Conforti

Popolani geremei, giurarono la pace del 1279. Si diedero particolarmente alle armi ma figurarono anche nelle scienze. Giovanni fu uno dei XII soprastanti alla guerra nel 1294 e nel 1296 (1) e ambasciatore per trattare accordo co' Firentini; Folco andò capitano a Crevalcore (1305) e morì nella battaglia data da' Modenesi all' esercito della chiesa presso Fiorano (1330). Bartolommeo militò in aiuto de' Firentini contro l' imperatore Enrico ( 1312) e fu citato da lui. Un altro Folco ed un altro Giovanni venner citati da Benedetto XII (1338) (2) e votarono per lui quando Taddeo Pepoli ne fece la proposta per aver poi il vicariato di Bologna, a tosare di seconda mano (1340). Gerardo si recò col legato cardinale Albornoz a chieder soccorso a Lodovico re d' Ungheria contro Bernabò Visconti che minacciava Bologna (1360) (3), e nell'anno appresso difese valorosamente il castello di Confortino, sul quale aveva giurisdizione, ingordamente oppugnato dalle soldatesche del Visconti che furono respinte con danno e con vergogna. Circa allo stesso tempo i Conforti possedevan eziandio il castello del Bo detto poscia del Martignone (4). Quarant' anni prima avevano compiuto un esecrando delitto, chè tre figliuoli d'Antonio Galluzzi (il Ghirardacci moltiplicandoli per sei ne fa diciotto) tolti di bando ed avviati a Bologna, mentre sostavano presso a Medicina furono donati dai Conforti di fichi attossicati, onde due di que' Galluzzi ne morirono (5).

Verso la fine di esso secolo XIV Baldassarre di Guglielmo Conforti fu professore di filosofia, di chirurgia e di medicina, ed essendo stato deputato a curare i malati di quella terribile pestilenza che in Bologna rapì dei tre uno (1382-1383) fece cure miracolose (6). II figlio di lui, Giovanni fu allo stesso tempo professore di leggi (7).

Il Gerardo che fece parte d' un' ambasciata mostruosa di quarantasei persone a stabilire i patti della dedizione a Giangaleazzo Visconti (1412), e che morì di peste nel 1410, chiude il novero dei Conforti (8).

Nella via Giupponerie o Sanmartini era la torre dei Conforti, prossimamente a quella degli Alberici (9). L' Alberti (10) la indicava situata nell' angolo voltato a mezzodì dopo aver detto « appare un troncone d' un' altra artificiosa torre (che fu anch'essa fatta in questo tempo (anno 1109), che con tanto ingegno fu costrutta che mirandola da una parte tutti quattro gli angoli si scorgevano. Fu rovinata nei tempi passati (come se vede) per paura delli terremotti. » Il Ghirardacci (11) scrive che nel 1505 « la torre di Porta ravegnana in capo alle Giupponerie fu abbassata al pari delle case ».

Io suppongo sia la torre, in parte sussistente, che è appunto su un angolo delle Giupponerie, benchè non orientato così come lo dice l'Alberti. La qual torre vicina all' Alberici è inclusa nella casa che dà sul Mercato di mezzo segnata del n. 68. Il troncone rimasto è in parte dentro il Caffè de' Cacciatori ed è largo met. 8 per 7,30, con muri grossi 1 metro al pian terreno: l'altezza attuale è di met. 16 1/2. Nel sotterraneo si vede un lato esterno della torre e se ne vede nel cortile un parallelepipedo di gesso, che fu tolto nel fare adattamenti.

(1) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 249, 315, 336. Savioli, Ann. v. 5, pag. 60.

(2) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 362, 559, 565: v. 2, pag. 94, 137.

(3) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 154, 252.

(4) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 260.

(5) Histor. misceli, col. 335. Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 19.

(6) Histor. misceli, col. 524.

(7) Ghirardacci, Hist. v. 2, pig. 397. Mazzetti, Repert., pag. 98.

(8) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 584.

(9) Guidicini, Cose not. v. 4, pag. 358.

(10) Histor. lib. 6, deca 1.

(11) Histor. v. 3 ms. ann. 1505.