La via Albiroli , nome derivato da famiglia bolognese, comincia in quella di Mezzo di S.Martino dall'angolo della rimessa Grassi sino al muro dove si uniscono le strade di S.Alò a destra e della via Albàri a sinistra, e termina al voltone dei Gennari in via degli Albàri.
È di lunghezza pert. 44.07.8, e di superficie pert. 60. 74.9.
La famiglia Albiroli vi abitò per molt'anni; nel 1636 si appellava de' Centoversi , ma non se ne conosce il motivo , e d'altronde questo nome fu di corta durata. Il tratto di strada, dalla via di Mezzo a quella denominata dei Monari , fu conosciuto per via dei Grassi , giacchè aveva il suo principio in faccia all'antico palazzo di questa nobile famiglia.
Via Albiroli, cominciando a destra dalla via di Mezzo e terminando al voltone dei Gennari in via s. Nicolò degli Albari.
N. 1683. Casa, alla quale sembrano applicabili le seguenti notizie.
Li 23 aprile 1486. Gio. Boncompagni comprò da Antonio Gambalunghi o Gambalunga la metà di una casa sotto S.Tommaso del Mercato in via Albiroli per lire 205. 7. 6 ; rogito Gio. Battista Bovi. Confina ad oriente colla via che è in faccia alle case dei Grassi, a settentrione coi figli ed eredi del fu Giovanni Pasi , di dietro coi Pasi predetti, ed in parte con Tommaso Castellani, a mezzodì cogli eredi di Vanne Caccianemici.
Li 18 maggio 1493. Gaspare Boncompagni comprò da Antonio Gambalunga la metà di una casa in via Albiroli sotto s. Tommaso del Mercato per lire 250 d'argento a rogito Battista dal Bue. Confina cogli eredi di Giovanni Pasi Leonardo e fratelli Caccianemici, e Girolamo Castellani di dietro. Appartenne poi ai Pasi, indi ai Minozzi , e poscia al dottor Paolo Piella.
Tale casa passa nella via di Mezzo di s. Martino.
N.1684. Fianco del palazzo Bocchi, oggi Piella, dove furon le case degli eredi Vanne Caccianemici.
N.1685. Casa già di Pirro Fava, ora Micheli.
N.1686. Parte posteriore della casa N.1714 nella via Carbonara, di pertinenza odierna de' cittadini Vaccari e Sibaud.
N.1687. L'anno 1657, ai 27 febbraio era casa di Giovanni Pepoli, venduta ai Gongoli, come a rogito Mario Noci.
1663. Li 7 luglio. Vincenzo del fu Pietro Rognoni comprò da Giovanni Bernardino Gongoli una casa sotto s. Nicolò degli Albàri , per lire 2850, rogito Vincenzo Sabattini, nella via che va dai Grassi all' Arcivescovato; confina la via, Bocchi e li Fava. Questa casa passa nella via Carbonara al N.1712. La famiglia Gongoli fu rinnovata coll'estrazione di un putto di S.Bartolomeo, la cui discendenza terminò in un Gioseffo, che fece un vitalizio con Clemente e fratelli Primodì.
N.1688. Stabile che Baldassare del fu Francesco Fava vendette a Camillo e Ottavio padre e figlio Salaroli li 1 aprile 1581 per lire 6000, rogito Giacomo M.a Fava.
Confina la via Albiroli, ed altra via di dietro (via Carbonara) li Libani, Giacomo M.a Fava notaro e dottor Camillo Zelmi, avente patto di francare.
Del 1715 era di Alessandro Fava, poi dell' ospedale della Morte.
Via Albiroli a sinistra, entrandovi per la via di Mezzo e continuando fino a quella di s. Nicolò degli Albàri.
NN.1680, 1681, 1682. Case antiche dei Venenti.
Albiroli Lodovico comprò da Francesco Venenti una casa sotto S.Tommaso del Mercato nella via Albiroli per lire 300, rogito Tommaso Fagnani; e fu la terza famiglia Albiroli che diede il nome a questa contrada: abitavano le sopradette case nel secolo XIII più famiglie della fazione de'Geremei, un ramo della quale finiva colla moglie di Riccardo da Saliceto ed in Francesca, maritata in Carlino Ghisilieri, e l'una e l' altra vivevano nel 30 luglio 1361.
Li Venenti si estinsero, come si è detto al N.1762 della via di Mezzo di s. Martino.
Le due prime delle suddette case furono poscia in proprietà di Vittori e la terza dell' Opera dei Vergognosi.
Si passa la via Monari , proseguendo sino quasi in fondo.
N.1689. Casa con torre abbassata, la quale si dà dagli storici per quella dei Guidozagni.
Antonio Morandi la vendette li 27 febbraio 1585, rogito Francesco Maladrati, ad Annibale Bianchi, il cui figlio Gio. Battista l' alienò il 20 febbraio 1606 per L. 6800 al notaro Fulvio del fu Silvestro Zocchini, rogito Gio. Battista Ramponi.
Si dice che avesse entrata e sortita nella via dei Bevilacqua, confinando con detto vicolo ad oriente, con la via Barbiroli a 'sera, colli beni di Camillo Orsi a settentrione, e con quelli del fu Battista Fagnani a mezzodì. Un altro rogito designa per suoi confini la via delle Prigioni del Vescovato, lo stradello dietro la detta via Bevilacqua, la via detta del Voltone e gli stabili Pini e Piella.
1748. Li 6 giugno. Nicolò Zocchini, alias Minelli, causidico, figlio del fu Domenico, erede benefiziato di Fulvio di Guidascanio Zocchini , come da testamento del 19 settembre 1747, a rogito Antonio Nanni, vendette, col consenso di Margarita Santi Ridolfi, sua madre ed erede usufruttuaria del predetto Fulvio, al dottor medico Agostino di Gioseffo Danielli, della parrocchia di S.Lorenzo di Porta Stiera, una casa sotto S.Nicolò degli Albàri, in confine dei fratelli Baratta, di Pietro Arfelli, della via Albiroli, e della via Bevilacqua; più, tre botteghe sotto il Voltone Gennari, stalla, torre, per lire 10150, come da rogito Gaspare Antonio Sacchetti. La famiglia cittadina dei Danielli si divise in due rami. Quello di Galliera, che aveva casa rimpetto alle suore della Maddalena, terminò in Laura, maritata in Landi. L'altro ramo finì nella persona del curato di s. Lorenzo di Porta Stiera, e nel suddetto dottor medico, i quali lasciarono erede una loro nipote, maritata nel dottor Angelo Michele Piletti, per cui questo stabile passò ai Piletti.