N.399

Alessandro di Battista Poeti nel suo testamento fatto li 8 novembre 1491 a rogito di Alberto Argelati, proibisce che questa casa posta sotto S. Barbaziano in confine della via pubblica davanti e di dietro, di Pellegrino e fratelli Zambeccari, essendo magnifica, corredata di molti comodi e di grande valore, sia alienata dai suoi discendenti, ed ordina che terminato il loro ramo, serva per un collegio dei sudditi del Duca di Milano, escludendo quelli di qualunque altro paese, li quali studenti saranno eletti dal guardiano di S. Francesco di Bologna, dal priore di S. Barbaziano, dal decano della famiglia Poeti, e dal più vecchio discendente di Pellegrino di Paolo Zambeccari, e di Paolo figlio di detto Pellegrino.

Il Poeti però non era che semplice conduttore di questa casa, la quale apparteneva ad Antonio Pandolfi da Casio, per esso poi venduta a Virgilio di detto Alessandro li 31 dicembre 1494 per L. 6000 a rogito Francesco Salimbeni ed Alessandro Bottrigari; nel qual contratto si dichiara esser casa nuova, bella ed onorevole, con orto e stalla, e posta in capo alla via di S. Barbaziano sotto la cappella di detto Santo, in confine di Tommaso da Fagnano a levante, di Gaspare Roffeni, di Gio. Battista e Paolo Zambeccari, di Ser Paolo della Schiappa, di una strada di dietro, di altra davanti e del venditore. Il riferito fidecommesso del suddetto Alessandro Battista Poeti fu dichiarato valido da due decisioni di Rota coram Ubaldo Seniore.

1544 li 11 febbraio. Confinava con Galeazzo Fagnani, coi Zambeccari e cogli eredi di Lodovico Mellini, successori del da Casio, mentre Gabriella Malvezzi moglie e mandataria di Ercole di Virgilio Poeti l'affittò per annui scudi 70 d'oro d'Italia a Giulio Felici. Rogito Virgilio Gambalunga.

1560 li 17 dicembre. Fu locata al conte Ercole del fu Cornelio Lambertini per annui scudi 100 d'oro, Rogito Tommaso Passarotti, da Alessandro e Virgilio fratelli e figli del fu Annibale Poeti. Confinava li Zambeccari, li Fagnani e le vie pubbliche. 1570 li 18 marzo. La casa suddetta fu presa in affitto da Ercole Bottrigari per annui scudi 100 da L. 4, 3.

1624 li 20 febbraio. Confinava coi successori di Annibale Favari (Fagnani) col dott. Palmieri, coi Zambeccari e con due strade, Rogito Ventura Sturoli.

1647 li 7 settembre. Confinava coi Morandi, Zambeccari ed i Mellini, più due strade, e si affittava per L. 640 annue. Fu valutata in divisione L. 33673. Rogito Gio. Battista Casari.

1659 li 10 maggio. Gioseffo Maria di Teodosio Poeti vendette questa casa nobile al collegio Iacobs detto dei Fiamminghi per L. 18500. Rogito Gio. Cesare Manolessi. È detto essere rimpetto la via larga S. Barbaziano e confinare coi Morandi, coi Zambeccari da più lati e col vicolo Borgo Ricco.

1678 li 28 gennaio. Detto Collegio coll' obbligo di pagare L. 116, 14, 4 d'affitto per la riserva di rimanere sino all'8 di maggio susseguente al giorno in cui passò il collegio stesso nella casa Baruti in Cartoleria Nuova, la vendette a Paolo Francesco Gio. Carlo ed abbate Ottavio Pierizzi per L. 20500, Rogito Bartolomeo Marsimigli, e Sforza Alessandro Bertolazzi.

Il marchese Canonico Ottavio di Pietro dei Pierizzi ne fece donazione universale a Teodoro Ragani Zani, ed a' di lui eredi per una metà e per l'altra a favore della persona ben nota al donante da nominarsi dal detto Ragani con la riserva della consecuzione di tutti i frutti dei beni donati, sua vita natural durante, e della facoltà di testare di due case poste rimpetto al Collegio di Spagna. Rogito Angelo Michele Bonesi e Francesco Antonio Maria Moneta Scannabecchi delli 26 ottobre 1716. Nello stesso giorno il Ragani nominò l' avv. Vincenzo Sacco a rogito delli stessi notari, la qual nomina fu rettificata dal Ragani il dì 1 febbraio 1717. Rogito Angelo Michele Bonesi. Li Pierizzi oriundi di Ragusa passarono ad Ancona per mercatura, poi Paolo di Domenico si trasferì in Bologna, ove maritò tre figlie, una in Marcantonio Legnani, l' altra in Francesco Malvezzi, e la terza in Paolo Dondini.

1720 li 13 luglio. Passò convenzione fra il canonico Ottavio Pierizzi, ed il senatore Francesco Maria Monti Bendini di demolire immediatamente i portici rovinosi davanti i loro palazzi e case in via Barbaria, colla condizione di non potersi mai più riedificare dai successori in perpetuo. Rogito Angelo Michele Galeazzo Monesi.

Mori il canonico Ottavio Pierizzi li 27 gennaio 1726, e toccò al Sacchi questo palazzo. Il conte Angelo Antonio di Filippo Sacchi, ultimo della sua famiglia, lo vendette al marchese di Francesco Saverio di Giuseppe Calvi, ed ora appartiene a Giuseppe del negoziante Minghetti.

La famiglia Sacchi, o Sacco, fu antica e nobile e rimonta al secolo XIII. Gregorio di Giacomo cavalier Gaudente, fu cacciato da Bologna con altri nobili dal Governatore del Duca di Milano nel 1403 e passò a Parma, ove stabili il suo ramo, che poi da Antonio di Michelangelo si fece rimpatriare, e terminò nel conte Angelo di Filippo Carlo. Bartolomeo di Giacomo, fratello del suddetto Gregorio, formò poi il ramo di Bologna terminato in Margherita Elisabetta Teodolinda del summentovato Angelo, moglie in prime nozze d' Antonio Lorenzo di Gio. Battista Sampieri, ed in secondi voti di Liborio di Gregorio Veggetti, morta li 30 aprile 1823.