo, il quale fece le due facciate, ed in questa occasione fu demolito il portico de' Geremei sostenuto da altissime travi, che il Ghiselli dice contasse allora 711 anni d'esistenza, demolizione che si cominciò li 16 settembre 1699.

1699, 22 ottobre. Licenza dell' Ornato al senatore Ercole Pepoli di distruggere il chiavicotto che passa sotto il suo palazzo, dal sito ov' è la torre posta a mezzogiorno, e che termina nell'Avesa, il quale serviva per regolare le acque che scorrevano per la chiavica comune verso Porta Ravegnana, rifacendolo sotto la piazza di Sant' Agata in guisa che andasse a terminare nell' Avesa, come dagli atti di Galeazzo Nelli. 1709, 28 aprile. Fu concesso suolo pubblico al conte Alessandro Pepoli nella via delle Chiavature per fare l'ornato della porta, che resta sempre chiusa, e ciò per evitare certe suscettibilità parrocchiali prevedibili fra i parrochi di Sant' Agata e del Carrobbio. La sala del palazzo è lunga piedi 50, e larga piedi 30 e oncie 6.

Famiglia Barbazza