N.501,502 - Chiesa e convento già di S. Giuseppe di Galliera, poi della Maddalena.

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Chiesa e convento già di S. Giuseppe di Galliera, poi della Maddalena.

Dicesi che gli eremiti Benedettini l'avessero nel 1129.

Nel 1270 circa avendo i detti eremiti abbandonato l'antichissimo monastero di Sant' Elena di Sacerno, l' ultimo abbate restò priore e parroco di S. Giuseppe del Borgo di Galliera, forse per provvederlo, e ciò avvenne sotto il Vescovo Giovanni Sabelli.

Bonifacio VIII, con sua Bolla delli 28 dicembre 1298, diede questo locale ai Padri Serviti, i quali ne presero possesso il primo settembre 1301. Rogito Manfredo del fu Tommaso da Osimo.

Quest'Ospizio colla parrocchia di S. Giuseppe furon governati da un monaco di Sacerno per molti anni, che aveva nome D. Tiberio, e sembra lo stesso abbate del quale se ne fece parola più sopra.

Li 17 giugno 1305, per breve del Legato del Papa dato in Imola, il governo della parrocchia fu concesso ai Serviti, essendo forse morto D. Tiberio.

Nel 1457 Callisto III volle unire i Serviti di Galliera a quelli di Strada Maggiore, progetto che non fu eseguito.

Avendo Clemente VII dato, nel 1529, S. Benedetto di Galliera ai Minimi, e non potendo adempire gli obblighi a loro ingiunti, ottennero quei parrocchiani, li 15 febbraio 1531, di assogettarsi alla cura di S. Giuseppe, la qual chiesa contava dodici capelle laterali oltre la maggiore.

Il Cardinal Paleotti, fino dai primordi del suo governo episcopale, divisò d' introdurre in S. Giuseppe di Galliera le Domenicane della Maddalena di Val di Pietra, e di mettere i Serviti di Galliera nella Maddalena fuori di porta Saragozza, ma questo progetto non ebbe effetto se non mediante Breve di Pio V delli 6 aprile 1556, in vigore del quale la cura d' anime fu data ai Paolotti di S. Benedetto, e li 2 giugno dell' anno stesso, in giorno di sabato alle ore 22, seguì il reciproco traslocamelo delle due comunità ai cambiati locali. Questo racconto è tratto dal Melloni prete dell' oratorio.

Il Masina dice che la chiesa e convento di S. Giuseppe di Galliera era stato dato ai Benedettini nel 1229. Aggiunge poi che nel 1301 S. Giuseppe era governato da D. Riberto della Badia di S.Chierno, e che D. Amatore reggeva la chiesa di Santa Margarita di Barbiano anch' essa unita alla predetta Badia. Il vescovo di Bologna Giovanni, dietro Breve di Bonifacio ViII del primo gennaio 1301, diede la chiesa di S. Chierno, e le altre due predette, ai Serviti, i quali misero un frate capellano in S. Giuseppe di Galliera. Nel 1301 ottennero i Serviti di fare un convento in Galliera, per Breve del Cardinal Napoleone Legato Pontificio in data d' Imola delli 24 luglio. Errò dunque il Masina dandolo per esistente nel 1229.

L' ingresso alla chiesa di S. Giuseppe di Galliera era nella via ora detta Borgo di S. Giuseppe, e il cimitero veniva appresso verso Galliera.

Durante il soggiorno dei Serviti in S. Giuseppe di Galliera fecero i seguenti acquisti:

1319, 11 settembre. I frati di Santa Maria dell'ordine dei Servi di Maria, del luogo di S. Giuseppe del Borgo di Galliera, fanno una compra da Pietro Garuby. Rogito Pace.

1321, 18 marzo. I suddetti frati fanno un'altra compra da Giovanni di Bartolo. Rogito Pace.

1474. I difensori dell'Avere concessero ai Serviti un guasto nel Mercato grande, di lunghezza piedi 57, e di larghezza piedi 11, per accomodare il loro convento, la qual concessione fu confermata nel 1486.

Le monache dal 1556 in avanti comprarono i seguenti stabili per ampliare la loro clausura:

1566, 3 ottobre. La casa di Francesco e di Domenico Cremona, per L. 412. Rogito Teodosio Botti.

1566, 3 ottobre. Battista Ballarini vendette loro la casa per L. 920. Rogito Teodosio Botti.

1568, 4 dicembre. Paolo da Seggio vascellaro vendette alle suore una casa sotto S. Tommaso del Mercato, per L. 3900. Rogito Teodosio Botti. La detta casa aveva orto, ed era posta nel Mercato dalla parte posteriore della chiesa delle suore. Confinava la via pubblica da due lati, cioè a mattina e a settentrione, la Mirandola ( pare a ponente) e Giovanni Pulzoni a mezzodì.

1570, 5 gennaio. Comprano le suore da Giovanni Pulzoni una casa sotto S. Tommaso del Mercato, per L. 5000. Rogito Teodosio Botti. Era posta nella via del Guazzaduro, ossia nella via Larga, la quale imbocca Belvedere verso Galliera. Confinava con le suore, con certa via ora chiusa a sera, cogli Allegretti in parte, e coi Mirandola a oriente.

1570, 13 aprile. Comprano le suore da Allegretto Allegretti una casa sotto San Tommaso del Mercato, per L. 1500. Rogito Teodosio Botti. Era posta sotto S. Tommaso del Mercato, in contrada Nuova della piazza de' Buoi. Confinava la strada da due lati, cioè la via Nuova ora chiusa, e la via del Mercato detta del Guazzaduro, i Pulzoni, poi le suore da due lati.

1571, 29 aprile. Uguzzone Bari vende alle suore una casa sotto S. Tommaso del Mercato, per L. 1575. Rogito Teodosio Botti. Si dice posta sopra il Mercato, in luogo detto alli Guazzadori, e confinare la strada a mezzodì, a mattina, e a sera, e i Mirandola di dietro.

1571, 19 luglio. Bartolomeo e Giovanni, fratelli Mirandola, comprano dalle suore alcuni beni sotto S. Tommaso del Mercato, per L. 4200. Rogito Teodosio Botti Confinano gli eredi del fu mastro Andrea Pulzoni, alias Botti, poi le suore, la strada del Guazzaduro davanti, e la via del Mercato a mattina.

Il sagrato era piantato di mori gelsi, che furono levati sul finire del secolo XVII.

La chiesa fu rifabbricata, accorciandola non poco, nel 1736, nella qual occasione le fu fatto il portico davanti, e rinnovato il cimitero.

In questa chiesa fu sepolto Lodovico Caracci, dove la sua famiglia aveva sepoltura nella navata di mezzo, colla seguente lapide: — Sepul. hoc devotus propter familias de Caratiis 1598. — .

Li 20 giugno 1798 le monache della Maddalena furon traslocate nel convento di S. Guglielmo, ed anche divise in altri conventi, però di domenicane. Poco dopo fu atterrato il muro che divideva la chiesa interna dall'esterna. e si formò un solo ambiente per il servizio militare.

Porzione del convento presso la chiesa al N. 2138 fu comprata da Gaetano Cavazzi. Rogito Aldini delli 11 aprile 1799. Altra porzione nell'angolo della via dei Falegnami, e della via della Maddalena, fu venduta ad Antonio Colliva. Rogito Aldini delli 3 maggio 1799. Il detto Antonio la rivendette poi a Luigi Vergani. Tutto il restante sulla detta via della Maddalena, e segnatamente dov'era il portone delle carra del convento, fu acquistato da Pietro Bonini coramaro, e vi eresse il teatro diurno. (Vedi via della Maddalena).

Li 22 maggio 1517 il capitano Ramazzotto abitava sotto la parrocchia di Santa Maria Maggiore. Quest'uomo straordinario per le sue imprese e per le sue disgrazie, fu sentenziato in contumacia li 23 giugno 1536 da D. Gregorio Magalotti Vescovo di Clusi, preside e delegato di Paolo Papa III, nella Romagna e nell'Esarcato di Ravenna, colla seguente sentenza:

"Ramazzotto Ramazzotti, di Scaricalasino, signor di Tossignano, è condannato al taglio della testa per aver dato ricetto ai banditi, per aver ordinati nove e più omicidii, per aver consentito a molti altri, e per aver prestato aiuto ad eseguirli. Sono confiscati tutti i suoi beni, ed applicati alla Camera Apostolica".

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Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

Santa Maria Maddalena.

Convento di Domenicane, posto in Galliera, le quali prima stavano a San Giuseppe fuori di Porta Saragozza. La chiesa era già parrocchiale col titolo di S. Giuseppe, e nel 1129 fu ceduta ai Benedettini del l'Abbadia di Sant'Elena di Sacerno.

Nel 1289 era ancora parrocchia.

Nel 1301 fu data ai Serviti, i quali ne presero possesso il 16 luglio 1305.

Coll'aiuto di diversi ingrandirono la chiesa ed il convento.

Il 16 aprile 1566 seguì il cambio fra le due comunità, cioè le domenicane che erano in S. Giuseppe fuori di Porta Saragozza, ed i Serviti di Santa Maria Maddalena, passando processionalmente il 18 maggio a ore 21 ai rispettivi loro conventi.

Le suddette monache nel 1736 rifabbricarono la chiesa secondo i disegni di Alfonso Torregiani.

Il portico esisteva, e nell'anno stesso fu fatto il nuovo sagrato.

Il 22 novembre 1739 fu consacrata dall'arcivescovo Lambertini.

Queste monache furono trasferite in S.Guglielmo il 20 giugno 1798. In detto anno la chiesa esterna fu unita all'interna coll'atterramento del muro divisorio, e tutto l'ambiente fu ridotto a magazzino di fieno.

II corpo della beata Imelde Lambertini fu trasportato a S.Sigismondo a spese del marchese Piriteo Malvezzi.

Pietro Lamo (Graticola di Bologna)

E più su verso la piazza a mano sinistra si trova una chiesa nominata S. Gioseffo ( poi Santa Maria Maddalena ) ove sono queste sculture: a mano sinistra vi è una cappella, e sull' altare vi è una Madonna col putto in braccio, e un S. Rocco di mano di Zaccaria e Giovanni da Volterra figlio, e sono di Terra cotta assai buone; dall'altra banda della Madonna vi è un S.Sebastiano di terra cotta rarissimo, di mano d'Alfonso scultore. Alle colonne che sostengono la navata di mezzo di detta chiesa sopra li capitelli vi sono 6 nicchi da ogni parte, dove sono accomodati i 12 apostoli dalla cintura in su, e Cristo è nella facciata, tutti di terra cotta, per mano di Alfonso scultore, e sono tutti coloriti. All'altar maggiore vi è una tavola dello sposalizio della Madonna dipinto di mano di Girolamo da Cottignola, notabile, e Alfonso scultore gli fece il modello di terra di tutta la istoria insieme.