Via della Maddalena, dal III volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via della Maddalena comincia nella via Imperiale, e termina nella Piazza del Mercato.

La sua lunghezza è di pertiche 19.04.0 e la sua superficie di pertiche 49.63.2.

Sembra che un di sia stata detta via del Guazzaduro.

Via della Maddalena a destra entrandovi per la via Imperiale.

L'8 giugno 1581 l'Ornato concede:

A Lorenzo Andrea, e fratelli Trimbocchi per piedi 38

A Matteo Bellincani per piedi 61

A Giulio per piedi 31

Ad Andrea N. per piedi 61

In tutto piedi 191, perchè possano far il portico cominciando dalla parte meridionale della via delle Moline (cioè ora via Imperiale strada nata nel 1513, e 1517, e che sembra nella sua origine gli fosse dato il nome di via delle Moline) rincontro le suore della Maddalena, proseguendo a settentrione fino al Mercato.

1627 13 maggio. Le suore di S. Bernardino, con Marta, e Girolamo Orlandi cedettero a Ottaviano Zambeccari una casa grande, ed una piccola sotto S. Tommaso del Mercato in Foro Boario. Confinava Andrea Trimbocchi, Battista Ballarini, e i Cattani.

Le misure del 1581 danno piedi 191.

Quelle del 1715 danno piedi 202.

La differenza è di piedi 1 1 che potrebbe derivare dalla larghezza del portico del N° 2067 nella via Imperiale della casa di D. Protti, lo che ridurrebbe la lunghezza della via della Maddalena a piedi 192.

Ciò posto sembrerebbe che la casa del Trimbocchi fosse il N° 2071 che nel 1581 fu misurata per piedi 38, e nel 1715 piedi 38 e oncie 4, e la casa grande, e piccola delle suore di S. Bernardino cedute al Zambeccari i numeri 2070 e 2069.

Via della Maddalena a sinistra entrandovi come sopra.

N.2135. Prendendosi dall'angolo della via dei Falegnami, fino a quello del Borgo di S. Giuseppe era tutto circondario del convento di Santa Maria Maddalena di Galliera. Sotto questo numero cade la frazione del detto convento venduta a Pietro Bonini con decreto del 3 settembre 1802, il quale vi eresse il teatro diurno detto Arena del Sole, con disegno di Asparri, che fu aperto il 5 luglio 1810 dalla comica compagnia Zuccato. Il teatro diurno moderno è un'imitazione dei spettacoli che da qualche tempo eransi introdotti in Verona in quel celebratissimo Anfiteatro dove nell'Arena vi è costrutto un palco scenico di legname. L'iscrizione posta sul davanzale è del celebre Giordani.