Cartoleria Nuova, dal I volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani
Cartoleria Nuova, che si disse Borgo dei Cartolari anche nel 1360, comincia da Strada Stefano, e termina in Strada Maggiore.
La sua lunghezza è di pertiche 68, e la sua superficie di pertiche 125, 46, 8
Questa strada è piantata sulla fossa, o meglio presso la fossa del secondo recinto della città, perciò si disse Fossato, poi in parte Braina di S. Tommaso, e Braina di Strada Maggiore.
La presente denominazione viene dal mestiere di cartoleria che quivi si cominciò ad esercitare quando la via di Cartoleria Vecchia non bastò a contenervi le fabbriche e gli operai di questo genere di manifattura.
Li 17 novembre 1451, come da rogito di Girolamo Perotti notaro degli Anziani, fu decretato che i cartolari potessero fabbricare, nella strada di Cartoleria Nuova, essendo località più comoda per le acque, siccome lo fu in epoca più remota pei corami bianchi, carta e carta pecora, e per conciare detto corame con farina, olio, sale, allume e sapone.
1513, 16 febbraio. Gli Anziani, Consoli e Gonfalonieri di Giustizia, concessero ai cartolari, o conciatori di pelli, di esercitare la loro arte nella contrada di Cartoleria Nuova e nell' Avesella, e non altrove.
1562, 25 febbraio. Fu proibito l'esercizio del mestiere di cartolaro, e di pelacano, in Cartoleria Nuova, ma l' ultimo cartolaro qui stabilito, che fu della famiglia Berardi, continuò ad esercitarvi l'arte sua fino alli 20 agosto 1623 giorno della sua morte.
Cartoleria Nuova a destra cominciando da Strada Stefano e terminando in Strada Maggiore.
N. 605. Quivi era la porta principale della chiesa parrochiale di S. Biagio. La porta laterale della chiesa stessa, posta in istrada S. Stefano, portava il N. 80, e quella dell' ingresso al convento, nella strada stessa, il N. 79. Dicesi che questa chiesa sia stata fabbricata nel 1301, ma è certo che la sua giurisdizione parrochiale esisteva prima del 1290, come da rogito Giovannino Papazzoni del 9 giugno, col quale per decreto del giudice del vescovato vengono designati i limiti della parrochia stessa.
1473, 13 novembre. I Padri eremitani osservanti agostiniani della Congregazione Lombarda presero possesso del convento e dei beni della chiesa della Misericordia fuori porta di Strada Castiglione, in forza di una Bolla di Sisto IV delli 13 luglio 1473.
1524, 24 settembre. La chiesa di S. Biagio aveva casa con orto vicino alla chiesa, ed una casetta presso il cimitero, il qual cimitero era dalla parte di Strada Stefano. La casa con orto era probabilmente il N. 604 in Cartoleria Nuova.
1557, 25 aprile. Concessione di Paolo IV, ai Padri della Misericordia, della chiesa parrochiale, della canonica, campanile, casa, orto, ed adiacenze di S. Biagio, comprese quelle condotte in enfiteusi da Giulio ed Ippolito Peppi, dietro il disborso di L. 3500.
1558, 30 marzo. Possesso preso dai frati della chiesa di S. Biagio.
1558, 1 aprile, Compra dei Padri della Misericordia da Giulio ed Ippolito, padre e figlio Peppi, di tutti i miglioramenti ed emponemati degli edifizi esistenti sopra il volto del portico di prospetto a Strada S. Stefano sino al campanile della chiesa di S. Biagio che era fra l' ingresso del convento e la cappella maggiore della chiesa, non che del cortile di lunghezza piedi 25, per L. 855. Rogito Aurelio Magnani. Il detto Ippolito Peppi aveva comprato li 18 gennaio 1555 da Antonio Cagioliosi, i miglioramenti sopra il portico della chiesa di S. Biagio, cominciando dall'angolo di Cartoleria Nuova, e terminando al campanile, compreso il suolo di un cortile lungo piedi 25 a mezzodì, per L. 800. Rogito Gio. Battista Cevenini.
1565, 17 maggio. Convenzione fra i frati e Pompeo Camillo e fratelli Vizzani sopra la rimozione del cimitero esistente vicino alla chiesa di S. Biagio verso Strada Stefano, e concessione dei detti frati ai suddetti Vizzani del terreno di detto cimitero per farne una piazzetta, salvo sempre il jus a detti Padri di servirsi, caso abbisognassero di detto terreno da profanarsi, per fabbricare la loro chiesa e convento, con obbligo ai Vizzani "1° Di costruire a loro spese quattro sepolture ed un carnario, il quale abbia da servire quando fossero piene le suddette sepolture.
2° Che s' abbiano da mettere i termini dal capo di Cartoleria Nuova fino alla fine della seliciata di detta piazzetta a spese dei Vizzani, e quelli conservare pure a loro spese.
3° Che i Vizzani debbano salegare detta piazzetta a tutte loro spese, e pagare scudi 4 per vuotare le sepolture". Rogito Tommaso Bucchini del 1565.
1565, 2 giugno. Concessione del Vicario Generale per la demolizione del cimitero, in seguito della convenzione coi fratelli Vizzani. Rogito Cesare Belticorsi. Nell' anno stesso i Vizzani fabbricarono sotto il portico sei sepolture, quattro delle quali di piedi 5 per un verso e di piedi 6 per l' altro, e due di piedi 7 in quadro. La memoria di questo fatto si conserva in una lapide murata in un cortile interno del palazzo Vizzani, La spesa del carnario fu di L. 170, e la fabbrica di questo e del nuovo cimitero sotto il portico, di L. 1371, 0.
I Padri dilatarono il convento con acquisti fatti dalla parte della strada di S. Petronio Vecchio e di Strada S. Stefano. Si trova che li 14 marzo 1648 comprarono da Cesare Loreti una casa sotto S. Biagio in istrada S. Stefano, in confine dei Pendasi, dei compratori, e di Prospero Cantelli, obbligato a venderla in vigore del jus congrui per fare la fabbrica del chiostro, pagata L. 5400. Rogito Gio. Battista Avelli.
In questo convento vi si congregava la compagnia dei cartolari prima del 1589.
1799, 9 marzo. Questo convento, come pure quello della Misericordia, furono soppressi. La parrocchia fu traslocata nella chiesa della SS. Trinità, dove erano monache gesuate, li 17 agosto 1798, dove si fece la prima funzione li 24 dello stesso mese. Il convento, dopo aver servito da deposito di oggetti militari, ed anche da caserma, fu venduto colla chiesa al conte Filippo di Francesco Benedetti di Sinigaglia li 30 maggio 1801. Rogito Luigi Aldini.
N. 604. Casa che nel 1558, 1 aprile, i Padri della Misericordia comprarono da D. Nicolò Virgili vescovo Marsicano, già Rettore della chiesa parrochiale di S. Biagio, con orto in Cartoleria. Confina i Coragli, detta chiesa di S. Biagio, e Galeazzo Dalle Donne, per L. 3500.
N. 603. Casa nobile composta di vari stabili, uno dei quali fu già dei Zagnani, e del 1490 era di Matteo Mellini Macchiavelli, poi di Rinaldo Duglioli, e del 1548 di Gio. Pietro Galli muratore.
Altro stabile che fu di Simone e Ridolfo Pichy, e del 1558 dei Coralli, ed era presso il N. 604.
1608, 5 luglio. Era di Giulio Coralli, ed enfiteutica di S. Stefano. Confina a sera con Cartoleria Nuova, a mezzodì con i beni della chiesa di S. Biagio, con i Locatelli a settentrione, e i Doni a mattina. Rogito Carlantonio Manzolini.
1646. La casa dei Coralli passò ad Alessandro di Ottavio Sforza orefice. Confina i beni di S. Biagio, i Doni di dietro, e i Locatelli, poi Sforza, a settentrione. Nell' istrumento di concessione enfiteutica della parte di diretto dominio dell' Abbazia di S. Stefano viene qualificata per casa nobile che paga soldi 29 annui, comprende il terreno e i miglioramenti, stimata L. 2500, di lunghezza piedi 140; di larghezza, dal portico fino alla cucina, piedi 22, e dalla cucina fino alla fine piedi 10.
1659, 26 marzo. Sforza Giuseppe compra da Gio. Battista Senesi una casa con bottega in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio. Confina i beni dei Padri dei Servi a levante, a mezzodì il compratore, a settentrione Francesco Muzze, ed a ponente la strada, per L. 3000. Rogito Domenico Sandri.
1675. La casa degli Sforza confinava i Coralli e i Machiavelli a mezzodì, e i frati di S. Biagio di dietro.
Nel 1716 continuava ad essere degli Sforza.
1740, 8 febbraio. Questo stabile, quasi per metà enfiteutico di S. Stefano, fu estimato netto da canone, dal perito Antonio Ambrosi, L. 9537, 16, 8. Passò ai figli di Stefano Bolognini dello stato di Modena, mercanti in zucchero e cotone. Confinava a levante ed a mezzodì coi Padri di S. Biagio, a ponente con Cartoleria, a settentrione la maggior parte colla casa del Zannini, ed in poca parte con una dei Serviti, che ha ingresso in S. Petronio Vecchio.
1784. Passò a Luigi Bertati di Venezia, agente del conte Alessandro Pepoli. Sui primi di novembre 1795 fu comprata da Giacomo Brusa, il quale l'ingrandì acquistando una porzione del convento di S. Biagio e di una casa in S. Petronio Vecchio, dove aprì la comunicazione colla predetta strada mediante portone. I fratelli e figli del dottor Giacomo la vendettero a Gaetano, e Antonio fratelli Ambrosi, e questi a Teresa del fu Carlo Rusconi, moglie di Zaboni di Modena, che per testamento della Rusconi, ne fu poi il proprietario.
N. 602. Li 10 dicembre 1480 Matteo del fu Tito Prendiparte compra da Bartolomea del fu Eugenio Vasselli, moglie di Antonio Giavarina, erede della fu Mattea del fu Antonio Marangoni, il qual Marangoni fu erede di Gasparo cartolaro, due case unite con orto sotto S. Biagio sul suolo di S. Stefano in Cartoleria Nuova, a cui pagano soldi 25 d'annuo canone. Confina Bonizzo cartolaro di dietro, il compratore, Matteo Mellini, ovvero gli eredi del fu Tommaso Fagnani, per L. 160. Rogito Bartolomeo Rani.
1524, 23 febbraio. Testamento di Antonia Prendiparte Seccadenari, col quale lascia eredi Girolamo e Sebastiano del fu Francesco Verardini di lei nipoti.
1524, 28 ottobre. Arrogazione fatta da Tommaso del fu Matteo dell'antichissima famiglia Prendiparte, di Sebastiano Verardino pupillo ad uno dei di lui due nipoti ex filio. in proprio figlio, stante la deficienza della linea mascolina dei Prendiparte e l'età settuagenaria ed infermiccia tanto di lui che della moglie. Rogito Paolo Zani. Questo atto fu approvato con decreto Antonio Maria Campeggi.
1525, 29 dicembre. Testamento del detto Tommaso di Matteo Prendiparte. Lasciò eredi usufruttuarii Flora sua moglie, Sebastiano del fu Francesco Verardino suo nipote figlio di Camilla sua figlia, e suo addottivo, ed Antonia, altra figlia del testatore, quando che restasse vedova di Antonio Seccadenari suo marito. In quanto poi alla proprietà, costituisce erede universale detto Sebastiano suo nipote, e figlio addottivo, coll'obbligo di assumere il cognome Prendiparte, e con la caducità in caso della innosservanza di questa sua volontà. Rogito Paolo Zani. Un Aldrobandino Prendiparte aveva beni nell' isola di Reno nel 1225.
1548, 19 marzo. Casa del fu Tommaso Prendiparte, che anticamente erano due, e forse tre, con orto, sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina gli eredi di Matteo Mellini alias Macchiavelli, poi Rinaldo Duglioli, gli eredi di Gio. Battista di Nicolò Baldo, poscia Gio. Pietro Galli muratore, e i successori del fu Francesco da Fagnano. Rogito Guglielmo Dondini.
1578, 22 febbraio. Casa di Tommaso del fu Sebastiano Prendiparte Verardini, sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina a sera la via pubblica, Albino Duglioli di sotto, a settentrione (N. 601), i Galli di sopra, (N. 603) a mezzodì, i Cristiani a mattina, ossia di dietro; paga soldi 34, 8. Rogito Angelo Michele del fu Lodovico Barbari.
Francesco della Muzza compra da Andrea e Fabio Verardini una casa e casette unite poste sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, per L. 9500. Rogito Francesco Boninsegna e Gio. Ricci, del primo luglio 1631.
1692, 8 maggio. Francesco e Giuseppe Muzza vendono la suddetta casa ad Antonio e fratelli Fattini già gessaroli, per L. 1400. Confina a mezzodì gli Sforza, a settentrione gli eredi Scarfaglia, e di dietro mediante chiavica gli Sforza, e rispettivamente S. Petronio Vecchio. Rogito Gio. Battista de Maria. L' ultimo dei Zannini fu Angelo Maria morto li 27 dicembre 1745, con testamento del 5 marzo 1745, nel quale dispone della sua eredità a favore dell' avvocato degli anziani in carica nel bimestre in cui seguirà la sua morte, o di quello del susseguente bimestre, quante volte per l' altro non si potessero verificare certe condizioni da lui prescritte, fra le quali quella che non fosse nobile, o che discendesse da persone illegittime. Era giudice degli Anziani l'avvocato Lorenzo Piella figlio del dott. Paolo Piella conte, ma bastardo di un computista dell' ospedale della Vita, per cui fu ottenuta l' eredità dal giudice del primo bimestre 1746, e cioè dall' avv. Arnoaldi.
1754, 22 aprile. L' avv. Giacomo di Camillo Arnoaldi Velli vende a Pellico Zani orefice, una casa nobile con stalla, rimessa, in Cartoleria Nuova, sotto S. Biagio. Confina a levante ed a mezzodì con Stefano Bolognini successore Sforza, a settentrione in parte le suore di S. Bernardino, ed in parte la strada di S. Petronio vecchio, per L. 11800. Rogito Aurelio Brusa. Passò a Francesco Brunenti che l'acquistò dai creditori di Girolamo Zani, e che li 29 marzo 1805 la vendette al conte Valerio Dosi per L. 20000. Rogito Vasceri. Fu poi del dottor medico Santagata.
N. 601. Li 20 maggio 1528 Diofebo Tubertini alias Nascimbeni vende ad Alfonso Fantini una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina detta via, gli eredi di Baldassarre Gambaro di dietro mediante chiavica, l'infrascritta casa, Ippolita Bersani con una pezza di terra prativa della larghezza di detta casa, con orto posto come sopra. L' altra casa confina con Pietro Lapi, e poscia li Bernardi dalla parte davanti, e di dietro mediante chiavica, la suddetta altra casa, e la via posta con una pezzola di terra prativa enfiteutica della compagnia dei Cartolari per L. 1200. Rogito Gio. Battista Canonici e Bartolomeo Casali.
1554, 29 agosto. Vincenzo Fantini vende a Fabio Vassellotti la sua casa in Cartoleria Nuova, in confine di Floriano Croci, dei Bernardi e di Giulio Cesare Varotari. Rogito Cesare Gerardi.
1560, 6 maggio. Girolamo Verardini aveva comprato la casa del Vasselotti. Rogito Giovanni Celidoni.
1611, 25 giugno. Casa di Vincenzo Coralli già vendutagli da Simone e Ridolfo Pichi, posta sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina coi Bernardi, coi beni già della società dei calzolari da due lati, a mezzodì e di dietro, cogli eredi di Cristoforo Trombetta o Trombella, e con Girolamo Verardini. Rogito Giulio Cesare di Negrino Negrini.
1616, 14 marzo. Vincenzo da Argile successore di Vincenzo Coralli vende ad Orazio del fu Giuseppe Uguzzoni una casa venduta ai Coralli da Pichi in maggio 1559, posta in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio. Confina i Bernardi a settentrione, i beni già della società dei calzolari da due lati, a mezzodì e di dietro, gli eredi di Stefano Trombetti, ed in loro luogo i Verardini.
1659, 30 gennaio. Antonio Ricci e Girolamo Vaccari capi creditori dello stato di Giuseppe Uguzzoni, vendono all' abbazia di S. Stefano, per la somma di L. 2500, con riserva del consenso dell'abbate di S. Stefano, e colla presenza delle suore di S. Bernardino, le loro ragioni, e della monaca Uguzzoni ultima di sua casa, gl'infrascritti beni a Carlo Fumo Scarfaglia, consistenti in una casetta ridotta ad uso di loggia posta sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, con corte ed orto, la quale confina con altri beni Uguzzoni successori Bernardi a settentrione, con Francesco Muzza successore Verardini a mezzodì, la qual casa ridotta a loggia è lunga piedi 130, larga piedi 12 davanti, piedi 10 di dietro, e caricata del canone d' annui soldi 10. Più una casa che confina a settentrione con beni Aldini, a mezzodì colla detta loggia, valutata L. 3500, totale L. 6000. Rogito Camillo di Carlo Lodi. Dicesi che il ramo Uguzzoni terminasse in una monaca dei SS. Bernardino e Marta, il qual monastero vendette questo stabile a Giuseppe Fontana, capo mastro muratore dell'opera dei vergognosi, e che questi 10 vendesse nel 1770 al dott. Camillo Zanetti Faloppia, cancelliere del Reggimento, che nel 1771 poi vi fabbricò due archi di portico. Morì senza successione, ed instituì erede Il dott. medico Santagata.
N. 600. Li 28 dicembre 1512 Scipione del fu Floriano Dal Ferro vendette questa casa a Corallo del fu Agostino Mazzoni cartolaro, assieme ad un terreno vacuo e prativo al di là della strada. Essa è sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, presso la detta via, presso S. Petronio Vecchio a settentrione, presso altra casa libera di detto Scipione a mezzodì, e presso ser Tommaso Macchiavelli. Il terreno è largo quanto la casa. Confina con Michele Mauri, con il fossato e coi Fantuzzi.
1575, 23 marzo. Fu rinnovata la locazione enfiteutica di S. Stefano, a Damiano ed Agostino fratelli e figli del fu Corallo, della casa posta sull'angolo di S. Petronio Vecchio e di Cartoleria. Il guasto è rimpetto alla medesima. L' annuo canone era di soldi 14.
Il predetto terreno fu venduto li 13 gennaio 1542 a Nicolò Pier Melchiorre Panzacchia per L. 125. Confinava verso mezzodì coi beni dell' ospitale dei Servi, e verso sera, mediante calandrone, il detto Nicolò Macchiavelli, come anche verso aquilone. Li Coralli pretendevano che il canone fosso stato francato. Rogito Tommaso di Domenico Passarotti ed Antenore di Bartolomeo Melegotti.
1616, 14 marzo. Questi stabili erano di Aldino del fu Tommaso Aldini marescalco della cappella di S. Tommaso di Strada Maggiore, a favor del quale fu fatto il seguente decreto li 28 aprile 1617 dall' Ornato: "Concessione di suolo pubblico per la fronte della casa in Cartoleria Nuova, ad Aldino Aldini fabbro ferraio, marescalco e cittadino, ma non originario". Sotto la predetta data 14 marzo 1616 si trova: casa di Aldino del fu Tommaso Aldini, della lunghezza di piedi 123 e larghezza piedi 12 davanti, e piedi 6 1/2 di dietro, sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova nell' angolo di San Petronio Vecchio. Confina S. Petronio Vecchio a settentrione, altra casetta a mezzodì ad uso di cartolaro, la quale è allodiale e libera, ed anticamente posseduta da Scipione Dal Ferro, poi dai Coralli suoi successori, in confine di Francesco Verardini, poi dei suoi eredi.
1645, 5 febbraio. Casa di Vincenzo e Gio. Battista Aldini in Cartoleria Nuova. Confina S. Petronio Vecchio a settentrione, altra casa a mezzodì ad uso di cartoleria allodiale e libera, e che fu già di Scipione dal Ferro, e dopo dei Coralli, confina i Ciechi, ed il fu Francesco Verardini. poi i suoi eredi, e di dietro la chiavica. In oggi confina colle due contrade, la chiavica, i beni di Francesco Muzia successore Verardini, gli Ugulzoni (Ugozzoni) successori dei Coralli mediante l'edifizio di casa e bottega libera ed allodiale. Rogito Vincenzo Vasselli. 1715. In quest'epoca apparteneva al dott. Aldini, poi ai Fontana discendenti del Perito, e che lo possedettero anche in progresso di tempo.
Si passa S. Petronio Vecchio.
N. 597. Casa che Tolomeo Duglioli vendette li 25 gennaio 1622 a Gio. Antonio e Bernardo di Domenico Baruffi per L. 3600, enfiteutica di S. Stefano, rogito Giulio Cesare Negrini. Confina gli eredi di Innocenzo Cristiani, e i Verardini eredi di Sebastiano Prendiparte, poi i detti compratori. L' ultimo dei Baruti fu Gio. Antonio figlio di Bastardo, Giuseppe Aureli oriundo di Monte Tortore, e fu erede in causa di Virginia di Bonifacio Baruti, maritata in Iacopo Aureli del 1629. Gli Aureli affacciarono diritti sopra questa casa, ma senza effetto. Questo locale, servì poi al Collegio Iacobs detto dei Fiamminghi. Fu esso instituito da Gio. Iacobs ricco orefice di Bruxelles stabilito in Bologna, con suo testamento dell' 8 novembre 1650, col quale lasciò i suoi beni del Belgio ai suoi parenti, e per quelli d' Italia nominò eredi fiduciari il marchese Achille Albergati Vezza, Angelo Maria Angelelli, il dottor in legge Domenico Comelli, onde istituissero il suddetto collegio, pel quale destinò la sua casa da esso fabbricata nel Pradello, e nella quale il Senato, nel 17 febbraio 1545, gli donò suolo per farvi il portico davanti (vedi Pradello), e quivi fu istituito il collegio stesso. Li 10 maggio 1659 fu traslocato in via Barbaria nella casa già Poeti N. 369 comprata per L. 18500 e che poi fu venduta li 24 gennaio 1678 per L. 20500 colla riserva di occupare il locale fino alli 8 maggio susseguente dietro il convenuto affitto di L. 116, 13, 4. Dal 1678 in poi rimase in questo locale venduto dagli eredi Baruti per L. 16500. Rogito Bartolomeo Massimigli del 3 ottobre 1679.
I cinque collegiali che per anni 5 si applicavano agli studi di legge e medicina, erano eletti dall' Università, o dall' arte degli orefici in Bruxelles, e scelti fra le famiglie cittadine più distinte di quella città, abitanti sotto la parrocchia di Santa Maria Capellara. In Bologna erano sorvegliati e diretti da un Rettore prete secolare, e da una commissione scelta fra nobili e cittadini bolognesi. Dal 1796 al 1816 non furono mandati alunni, ma poscia fu in piena attività, ritenendosi che le sue rendite ammontassero a circa Sc. 2000 romani.
N. 596. Questa casa fu lasciata con testamento da Tommaso Macchiavelli alla compagnia di S. Giobbe ed ai Padri della Misericordia. Era casa grande posta in Cartoleria Nuova, in confine di due casette in S. Petronio Vecchio, enfiteutiche di S. Stefano. Rogito Girolamo Castellani delli 18 agosto 1517. Fu poi di Francesco Cristiani, poscia di Francesco Tacconi, indi dei Cagnolati, ed Anna Gagnolati la vendette ai Galli detti Bibiena (1). Quivi morì il celebre pittore Francesco li 31 gennaio 1734. Fu poi acquistata cogli annessi dall' avv. Giacomo Pistorini consultore del Senato. che la risarcì internamente con molta spesa. I di lui eredi e fratelli la vendettero a Luigi Tomba, dai cui successori fu poi posseduta.
N. 595. Casa lasciata per legato da Domenico Prati vassellaro al fu Gherardo Canali. È enfiteutica di S. Stefano, a cui pagansi annui soldi 20. Si dice essere in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio, ad uso di Cartoleria. Confinava a sera la strada di sopra, Innocenzo Maria Cristiani di dietro, e di sotto i Casy, rogito Giulio Ascanj delli 13 novembre 1578.
1588, 4 gennaio. Casa già di Gherardo Canali venduta ad Innocenzo del fu Camillo Cristiani posta in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio. Confina gli eredi di Agostino dei Casy, e i compratori da due lati. Passò a Pietro e fratelli Pedretti, dai quali fu venduta a Filippo Bondi, ed a Bartolomeo, e Francesco di Rocco Locatelli per L. 7200, rogito Scipione Cavazzi. È posta in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio in confine dei Cristiani e di Giacomo Volta. I suddetti la vendettero per L. 6600 a Giacomo di Gabrielle Scarselli, rogito di Vincenzo Vassalli delli 15 febbraio 1647. 1651, 21 gennaio. La detta casa fu comprata per lo stesso prezzo da Antonio Maria di Matteo Boschi. Rogito Gio. Battista Baldini. Dopo i predetti due ultimi contratti, col patto di francare, fu comprata alla subasta dai Padri di S. Giorgio per lire 3800. Rogito Giacomo Pilla delli 24 maggio 1657. Confina i Cristiani, e Giacomo Volta. Del 1715 era tuttavia dei detti Serviti. Appartenne all' avv. Pistorini, poscia agli eredi Tomba.
N. 594. Stabile che del 1588 era di Agostino de Casy, del 1657 di Giacomo Volta poi del consultore Pistorini, indi degli eredi Tomba. Li 11 gennaio 1547 era di Bene detto di Pellico Peracchini sartore. È detto essere sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, confinare con Agostino de Casy di sopra, cogli eredi di Tommaso Branchetta barbiere, e con chiavica di dietro.
N. 593. 1589, 21 gennaio. Casa di Pantasilea de Perini lasciata ad Annibale di Giovanni Cavagli, sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina con Marcantonio Balzani, con Cassio ed altri de Casy.
1611, 24 ottobre. In quest' epoca era di Benedetto Peracchini, o Peraccini, sucessore di Vincenzo Rota. Confinava con Tommaso e Lodovico Balzani di sotto, e nel 1715 era di suor Maria Vincenza Ponti di Guglielmo, monaca in S. Pietro Martire, dal qual monastero fu venduta al consultore Pistorini, e da' suoi successori alienata ai Tomba. Era ad uso di forno da massaria.
N. 592. Li 19 settembre 1522 Serena del fu Domenico Matteo Mellini Machiavelli vende a Catterina del fu Roberto di Scozia calzolaro, una casa in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio. Confina Alberto da S. Venanzio dal lato inferiore, gli eredi Machiavelli dall' altro lato, e i beni dei frati dei Servi di dietro, per L. 650 di bolognini. Rogito Gio. Battista de' Buoi delli 29 giugno 1549.
1538, 11 aprile. Francesco del fu Domenico Machiavelli cartolaro, vende due case a Domenico di Grazia de Banchetti barbieri, una delle quali alquanto grande con orto sotto S. Biagio, in Cartoleria Nuova. Confina dalla parte di S. Biagio con Francesco Zocchi, dall'altra la casa piccola che confina con Catterina di Scozia, con Gio. Battista Machiavelli, e di dietro i Serviti, per L. 2000 nette dal canone. Rogito Lodovico di Nicola Scodieri.
1611, 24 ottobre. Casa di Tommaso e di Lodovico Balzani posta in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio. Confina di dietro coi beni de' suoi mediante chiavica, con Battista e figli Machiavelli, poi Battista del fu Lodovico Sanvenanzo, ed in loro luogo i Balzani di sotto, gli eredi di Benedetto Peraccini successore di Vincenzo Rota di sopra. Erano già state due case e passarono ai Balzani per eredità materna.
1737, 24 maggio. Questa casa con altra piccola con stalla e teggia, fu comprata dai Padri Serviti, mentre era di Angelo Balzani, e pagata L. 8023, 8, 4, non compreso il canone dovuto a S. Stefano. Rogito Gio. Giuseppe Pedini. Nel giugno e luglio del 1778 fu fatta la facciata, poi acquistata dall' erede del celebre musico Farinello, e dalla di lui figlia venduta al conte Tiberio Fantaguzzi di Cesena.
N. 591. Casa già dei Sanvenanzi, poi Balzani, indi di Vincenzo Borghi padre del dott. Domenico medico di grande celebrità.
NN. 590, 589. Case già dei Ghelli da Budrio fatti cittadini di Bologna dal Legato Francesco Gonzaga li 23 novembre 1472. Taddeo di Tommaso venne a stabilirsi a Bologna circa il 1490 per esercitare la cartolaria. Terminarono in Giuseppe di Taddeo morto poverissimo li 17 febbraio 1727, ed in Anna od Antonia di Lodovico, moglie del marchese Vincenzo Manzoli, morta li 27 novembre 1731, per cui l'eredità Ghelli passò nei Manzoli, poi nei conti Marsili. In questo stabile è compresa una casa con corte ed orto enfiteutica di S. Stefano al quale si pagavano soldi 16 1/2, che Graziolo di Lemmo Vasselli da Luca vendette ad Albiso ed Antonio Domenico da Bibulano per L. 120 comprese le ragioni spettanti a detta casa dietro il fossato e le ripe del medesimo. Confina Guglielmo cartolaro, la via pubblica e l'orto, ossia terreno dei Padri dei Servi. Rogito Giacobino di Quintilio.
1360, 17 marzo. Compra Guglielmo di Gio. di Gerardino cartolaro da Nicolò di Galvano marzaro, gli edifizi di una casa sotto la parrocchia di S. Biagio nel Borgo dei Cartolari, sopra terreno della chiesa di S. Stefano, per L. 120. Rogito Lambertino Fantuzzi.
1513, 15 gennaio. Casa di diretto dominio dell' Abbazia di S. Stefano locata a Galeazotti naturale del fu Giulio Bargellini. Confina con Cartoleria Nuova, con beni dei Serviti di sotto e di dietro mediante chiavica, e con Taddeo Ghelli.
1539, 1 marzo. In tal giorno il suddetto Bargellini vendette al precitato Taddeo Ghelli una casa con orto in Cartoleria Nuova, in confine del compratore e dei beni dei Servi, per L. 850, rogito Andrea Mamelloni ed Andrea Serafini. Un rogito di Francesco Barbadori delli 27 settembre 1556 ci istruisce che questa casa era stata da pochi anni addietro fabbricata da Ghelli Taddeo, e che confinava con Lodovico da S. Venanzo.
I Ghelli vendettero questo stabile a Vitale De Buoi, padre di Andrea, li 23 maggio 1622. Rogito Gio. Felini, ed il predetto Andrea lo alienò il primo settembre 1659 a Giulio Guidalotti per L. 24500. Rogito dello stesso. Si dice essere casa grande ridotta in due, con tre porte, sette cortili, in confine di Francesco Forti a mezzodì, dei Padri Serviti a levante e settentrione, e la via a ponente. In questa compra vi furono compresi altri stabili in faccia dal lato opposto della strada di cui in appresso.
II ramo Guidalotti che qui abitava e che si diceva di Cartoleria, terminò in Teresa di Lodovico, moglie di Gioseffo Maria Guidascanio Guidalotti Franchini suo cugino, morta li 23 novembre 1805. I Guidalotti vendettero questa casa ai Padri Serviti l'8 maggio 1754 per L. 25000. Rogito Gio. Rosini e Gio. Giuseppe Pedini. I figli e fratelli del fu Carlo Cella l'acquistarono dal Demanio, ma poco dopo la vendettero al dott. Filippo Tacconi sindaco del reggimento, i cui figli poscia la vendettero ad Andrea Bersani che chiuse una delle porte che aveva, e fece un nuovo atrio ed una nuova e bella scala. Il portico uniforme, che dalla casa di Pietrantonio e fratelli Ghelli termina alla chiesa di S. Tommaso di Strada Maggiore, fu fatto fare nel 1563 dal vicelegato Cesi, per dar comunicazione, sempre al coperto, alla strada di S. Stefano con strada Maggiore.
1562, 29 agosto. Il Senato accordò un sussidio per la fabbrica del portico di Strada Maggiore detto di Cartoleria.
N. 584. Chiesa parrochiale di S. Tommaso della Braina, una delle più antiche di Bologna, della quale pretendesi averne memoria del 1121. Dicesi che il Crocifisso che era sotto il portico di questa chiesa dalla parte di Strada Maggiore, coperto da una pietra in taglio, fosse pittura del 450, nel qual caso sarebbe la più antica di quante esistettero in Bologna, ma l' autore che ci trasmette questa notizia aggiunge che fu fatto coprire dal dott. Antonio Fronti morto nel 1303. Il dottor in leggi Antonio di Cossa Fronti detto da Budrio invece morì li 28 novembre 1493, e fu sepolto in questa chiesa. Po trebbe essere che vi fosse errore di data anche sul conto della pittura.
Nel 1617 fu terminata la chiesa di S. Tommaso di Strada Maggiore da alcuni ricchi parrochiani. Sopra il portico dalla parte di Cartoleria Nuova, vi era una compagnia che si aggregò a quella delle Rondini. Risarcendosi il portico della suddetta chiesa nel 1760 si trovò la seguente iscrizione.
DUZOLI
A S
BTOLI STRAZAROLI
ET SUOR HRDUM
la quale fu murata assieme al suanunciato bellissimo Crocifisso molto antico ed alla madonna citata dal Masini. Cessata la chiesa di essere parrocchia, fu chiusa li 16 agosto 1808, e dopo il 1812 venduta al conte Camillo Bargellini, mentre era affittata ad uso di magazzino da legname. Nel 1828 fu pressochè ridotta dal detto suo proprietario in guisa da poter servire di nuovo al culto.
Cartolerìa Nuova a sinistra cominciando da Strada S. Stefano e terminando in istrada Maggiore.
NN. 606, 607. Casa e spezieria dei Zanoni.
1394, 6 ottobre. Matteo Guiduccio Griffoni notaio della cappella di S. Barbaziano, vende a Francesco del fu Francesco da Castel S. Pietro notaio della cappella di Santa Maria Maddalena per l'arte dei beccari, una casa sotto S. Biagio presso la strada di S. Stefano e di Cartoleria Nuova e presso l' ospitale di S. Biagio, per L. 800 di Bolognini. Rogito di Giacomo del fu Guglielmo di ser Leonardo da S. Giorgio.
1408, 19 settembre. Giacomo e Antonio di Guglielmo speziale vende a Cambio di Floriano Beccari due case in cappella di S. Biagio, per L. 300. Rogito Lodovico Codagnelli. Confina Gerardino di Bettino da Cavogli, o Gio. Bombologni, i Cavalieri, l' ospitale di S. Biagio, ed un casamento del fu Betto di Giacomo.
1492, 9 aprile. La spezieria fu data in dote da Marco Speciari a Diamante sposa promessa di Gio. Andrea di Antonio Bigatti, in lire 400 di valore, ed in lire 100 di mobili.
1501, 31 marzo. Laura Speciari maritata in Pietro Signorini, e Diamante Speciari in Gio. Andrea Bigatti sorelle, e figlie di Marco del fu Bartolomeo Speciari, vendono la casa, esclusa la spezieria, alla compagnia dei Servi, per L. 489, 4, 7 d'argento, pari a L. 530 moneta corrente. Rogito Domenico Maria Amorini. Confina due strade, i Certosini, e la fossa per dove corre l' acqua.
1509, 7 novembre. Vendita fatta da Gio. Andrea Bigatti erede di Diamante Speciari sua moglie, alla compagnia dei Servi, della bottega ad uso di speziale, e di larderia, sul cantone di Cartoleria Nuova, per L. 280, comprata dall' ospitale. Rogito Benedetto dall'Aglio.
1508, 25 novembre. La casa e bottega ad uso di spezieria e di lardaria, fu data in enfiteusi a Filippo Maria e Nanne fratelli Savi, per annue L. 50. Rogito del detto dall'Aglio. Confina due strade, i beni della compagnia, e i Certosini. La: bottega era in Cartoleria Nuova.
1544, 25 giugno. Assegnazione fatta dalla Camera di Bologna allo spedale dei Servi di un guasto e di un portico nell' angolo di Cartoleria Nuova, in faccia alla chiesa di S. Biagio, fino ad una casa dello spedale. Rogito Gaspare Merighi, e Nicolò Panzacchi. Il 9 novembre 1555 passarono convenzioni fra lo spedale e Taddea vedova Savi, intorno alla fabbrica da farsi su detto guasto. Rogito Antonio Stancari.
1548, 15 maggio. Licenza data a Filippo e Carlo del fu Nanne Savi di poter fabbricare sopra il portico chiuso in Cartoleria Nuova, per tutta l' estensione della casa e bottega da loro goduta in enfiteusi. Rogito Nicolò Panzacchia. Il detto stabile confinava le due strade, e i beni dell' ospitale. II portico era dalla parte di Cartoleria.
1577, 25 gennaio. Convenzione fra i fratelli Savi e l' ospitale dei Servi per la fabbrica sopra il Calandrone, e per attacar la volta nel muro della chiesa, e conficar muri nella casa annessa in Cartoleria Nuova appartenente allo spedale, per L. 1800, nelle quali è compresa la francazione del canone della casa e spezieria, che i predetti Savi comprarono, ampliando la fabbrica preesistente.
Il N. 607 era una casa dell' ospitale dei Servi che il 3 gennaio 1786 fu venduta a Gio. Pietro Zanoni, in confine d'altra casa dell'ospitale, pagata L. 3000. Rogito Francesco Triboli. Quasi tutto il suolo dall' angolo di Cartoleria Nuova con Strada S. Stefano fino al di là di S. Petronio Vecchio, fu anche in tempi non molto lontani tutto aperto, e non caseggiato fino alle mura del secondo recinto. Nel medesimo vi era un fossato per cui correva l'acqua del canale di Savena, il qual fossato dai notari era comunemente chiamato Calandrone. Daremo qui per data i contratti seguiti delle pezze di detto terreno.
1466, 13 novembre. Compra degli uffiziali dell' ospitale dei Servi da Cesare Panzacchia di una pezza di terreno vacuo a guisa di prato posta parte sotto Santa Maria di Castel de' Britti, e parte sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, per ducati 200. Rogito Giorgio Donati.
1491, 22 settembre. Compra del detto ospitale da Scipione del fu Floriano Geri di una pezza di terra di là dal fossato per cui corre l' acqua di Cartoleria, e più altra pezza da Filippa madre del detto Geri, per L. 25. Rogito Antonio Amorini.
1492, 23 febbraio. Compra lo spedale predetto da Melchiorre e Gio. Battista Panzacchia, una pezza di terra prativa di piedi 12 in larghezza e di piedi 30 in lunghezza, sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, per L. 12 d'argento. Rogito Antonio Amorini. Confina l'ospitale da due lati ed il fossato.
1547, 3 gennaio. Locazione dello spedale a Gio. Gabriele Guidotti di una pezza o guasto in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio, lunga piedi 19, 6 dal confine di Cartoleria Nuova fino al muro che rinchiude di là dal fossato il cortile dello spedale dei Servi, per annue L. 40, con facoltà di fabbricare. Rogito Nicolò Panzacchia.
N. 608. Casa dell' ospitale dei Servi, la quale era già stata fabbricata sopra il suddetto terreno vacuo prima del 1577, poi appartenne ai Tartarini. Si trova sotto li 17 giugno 1573 che il cav. Mino del fu dott. Andrea Rossi compra dall' ospitale dei Servi una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, in confine d'altra casa di detto ospitale, e degli eredi di Gio. Gabrielle Guidotti, per scudi 550 d' oro. Rogito Melchiorre Panzacchia.
N. 609. Li 5 marzo 1578 lo spedale dei Servi dà in enfiteusi a Claudio ed Annibale Guidotti, una pezza guastiva in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio, in confine dei beni dell' ospitale da due lati, e del cortile dell' ospitale medesimo, per l' annuo canone di L. 2. Pare che questa fosse una rinnovazione, perchè nel 1547 l'ospitale aveva concesso una pezza per lo stesso canone a Gio. Gabrielle di Paolo Guidoni. La casa che vi fu fabbricata fu venduta li 18 marzo 1644 da Antonio e fratelli Guidoni a D. Gio. Landi. Rogito Vincenzo Vasselli. Nel 1694 era dei Zanardi, poi passò a Francesco Casali, indi appartenne ai Cerati.
N. 610. Il 7 maggio 1442 Lorenzo del fu Giacomo Banzoli cartolaro, dona a Lodovico del fu Gabrielle Dolfi notaro, due pezzole di terra, come da rogito di Tommaso Prendiparte. Il 7 giugno 1482 vengono qualificate per prative, l' una di piedi 24, l'altra di piedi 12 circa, poste in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio, in luogo detto le Rive da S. Biagio, presso i beni dell' ospitale di S. Biagio, presso i muri antichi della città, presso Floriano Dal Ferro, e i beni della compagnia dei calzolari. In altro rogito viene così descritto : terreno in luogo detto le Rive di S. Biagio di piedi 24 dal lato anteriore presso Floriano Dal Ferro, la via pubblica, il fossato e i beni dei calzolari. Dal lato del muro da una parte è di piedi 12, e confina il canale, il detto Dal Ferro, ed il Di Beldo. Item piedi 24 dal detto lato presso l'ospitale di S. Biagio, presso detto Nicolò di Beldo, ed il fossato. Il Dolfi allora abitava sotto la parrocchia di Santa Lucia. Questo terreno o guasto è lungo piedi 49 e largo piedi 75.
1489, 1 giugno. Compra l'ospedale dei Servi da Lodovico Dolfolo una pezzetta di terra dietro al fossato per cui scorre l' acqua fino alle mura già della città, sotto S. Biagio, per L. 16. Rogito Antonio Amorini.
1599, 7 febbraio. Locazione enfiteutica fatta dagli amministratori dello spedale di S. Biagio a Floriano Ambrosini, di una pezza guastiva con stalla e coperto basso, posta in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio, per L. 12 di canone, con obbligo di fabbricare entro il 1600 due case con ingresso nella via di Cartoleria, lo che fatto debba pagare L. 600 ed un annuo canone di L. 60. Rogito Melchiorre Panzacchia. Confina con beni dell'ospitale condotti dal Guidotti, con Melchiorre Panzacchia di sotto, e con le mura vecchie della città a ponente.
1633, 15 ottobre. Fu in quell'epoca rinnovata la locazione a Dorotea unica erede del fu Floriano Ambrosini, dallo spedale, della pezza di terra guastiva, ed in parte ortiva, con stalla e coperto, di là dal Calandrone che passa per detta pezza di terra, per annue L. 12, rogito Paolo Abelli. Confina i successori, e Panzacchia di sotto.
1636, 14 febbraio. La detta Dorotea moglie del dottor medico Matteo del fu Giacomo Amoldoni vendette al dott. Andrea del fu Cesare Mariani, la casa in Cartoleria Nuova, per L. 3500. Rogito Pompeo Cignani. Il dott. Marco del predetto Andrea Mariani dottor in leggi, ultimo di sua famiglia, col suo testamento del 20 novembre 1709, rogito Pietro Maria Scarselli, istituì un collegio da dirsi Mariano, per quattro studenti nobili da regolarsi sul modello del collegio Poeti, e nominò commissari il P. Amici dell'oratorio, Iacopo Pasi dottor di medicina, ed il Causidico Beltrandi.
Il testatore mori li 11 dicembre 1709. Marcantonio Scotti che si trovò presente all' uccisione di Paris Maria di Gabrielle Grassi, seguita il 9 febbraio 1632, per mandato del marchese Antonio Legnani fu condannato a 10 anni di galera. Prima di partire lasciò la custodia de' suoi beni a suo cognato Andrea dott. Mariani padre del testatore, il quale fece l' inventario dei beni ereditari del dott. Costanzo Scotti, fratello del suddetto Marcantonio, li 13 luglio 1652. Rogito Benvenuto Peraccini. Durante la sua condanna nella galera di S. Domenico, ottenne lo Scotti dal capitano della galera di San Gio. Battista, in mancanza del tenente generale, di poter fare il suo testamento.
E diffatti li 18 novembre 1652, a rogito Bartolomeo Vanni, testò, e dopo varii legati, istituì erede Giovanni Costanzo Scotti suo figlio naturale. Morì lo Scotti li 26 febbraio 1654. Cecilia del fu Giovanni Scotti, sorella di detto Marcantonio e moglie del dottor Andrea Mariani, aderì all'eredità del fratello, e fece l' inventario mediante il di lei pro curatore Gio. Pellico Seghetti. La detta Cecilia, vedova Mariani, transigette li 19 novembre 1665 con Gio. Costanzo e Francesco fratelli e figli di Marcantonio Scotti, dietro il pagamento di L. 11000, dal quale ne riportò plenaria assoluzione li 27 novembre 1675.
Morì Gio. Costanzo Scotti li 10 marzo 1695 nella terra di Sant'Arcangelo, e Marcantonio di lui figlio ripudiò l'eredità, come da rogito Vincenzo Garganelli, ma scoperto il testamento dell' avo, fece uso delle sue ragioni.
1710, 23 dicembre. Anna, Isabella e Lucrezia sorelle, e figlie di Gio. Costanzo, transigettero col fratello, e li 26 giugno 1720 gli fecero donazione delle loro ragioni contro L. 4000 pagate, e contro la promessa di altre L. 16000 in tanti effetti da ricuperarsi sull' eredità Mariani. Riportate tre sentenze in Bologna, e cinque in Roma, Marcantonio detto Marchino Scotti bravo suonatore di violino fu messo in possesso di tutta l'eredità Mariani li 24 luglio 1720 dal P. Giuseppe Amici erede fiduciaria del fu dott. Mario, valutata L. 120000, come da rogito Monesi. In questo modo non potè aver luogo l' instituzione del collegio Mariani.
Passata questa casa agli Scotti, la cedettero li 16 agosto 1734 a D. Antonio Maria curato di Santa Cristina di Pietralata, ed a D. Filippo Carlo fratelli e figli di Lucantonio Tiraferri, e questi nello stesso giorno transigettero colla compagnia dei Seni pagandogli L. 6267, 14, 2 per la francazione del canone. Rogito Gio. Antonio Magagnoli. Gli eredi di detto Antonio Tirraferri la vendettero poscia al dottor causidico Antonio Avidali.
N. 611. Quivi era un terreno prativo lungo piedi 24 fino al fossato, di Scipione Dal Ferro proprietario della casa N. 600 nel lato opposto della strada, poi del dottor curiale Fontana. Confinava Michele Mauri, il fossato, e quelli degli Elefanti. Del 1543 il detto terreno fu comprato da Nicolò di Melchiorre Panzacchia, ed allora confinava a mezzodì i beni dell' ospitale dei Servi, verso sera il Calandrone, e ad aquilone il detto Panzacchia. Il Panzacchia unì alla vicina sua casa la fabbrica che potè fare sul suddetto terreno. In confine del Panzacchia verso settentrione vi era una casa, ora incorporata nel N. 611, la quale nel 1603 era di Giovanni da Panico, nel 1610 di Laura dal Muto, e del 1616 il 4 giugno Giulio Cesare Pallini la vendette a Marcantonio Santamaria per L. 5000. Rogito Girolamo Fulchi. Confina Melchiorre e fratelli Panzacchia, Fabbio Vittori, e Gio. Lari. Era affittata L. 300. Appartenne al dott. Nicolò, morto nel 1680, ultimo di sua famiglia.
La parrocchia di S. Biagio successe a Polissena Panzacchia che la vendette li 22 giugno 1700 al dott. Marco Mariani per una rendita di L. 206, 18, di Monte Giulio. Rogito Paolo Pancotti. Ma si trova che tanto quella dei Macchiavelli, che dei Santamaria, erano unite in una sola nel 1711, ed apparteneva tutta alla predetta parrocchia, la quale la vendette a Gio. Battista Nobili, che la restaurò nel 1780, poi la vendette al dott. Paolo del dott. Giuseppe Veratti marito della celebre dottoressa Laura Bassi Veratti. Nel 1289 in questa situazione si pubblicavano i bandi, che allora chiamavasi presso il Trebbo dei Zovonzoni.
N. 612. Pare che questo sia lo stabile che il 4 dicembre 1467 Marchione di Barnaba dalla Bombara vendette a Bia di Filippo Felicini morta li 13 settembre 1486 lasciando erede Gio. Guidotti suo marito, della metà di una casa in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio, presso Guido cartolaro, Antonio di Marchione cartolaro, ed il muro antico della città, valutato L. 120 d' argento. Rogito Gio. Battista Mussolini. È poi certo che del 1582 era dei Lari, e Girolamo di Astorre la possedeva li 15 gennaio 1603. Rogito Melchiorre Panzacchia. Confinava con Gio. da Panico, uno stradello chiuso, e Giacomo Dall' armi. Nel 1610 5 marzo Girolamo Lari confinava con Laura dal Muto da due lati, e Giacomo Armi. Nel 1641, 13 marzo, secondo un rogito di Gio. Battista Peraccini, confinava coi Marsili, e coi Pollini, e si dice trovarsi rimpetto alla casa dei Baruti. Passò ai Curti o Corti, dei quali in parte furono eredi i Covelli per donazione fatta dal cav. Girolamo Curti, fratello d' Ippolita moglie di Giuseppe Covelli, ed in parte gli eredi di Tommaso Aldrovandini. Questa casa fu però venduta li 15 luglio 1708 da Girolamo e da Eugenia Curti al cav. Claudio Gozzadini per L. 4700. Rogito Gio. Maria Pedini. Spettò poi al dott. Curiale Fontana.
Il portone annesso chiude l'antico vicolo della Moneta che corrispondeva alla Pusterla del secondo recinto di Bologna. Nei tempi andati era di proprietà dei possessori della casa N. 613, poscia spettò per metà a quelli del N. 612 in causa che il canonico Claudio Gozzadini la comprò dal conte Filippo Marsili per L. 300 li 18 marzo 1700. Rogito Gio. Maria Pedini. Si disse vicolo dei della Moneta perchè Tommaso Stannabecchi della Moneta lo possedette per lungo tempo, e corrispondente alle sue stalle che unitamente vendette ai Gozzadini li 26 novembre 1703.
Entro questo vicolo si veggono gli avanzi ben conservati delle mura del secondo recinto.
1576, 16 novembre. Il Reggimento concede a Filippo e Gio. Gonfaloni alias Delfini uno stradello presso le loro case, come da rogito di Gio. Andrea Garisendi, ma convien dire che questa concessione non avesse effetto, poichè li 16 gennaio 1682 Vincenzo Segni presentò un memoriale per ottenere la facoltà di chiudere un piccolo stradello in Cartoleria Nuova, in confine della casa degli eredi di Astorre Lari.
1582, 23 febbraio. L' Ornato concede a Vincenzo Segni di chiudere la metà del vicolo in larghezza ed in lunghezza, posto in Cartoleria Nuova, fra esso ed Astorgio Lari, per il quale passa il Calandrone che viene da Fiaccalcollo, e va per la Seliciata di Strada Maggiore ai Pellacani.
1583, 11 maggio. Fu presentato un memoriale dagli interessati nella via di Cartoleria Nuova, acciò non sia impedita a Vincenzo Segni l' acqua del canale della Pusterla.
N. 613. Casa antica dei Segni dove abitarono fino al 1584 circa, e poi passarono in istrada Maggiore. L' 8 giugno 1585 Isotta Bolognini Campeggi la comprò da Cornelio Canali per L. 10600. Rogito Girolamo Mosca, Paolo Salaroli, e Restauro Fibbia.
1601, 31 gennaio. Fu assegnata in parte di dote a Laura Campeggj moglie di Giacomo Armi. Confinava mastro Astorgio Lari o suoi successori mediante il vicolo dei Moneta, Giacomo Maria Campanazzi ed altri. Rogito Achille Canonici. Passò ai Marsili, ed il Generale la possedeva nel 1715. Li 17 settembre 1777 il conte Filippo Marsili vendette questa casa fidecomissaria di Laura Campeggi a Gaetano Rapini per L. 4400. Rogito Lodovico Algardi. Questo Rapini fu l' ingegnere che sotto il pontificato di Pio VI diresse i lavori per la tentata disseccazione delle Paludi Pontine. Fu acquistata dai Pancaldi che la vendettero alla nobil famiglia Davia.
N. 614. Casa che li 30 novembre 1525 era di D. Francesco del fu Melchiorre Sanvenanzi, o Savonanzi, o da S. Venanzo, canonico di S. Petronio, e che si dice esser sopra l' acquedotto di Fiaccalcollo. Testò egli li 30 novembre 1525, e la lasciò ad Alberto di lui fratello. Rogito Francesco Boccadicane. Nel 1587, 23 aprile, viveva un Gio. Battista del fu Lodovico Sanvenanzi, che promise in detto giorno di vendere a Girolamo Ardizzoni una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova di diretto dominio di S. Stefano, per L. 2000. Gli Ardiccioni, od Ardizzoni, o d'Ardizzone, furono oriundi di Castel Franco nel 1300, e Gio. Andrea famosissimo leggista fu amico del sommo Petrarca.
1580, 11 aprile. Girolamo del fu Carlo Ardizzoni compra da Sforza e da Francesco fratelli Moneta, una muraglia divisoria delle loro case in Cartoleria Nuova, di superficie pertiche 5, piedi 76, sopra terra misurata da Giacomo Mascarino l'8 di detto mese, e valutata L. 189, 75, la metà della quale spetta al detto Moneta, che ricevette L. 75 in saldo della medesima.
1584, 25 gennaio. Girolamo di Carlo Ardizzoni e Paola di Girolamo Tossignani di lui moglie, vendono a Giacomo Maria di Costanzo Campanacci una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, in confine di Vincenzo de' Dessigni dalla parte superiore, dei Ghelli dalla parte inferiore, di Lucio Malvezzi di dietro, per L. 12500, rogito Giulio Piacentini. Il detto Campanacci fu fatto segretario maggiore del Reggimento li 14 settembre 1590, e mori Pridie nonas octobris 1599 ad otto ore della notte seguente.
1605, 2 novembre. Fu fissata la dote di L. 10000 a Zenobia del fu Giacomo Maria Campanacci moglie di Vincenzo d'Andrea Mamellini, e li 17 aprile 1610, come da rogito di Michele Angelo Abelli, gli fu assegnata questa casa in L. 12500, obbligandola di pagare l'eccedenza del valore di questo stabile. Confinava a quei di col Dall'Armi e coi Malvezzi.
1614, 17 aprile. La detta Zenobia fu erede testamentaria per metà del fu Astorre di lui fratello, e per l' altra metà suor Angela Maria Campanacci di lei sorella monaca di Santa Maria Nuova. Un altro ramo Campanacci finì in Carlo che testò li 24 agosto 1641, rogito Andrea Mini, col quale istituì erede Antonio di lui figlio naturale.
Vincenzo d' Andrea Mamellini fu l' ultimo di sua famiglia, e morì li 5 gennaio 1629.
Ginevra e Dorotea sue figlie furono eredi, e Ginevra fu moglie di Ottaviano di Lando Carrati con dote di L. 17000, come da rogito di Domenico Maria Felice del 4 giugno 1627, nella quale fu compresa questa casa.
Giuseppe Maria del fu Ottaviano Carrati col suo testamento del 3 settembre 1709 aperto li 25 gennaio 1710 lasciò erede un Pier Luigi di Giacomo Brighenti, ed Anna Maria di Lorenzo Carrati Iugali ultimo del ramo della Mascarella; mancando poi i discendenti dell'erede, sostituisce il primogenito dell'agnazione Brighenti, in deficienza dei quali sostituisce i Carrati di Borgo Nuovo. Rogito Giacomo Biondi. Pier Luigi morì senza successione, e dopo di lui D. Girolamo, indi Flaminio altro fratello morto nel 1769 senza discendenti, per cui l'eredità del testatore Giuseppe passò al ramo Carrati di Borgo Noovo.
1710, 10 maggio. Fu consegnata questa casa assieme a' suoi mobili a Giacomo del fu Pier Maria Brighenti padre dell' erede, come da rogito del suddetto Biondi. Il conte Giuseppe Adriano di Francesco Carrati la vendette li 18 agosto 1804 per L. 16000 a Gio. Battista Pichat francese. Li 19 aprile 1828 l'ingegnere Pietro Pancaldi la comprò dai creditori dello stato Pichat per L. 8823, 10, 7. Rogito Francesco Xaverio Rovatti, che la restaurò ed abbellì.
Il P. D. Adriano Banchieri olivetano instituì in S. Michele in Bosco un' Accademia di musica detta dei Floridi che ebbe in protettore S. Michele Arcangelo, la quale nel 1622 fu trasferita nella casa del maestro di cappella di S. Petronio (allora Girolamo Giacobbi) col titolo di Accademici filomusi, e con la beata Catterina da Vigri in protettrice.
Vincenzo Maria d' Ottaviano Carrati institui e dotò nel 1666 l'accademia di musica detta dei Filarmonici. Volle che Sant'Antonio ne fosse protettore, e mori li 15 apri le 1675. I suoi funerali furono pomposi, e 15 accademici batterono la messa di requie (vedi S. Gio. in Monte). La residenza dei Filarmonici fino dalla sua istituzione fu in due camere a destra del pian terreno di questo stabile.
N. 615. Casa che nel 1520 era dei Moneta, e del 1548 di Bartolomeo Landinelli, poi, li 22 ottobre 1582, di Gio. Battista di Lodovico Sanvenanzi, e pare la stessa che egli promise di vendere a Girolamo Ardizzoni li 23 aprile 1587, ma che li 22 novembre 1582 aveva venduta ad Antonio Ghelli, a rogito di Gio. Giacomo Vincenzi.
1582, 20 ottobre. Casa di Gio. Battista di Lodovico Sanvenanzi posta in Cartoleria Nuova. Confina Girolamo Ardizzoni alias dalla Maglia, la Pusterla, mediante le mura antiche, posta sotto S. Biagio, comprata dai Ghelli. Rogito Gio. Giacomo Vincenzi.
1588, 19 dicembre. Pietro Antonio Ghelli vende a Gio. Battista Zanella una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina Giacomo Maria Campanazzi, altri beni del venditore, Agostino Nenci di dietro, per L. 4000. Rogito Achille Panzacchia, con patto di francare.
1589, 8 marzo. Era di Pietro Antonio Ghelli, che li 25 maggio la vendette a Vitale de' Buoi. Rogito Gio. Felicini.
1656. Andrea de' Buoi la vendette a Gio. Battista Buratti di Gaspare, il quale il 5 febbraio 1678, a rogito di Carlo Panelli Granucci, fece un patto di francare col senatore Francesco Sampieri. È detto confinare coi Carrati, coi Balzani, e coi Manzi. Del 1714 era di Gio. Battista Pusterla e di altri, poi ultimamente dell'orefice Amadei.
Aggiunte
1360, 17 marzo. Compra Guglielmo di Gio. di Gerardino cartolaro da Nicolò di Galvano marzaro, gli edifizi di una casa sotto la parrocchia di S. Biagio nel Borgo dei Cartolari, sopra terreno della chiesa di S. Stefano, per L. 120. Rogito Lambertino Fantuzzi.
1280, 21 maggio. Gompra Albizo, e Antonio Domenico da Bibulano, da Graziolo di Lemmo Vasselli da Lucca, una casa con corte e orto sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina Guglielmino cartolaro, la via pubblica, e l' orto, ossia terreno dei Servi, con le ragioni spettanti a detta chiesa dietro al Fossato e ripe del medesimo, per L. 120, e canone di soldi 16 1/2 a S. Stefano. Rogito Giacobino di Quintilio.
1391, 14 agosto. Locazione enfiteutica di S. Stefano a Dolfolo di Guglielmo cartolaro, di una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, per annui soldi 16 e danari 8. Rogito Gio. di Nane Pepoli. Era presso i muri della città.
1396, 31 gennaio. Compra Matteo di Pietro pellacano, da Guiduccio di Bono cartolaro, della metà di una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, in confine del compratore, per L. 60. Rogito Gio. di Nane Pepoli.
1412, 28 settembre. Compra Nascimbeno di Benno cartolaro, da Pietro Basacomari, una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, presso il muro vecchio della città, per L. 200. Rogito Ugolino Benacci.
1454, 15 marzo. Compra Bartolomeo da Tossignano, da Benino Nascimbeni, una casa in Cartoleria Nuova, con orto ad uso di tintoria, per L. 150. Rogito Cristoforo Fabri. Questo stabile fu comprato da Nascimbeno di Benino cartolaro li 28 settembre 1412 da Pietro Basacomari, per L. 200. Rogito Ugolino Benacci, il quale si dice essere in cappella S. Biagio in Cartoleria Nuova, presso il muro vecchio della città.
1525, 30 novembre. Il dott. D. Francesco del fu Michele di S. Venanzo, canonico di S. Petronio, aveva una casa sopra l'acquedotto detto Fiaccalcollo, in Cartoleria Nuova, ed altra in detta strada. Rogito Francesco Boccadicane.
1522, 19 febbraio. Serena del fu Domenico Matteo Millini de' Machiavelli, vende a Catterina del fu Roberto di Scozia calzolaro, una casa in Cartoleria Nuova sotto San Biagio. Confina Alberto da S. Venanzo dal lato inferiore, cogli eredi Macchiavelli dal l'altro lato, e coi beni dei Servi di dietro, per L. 650 di bolognini. Rogito Battista de' Buoi.
1538, 11 agosto. Francesco del fu Domenico Machiavelli vende due case a Tommaso di Grazia de' Branchetti barbiere, una delle quali alquanto grande con orto, sotto S. Biagio, in Cartoleria Nuova. Confina dalla parte di S. Biagio con Francesco Zucchi, dall'altra parte la casa piccola, che confina con Catterina Scozia, presso Gio. Battista Machiavelli, e di dietro i Serviti, per L. 2000 nette dal canone. Rogito Lodovico di Nicola Scudieri.
1539, 10 gennaio. Concessione di 33 piedi di suolo pubblico a Girolamo Torelli per comodo della sua casa in Cartoleria Nuova posta a levante, e ad occaso coi muri della città, per L. 30.
1547, 11 gennaio. Casa di Benedetto di Pellico Peraccini sartore, sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina con Agostino de Casy di sopra, gli eredi di Tommaso Branchetta barbiere, e la chiavica di sopra.
1549, 28 giugno. Casa di Catterina di Roberto di Scozia calzolaro, posta sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, presso gli eredi di S. Venanzio dal lato inferiore, presso gli eredi di Domenico Machiavelli, e poscia gli eredi di Tommaso barbiere (il Branchetta) dall' altro lato, e presso i beni dei Serviti di dietro, la qual casa fu venduta per L. 650 a detta Sirena da Matteo Millini Machiavelli. Rogito Battista de' Buoi.
1555, 21 maggio. Lodovica di Tommaso Branchetti moglie di Marcantonio Balzani fa locazione di un suolo sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, lungo, dalla strada fino alla chiavica di dietro piedi 135 e oncie 9 compreso il portico, di larghezza davanti piedi 35 e oncie 10, e di dietro presso la chiavica vicino alla sua ripa piedi 36 e on cie 8, e sopra la predetta fabbrica piedi 40. Confina di dietro mediante chiavica i Padri dei Servi, Battista e figli Machiavelli di sotto, Benedetto Petrachino calzolaro successore dei Rota, per soldi 49, 10. Rogito Lodovico Cattanei.
1556, 31 ottobre. Compra Domenico Prati da Bartolomeo Amoldoni i miglioramenti di una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Rogito Ermete' Cartari.
1573, 3 novembre. Paolo figlio ed erede del fu Agostino del fu Cornelio Mazzoni alias de' Coralei, fa locazione di una casa in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio. Confina la strada a sera, i beni della chiesa di S. Biagio di sopra ed a mezzodì, i Doni da Bisano a settentrione, e i successori di Gio. Battista Mingozzi varotario a mattina. Paga soldi 39. Rogito Michele di Lodovico Barbieri.
1575, 7 aprile. Locazione a Giacomo Perachino e ad Alessandro e Pellegrino Tinalli, di una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, presso Marcantonio Balzani, presso Cassio e fratelli de Cassy. Canone soldi 17. Rogito Gio. Marco di Bartolomeo di Gio. Marchetti.
1578, 13 novembre. Casa di Gerardo Canali in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio. Confina a sera la strada, a mezzodì Innocenzo Maria Cristiani, di dietro e a settentrione i Casy. Proveniva da Domenico Prati vassellaro, e lasciata per legato al fu Gherardo Canali. Pagava soldi 20 a S. Stefano. Rogito Giulio Cesare Ascanj.
1582, 4 novembre. Locazione di una casa a Lodovica di Tommaso Banchetti moglie di Marcantonio Balzani, e cioè di un suolo in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio. Confina di dietro i beni dei frati dei Servi mediante chiavica, il fu Battista e figli Machiavelli, ed in loro luogo Gio. Battista di Lodovico Sanvenanzi di sotto, gli eredi di Bernardo Perrachini successori di Vincenzo Rota di sopra. Vi erano due case, poi ridotte in una. Canone soldi 50. Rogito Antonio Malisardi.
1588, 4 gennaio. Casa già di Gherardo Canali venduta a Innocenzo del fu Camillo Cristiani posta sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina gli eredi di Agostino de Casy, e i compratori da due lati.
1589, 21 gennaio. Casa di Pantasilea de Perini lasciata ad Annibale di Giovanni de Cavagli, sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina con Marcantonio Balzani, Casio, ed altri de Casy.
1590, 11 aprile. Casa di Taddeo e Ulisse fratelli, e figli di Pietrantonio Ghelli, della cappella di S. Benedetto, posta sotto S. Tommaso di Strada Maggiore in Cartoleria Nuova. Confina i Ghelli, la Pusterla, e Giacomo Bargellini.
1616, 14 marzo. Vincenzo da Argile successore di Vincenzo Coralli vende a Orazio del fu Giuseppe Uguzzoni una casa comprata dai Coralli nel maggio 1559. Rogito Nicolò Panzacchia da Simone, e Rodolfo Picchi. È posta in Cartoleria Nuova sotto San Biagio, e confina i Bernardi a settentrione, i beni già della società dei Calzolari da due lati, e cioè a mezzodì, e di dietro, gli eredi di Stefano Trombella, e in loro luogo i Verardini.
1616, 4 giugno. Giulio Cesare Pullini vende a Marcantonio Santa Maria una casa sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova. Confina Melchiorre e fratelli Panzacchia, Fabio Vittori, e Gio. Larj, per L. 5000. Era affittata per annue L. 300. Rogito Girolamo Fulecchi.
1630, 20 gennaio. Stima della casa di Virginia Coralli in Cartoleria Nuova, vicino a detta strada ed ai Padri di S. Biagio. L. 12135, 18.
(1) Bibiena Giovanni Maria fu lo stipite di tutta la famiglia. Fu scuolaro dell'Albani, e morì in Bologna nel 1665.
Bibiena Ferdinando nacque in Bologna nel 1657. Fu figlio di Giovanni Maria. S' applicò alla figura sotto il cav. Cignani, ed all'architettura sotto Mauro Aldrovandini, poi sotto Giacomo Antonio Mannini. Fu uomo grande e molto versato nella prospettiva, della quale ha lasciati utilissimi insegnamenti. Fu architetto di Carlo VI imperatore. Morì in Bologna nel 1743. Era Accademico clementino.
Bibiena Francesco era fratello di Ferdinando, e nacque in Bologna nel 1659. Studiò la figura dal Pasinelli e dal Cignani. Si formò architetto da sè. Fu accademico clementino e mori in Bologna nel 1739.
Bibiena Gio. Carlo era figlio di Giuseppe. Fu scultore ed architetto. Nacque in Vienna e lavorò molto in Germania. Fu al servizio del re di Prussia, e morì in Firenze nel 1787.
Bibiena Antonio era figlio di Ferdinando, e studiò sotto di esso. Nacque nel 1700. Fu pittore ed architetto. Come pittore teatrale si distinse, come architetto è venerato ed ammirato da chi non ha senso comune nell'arte. Mori in Milano nel 1774. Fu accademico clementino.