N.26,27 - Chiesa e Monastero di Benedettini Neri detti di S. Procolo

Cartigli

Chiesa di San Procolo

Il primitivo edificio romanico fu trasformato già nel 1384 e ampliato da A. Morandi detto il Terribilia (1535-37); modifiche furono fatte nella parte absidale da D. Tibaldi e poi da C. F. Dotti al quale si deve il coro (1744). La facciata è stata restaurata nell'Ottocento. All'interno si trova l'altar maggiore di A. Torreggiani (1752) con affresco di G. Pedretti; la cappella di San Procolo, sempre del Torreggiani, con dipinto di F. L'Ange e opere di B. Cesi, E. Graziani, F. Pedrini. L'altare è costituito dall'arca di San Procolo, sarcofago romano del IV secolo, modificato nel XIV.

Indirizzo:

via D'Azeglio, 54

Cartigli

Ex monastero di San Procolo

Il monastero benedettino, che risaliva al secolo XI, fu eretto nei secoli XVI-XVII. Il complesso si articola attorno a tre chiostri costruiti su disegno di Giacomo e Benedetto dalla Torre (1547), di Domenico Tibaldi (1577-86) e di Giulio dalla Torre (1613-28). Nel refettorio si conserva la Pesca miracolosa affrescata da Lionello Spada nel 1607; in altri ambienti, dipinti di Alessandro Tiarini (1639-40). Nel 1797 vi trovò sede l'antico ospizio degli esposti o "bastardini".

Indirizzo:

via D'Azeglio, 56

Guidicini

Chiesa e Monastero di Benedettini Neri detti di S. Procolo. Si è indicato superiormente che nel 1118 si trova nominata la porta di S. Procolo, che prova l' esistenza di questa Chiesa fino da quei dì, la quale era soprapposta a una sotterranea dedicata a S. Sisto primo, o a S. Sisto secondo. La soprapposta sembra che del 1087 fosse dedicata ai Santi Nicomede e Procolo, e servisse per le radunanze di una delle Tribù della città. Dicesi che sia stata abbellita nel 1384 da Giovanni di Michele abbate, che fece costruire le tre navi in vòlto.

Li 26 febbraio 1587. I Padri di S. Procolo avendo ottenuto un donativo di Lire 3000 in più volte per riattare la loro Chiesa nel qual lavoro avevano speso del proprio più di scudi 4000, chiesero al Senato altro sussidio per poter riporre in una onorata urna dell' altar maggiore il corpo del martire e protettore San Procolo, al che il Senato annuì accordando L. 800 da pagarsi in due anni.

Nell'Archivio del Capitolo di S. Pietro trovasi un instrumento del 1186 che è un accordo fatto presente Beltrando abbate di S. Procolo, siccome pure ivi è conservata una lettera scritta il 17 settembre 1198 da Innocenzo III a Lanfranco canonico di S. Pietro, e abbate di S. Procolo.

Mentre era Commendatore dell'Abbazia di S. Procolo il cardinale Antonio Corraro pose egli in questo monastero come vicari i monaci Benedettini Neri della congregazione di Santa Giustina. Avendo poi perduto il detto Cardinale la Commendarla città vi pose un abbate, e scacciò i monaci nel 1438.

Eugenio IV Pontefice negli ultimi anni del suo cardinalato, e nella sua qualità di Commendatore dell' Abbazia de' Santi Naborre e Felice diede quel monastero ai suddetti Benedettini Neri di Santa Giustina, ma poi morto Martino non Commendatore, ma abbate di titolo di S. Procolo, furono restituiti i predetti monaci in S. Procolo dal Pontefice Eugenio li 16 settembre 1436, i quali vi presero sede li 14 ottobre dell'anno stesso. In occasione di questo passaggio chiesero, ed ottennero i Benedettini dal Papa di ritenere il Monastero, e la chiesa della Madonna del Monte posta nei subburbi di Bologna fuori di porta S. Mamolo, che fu smembrata dall' altra Abbazia de' Santi Naborre, e Felice, ed unita a quella di S. Procolo.

Il Sagrato davanti la Chiesa fu costrutto nel 1396 d'ordine dell'Abbate Giovanni, il quale lo volle contornato di panche, o sedili di macigno tutto at torno. Dalla parte verso tramontana vi fece piantare tre fittoni, e in quello di mezzo fu inciso il noto Distico: Si procul a Proculo Proculi Campana fuisset, — Nunc procul a Proculo Proculus ipse foret, che ora si vede ripetuto in una lapide di marmo murata nelle pareti del detto Cimitero.

Nel 1400 furono fatte le volte, e la porta di quest'antica Chiesa, le volte, e l'interno furon rimodernate nel XVIII secolo ed aggiunto il coro della capella maggiore.

Li 20 settembre 1796. Le truppe Urbane che provvisoriamente furono acquartierate nel convento di S. Francesco passarono in questo monastero ridotto tutto a caserma, a riserva del chiostro destinato a pochi monaci ivi trattenuti per ufficiare la Chiesa, essendo stati traslocati tutti gli altri nel monastero di San Bernardo degli Olivetani in Borgo dell' Ariente dove poi furon sopressi li 10 marzo 1797. La suddetta truppa Urbana si disse dal popolo — I Rigadini — perchè prima d' aver ricevuto l' uniforme, essendo quasi tutti contadini vestivano abiti di tela rigata. Siccome il 2 febbraio 1798 avendo il governo determinato di ridurre tutto il monastero di S. Procolo a caserma, ed essendo stato ceduto il collegio di S. Ignazio dei signori delle missione nel Borgo della Paglia, ai bastardini troppo ristretti nell' antico loro locale posto in S. Mamolo rincontro a S. Procolo, un deputato di quest' Opera Pia propose il cambio del locale di San Ignazio in quello di S. Procolo, contratto che fu stipulato li 4 maggio 1798. I governatori dell' Ospitale degli esposti ottennero da Pio VII la conferma del possesso di questo stabile tuttora occupato dalle esposte adulte, e dagli uffìzi dell' amministrazione.