Acquaderni (Galleria Giovanni)

Galleria Giovanni Acquaderni.

Mette in comunicazione via Rizzoli, via Guglielmo Oberdan, vicolo San Giobbe e via de' Giudei.

Quartiere San Vitale.

Prima documentazione dell'odonimo: 1962

Possiamo dividere la Galleria Acquaderni, che ha assunto l'attuale assetto nel 1928, in cinque parti.

La prima parte è costituita dall'accesso da via Rizzoli.

La seconda parte è costituita dalla camera centrale che fa da raccordo ai quattro accessi.

La terza parte consiste nell'accesso da via Guglielmo Oberdan.

La quarta parte è l'accesso da via de' Giudei.

La quinta parte è l'accesso da vicolo San Giobbe.

Prima parte: accesso da via Rizzoli.

L'accesso della Galleria Acquaderni da via Rizzoli (accanto al numero 34) ripercorre quello che era un antico vicolo conosciuto in antichità come Vicolo o Androna degli Zampari o Zamparia. L'Androna degli Zampari è documentata fin dal 1256 (Guidicini, III, 212).

Questo vicolo era comune all'arte dei Beccari e alla compagnia di San Giobbe, il cui oratorio si trovava alla fine del vicolo stesso.

Ancora nel 1564 il vicolo veniva chiamato Zamparia (Guidicini, III, 214).

Nel 1579 fu decretata la chiusura del Pellatoio (scorticatoio per maiali) di Porta Nova, che era situato nell'attuale via Venezian, di fronte ad un torrione del Palazzo Comunale, torrione che fu detto appunto "del Pellatoio". L'attività fu trasferita presso il vicolo Zamparia.

Lo Zanti ricorda questo vicolo nel 1583 come Peladuro, così come l'Alidosi, il Salaroli ed il Banchieri (Pladur).

L'indicatore si limita a ricordare che presso l'Osteria delli Quattro Mori, con stallaggio era l'antico macello dei maiali.

Immagine tratta dal libro di Angelo Finelli Bologna nel Mille - Identificazione della cerchia che le appartenne a quel tempo, edito a Bologna dagli Stabilimenti Tipografici Riuniti nel 1927.

La didascalia dell'immagine è:

Porta n. 34 di via Rizzoli che anticamente fu la via del Pellatoio Nuovo e finiva nella piazza di porta Ravegnana, - La parete a sinistra di questa porta appoggia sopra le basi della mura romana. A quattro metri e mezzo a ponente di essa esiste la muraglia di selenite e a nove metri a levante sorge il ponte romano di porta Ravegnana.

Seconda parte: camera centrale di raccordo.

Poco sopra si è notato che l'Androna degli Zampari o Peladuro finiva contro l'oratorio o chiesa di San Giobbe. Proprio l'interno di questa chiesa fu inglobato nella Galleria Acquaderni, costituendone la camera centrale di raccordo, e si presenta ancora oggi splendidamente decorato.

Terza parte: accesso da via Guglielmo Oberdan.

Uscendo verso ponente dall'ex chiesa della Compagnia di San Giobbe ci si trova di fronte a due vicoli: uno prosegue senza nome a ponente e sfocia in via Guglielmo Oberdan. L'altro va verso meridione per poi dirigersi verso ponente e sfociare anch'esso in via Guglielmo Oberdan. Il tratto est-ovest di questo secondo vicolo oggi è di passaggio privato ed è chiuso da due cancelli, di cui uno su via Guglielmo Oberdan.

Il primo vicolo era l'antico Purgatorio, mentre il secondo, quello chiuso, era il Limbo, che con la vicina via dell'Inferno formavano un singolare agglomerato odonomastico.

Sull'origine dell'odonimo Purgatorio il Salaroli scrisse che così si chiamava per la vicinanza dell'Ospedale di San Giobbe dove venivano curati gli ammalati di morbo gallico (sifilide) con "purghe".

Naturalmente si tratta di fantasie. Purgatorio e Limbo sono evidentemente odonimi originati dall'analogia con il vicino Inferno.

Lo Zanti non ricordò nè Purgatorio, nè Limbo: entrambi sono documentati dal XVII secolo in poi.

Quarta parte: accesso da via de' Giudei.

L'accesso da via dei Giudei avviene dal portone di ingresso del numero 2 di via dei Giudei, già antico numero 2617.

Quinta parte: accesso da vicolo San Giobbe.

Questo accesso altro non era se non l'accesso alla chiesa di San Giobbe da vicolo San Giobbe.

Zampari era probabilmente nome di famiglia ivi abitante nel XIII secolo.

Peladuro o Pelatoio è sinonimo di scorticatoio, o macello per suini.

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Indicatore: Indicatore Bolognese riferibile a ciascun edifizio componente la città, di Sebastiano Giovannini pubblicato nel 1854.