Famiglia Campeggi

I Campeggi discendono da Ugolino nato a Campeggio castello del Bolognese. Questi fu capitano dei Pisani, e il primo della sua famiglia che abitasse in Bologna.

Ugolino fu figlio di Lorenzo uomo facoltoso.

Questa famiglia si estinse nel 1728, e l'eredità passò al marchese Emilio Malvezzi figlio di Francesca Campeggi sorella del marchese Lorenzo ultimo maschio della casa.

Avevano palazzo in Roma donato da Enrico VIII Re d' Inghilterra al cardinal Lorenzo Campeggi, che fu poi venduto al cav. Borghesi per scudi 12000, ed era in Borgo Novo. Il palazzo di Tusculano nel comune di Saliceto, del quale demmo dettagliata descrizione, nel 1602 fu venduto al card. Bevilacqua, di proprietà prima dei Remondini. Ebbero beni a Campeggio, Budrio, Vedrana e a Sant' Agata nel 1280.

Nel 1546 Antonio Maria ebbe dal cardinal Alessandro suo cugino, Vescovo di Bologna, tornature 2800 in enfiteusi, spettanti alla Mensa di Bologna, che furon vendute dal conte Annibale suo figlio nel 1580.

Possedevano valli a Dugliolo, che vendettero al conte Ulisse Bentivoglio per L. 35000.

L' eredità Campeggi avuta dai Malvezzi consistette, oltre al palazzo di Città e il feudo di Dozza, nei beni allodiali a Dozza, nella tenuta detta Brajola presso Castel S. Pietro, coll' osteria del Gallo e palazzo padronale. I Malvezzi vendettero questa tenuta al marchese Paolo Magnani, per L. 80000, impiegate a pagare i debiti dell' eredità. Passò poi al marchese Sigismondo Malvezzi erede Magnani.

Avevano beni a Malalbergo con palazzo, e nel 1583 ne possedevano a Borgo Panigale.

Furon fatti conti di Dozza nel 1528. Ebbero poi il titolo di marchesi di Dozza, essendo prima contea.

Nel 1553 furono signori d' Orsara.

Nel 1530 furono conti di Pescina sul Feltrese.

Fu di loro nomina il Primicerato di S. Pietro. Avevano sepoltura in S. Bernardino e nell' Annunciata.

Il palazzo Campeggi fu fabbricato da Nicolò Sanuti, poi passò in dominio di Annibale Bentivogli II. Giulio II lo donò a Giovanni Gozzadini, che fu poi cardinale; indi passò ai Campeggi, e da questi ai marchesi Malvezzi eredi, che lo vendettero ai conti di Vincenzi. Passò poi per eredità ai Bevilacqua.

Il cardinale Lorenzo Campeggi comprò la casa del collegio Ancarano da S. Paolo per fare il giardino di questo palazzo nel 1532. Dove trovasi questo palazzo vi erano le case con torre dei Feliciani nel 1149. Fu venduto ai de Vincenzi per scudi 8000, prezzo assai tenue rispetto all' ampiezza e sontuosità dell' edifizio, ma che fu creduto congruo stante il cattivo stato in cui era e la necessità di dispendiosi risarcimenti. I Malvezzi ritennero però l'altro casamento, o palazzo antico dei Campeggi, detto il palazzaccio, che è contiguo al predetto sull' angolo quasi della via Urbana. Ritennero pure altri casamenti dalla parte di dietro verso S. Paolo. Questo palazzo, detto anche palazzo vecchio, era l' antica abitazione dei Campeggi prima che comprassero il palazzo Sanuti. Il primo a comprar palazzo in Bologna fu Donato di Ugolino.

I Campeggi avevano il privilegio Pontificio, e Imperiale di legittimare e crear dottori, notari, ecc. Questo privilegio, dato in Colonia li 18 agosto 1512, fu confermato in Vienna l' ultimo ottobre 1517, e riconfermato da Leone X, tertia idus martii 1519, et decima Kal. iulij 1520.

Donato di Ugolino nel 1286 fu fatto, con tutti i suoi discendenti, nobile Pisano. Ebbero il senatorato nel 1506.

Annibale di Antonio Maria, senator IV, sposò in prime nozze Giulia Calderini, che morì li 9 novembre 1573, indi li 17 agosto 1575, anniversario della nascita della sua prima moglie, si rimaritò con Corintia Volta, figlia di Bartolomeo cavaliere e senatore, che gli portò in dote scudi 7000. Fu cavaliere di Cristo di Portogallo e conte di Dozza. Nel 1592 fu uno degli ambasciatori che andarono a prestar obbedienza a Clemente VIII.

Annibale del marchese Antonio, senator VII, primogenito, marito di Francesca Riario, fu colonello di un terzo dell' armata pontificia nella guerra di Urbano VIII.

Antonio Maria di Giovanni, senator II, fu marito di Francesca Gozzadini. Nel 1546 ebbe in enfiteusi dal cardinal Campeggi, Vescovo di Bologna, molti beni della Mensa, cioè tornature 307 in un luogo, e 3500 in un altro. Fu ambasciatore a Clemente VII, e a Paolo III. Da Paolo IV gli fu restituita Dozza già occupata dagli Imolesi. Fu otto volte Gonfaloniere, e dodici volte dei Collegi. Li 1 gennaio 1547 legittimò Angelo di Tommaso Salaroli bastardo, come da rogito Iacopo Borgolocchi. Morì li 16 novembre 1558, e il suo senatorato passò al conte Vincenzo suo figlio.

Marchese Antonio del conte Annibale, senator VI, ebbe in moglie Margarita Crispi Ferrarese. Divenne marchese di Dozza per la morte del conte Giovanni suo cugino. Nel 1606 fu bandito per I' omicidio di Alessandro Dalle Balle. Fu uno degli ambasciatori spediti dalla città ad incontrare D. Orazio Lodovisi fratello di Grogorio XV, che veniva dalla Valtellina. Il suo compagno fu Pier Maria Scappi.

Marchese Antonio Maria Illario del marchese Tommaso, senator IX, Sposò Diana Tanari, dalla quale non ebbe che un figlio maschio che mori d'anni 9 in Roma nel 1700. Questa morte e la lunga infermità sopraggiunta al padre, cagionarono l'estinzione della famiglia. Nel 1700 imprestò la sua sala per farvi commedie, concessione che fu biasimata a cagione delle sessioni che il Concilio di Trento in quella vi avea tenute, per cui gli fu fatta una Pasquinata. Li 20 gennaio 1700 fu tenuto un consulto da vari medici per esaminare lo stato di sua salute coll' intendimento di riunirlo alla moglie Diana Tanari, ma inutilmente poichè essa continuò ad abitare in Roma. Tornò poi nel 1701, ma andò col padre marchese Cesare Tanara. Il Campeggi volle visitarla, e bramava, che non convivendo seco, si ritirasse in un monastero, ma non potè ottenerlo. Nell' agosto del 1702 diede il suo palazzo ad abitare al duca di Modena. Morì li 17 luglio 1726.

Giovanni di Bartolomeo, senator I, marito di Dorotea Tebaldini Mantovana, fu dottor in leggi Colleggiato. Prima che fosse adottorato lesse in Pavia dieci anni. Nel 1483 lesse in Padova cinque anni, e fu successore di Giasone Maino; poi due anni in Bologna, indi altri cinque in Padova, al qual impiego fu confermato per altri cinque anni, e fu accolto con incontro dei magistrati e degli scolari, onore serbato soltanto a gran principi. Lesse in concorrenza di Socino, e di Giasone, collo stipendio di 1000 scudi annuì. Nel 1505 fu chiamato a leggere in Bologna. Nel 1506 fu fatto senatore da Giulio II. Nel 1511 fu deposto dai Bentivogli, poi rimesso in carica da Leone X. Fu ambasciatore al Papa, che si servì di lui nel fare i magistrati e senatori. Nel 1506, assieme al dottor Iacopo dal Bue, fu spedito ambasciatore, a nome dello studio, a Giulio II in Romagna, quando intimò ai Bentivogli d'uscire. Morì in Mantova.

Conte Giovanni del conte Baldassare, senator V, e conte di Dozza. Nel 1594 andò in Ungheria col nipote di Clemente VIII, alla guerra contro i Turchi, dove morì e fu sepolto in Presburgo, mentre Clemente VIII l'aveva eletto senatore in luogo del conte Annibale suo zio, essendogliene stato spedito il Breve.

Marchese Tommaso del marchese Antonio, senator VIII, secondogenito. Nel 1670 sposò Ippolita degli Obizzi Padovana. Fu ambasciatore a Roma dal 1661 al 1666. Sua avola paterna fu Orsina Volta sorella di Antonio Volta, il quale morì lasciando una sola figlia che si fece monaca essendo incinta. Nel testamento diceva che se fosse nato un maschio, lo istituiva erede di tutta la sua sostanza; e se una femmina, l'eredità fosse ripartita con quella già nata, con fidecomesso e obbligo però di restituire l'eredità al primo maschio che fosse nato sì dall' una che dall' altra, ed in tal caso fosse assegnata a loro una congrua dote. A questo maschio sostituì Orsina Volta sua sorella e suoi discendenti. Isotta, sua prima figlia, si fece monaca, e la postuma, che si chiamò Antonia, sposò Antonio Paselli Bianchini, e fu madre di Olimpia, alla quale essa restituì il fidecomesso. Quindi è che il marchese Tommaso Campeggi, nipote di detta Orsina, sostituita in difetto dei maschi delle suddette due figlie di Antonio, nel 1664 intentò un giudizio in Roma contro il detto Paselli Bianchini, che durò lungo tempo e fu poi abbandonato con transazione.

Conte Vincenzo del conte senator Antonio Maria, senator III, secondogenito. Entrò senatore in luogo del padre il primo dicembre 1558, sposò Brigida Malvezzi. Fu conte di Dozza. Nel 1547, da Paolo III fu fatto capitano di 200 fanti alla guardia di Parma, per la morte del Duca Pier Luigi Farnese. Nel 1572 fu ambasciatore a Gregorio XIII per la sua elezione, e ambasciatore residente presso Sisto V. Li 14 novembre 1570 parti per Roma mandato dal Reggimento, e ritornò a Bologna li 5 aprile 1571.