N.1171

Pretendesi che l'arte dei calegari, separata da quella dei calzolari nel 1380, abbia qui avuta la sua residenza, e la sua capella dedicata ai SS. Benedetto, Biagio e Giacomo protettori di questa società. Altri vogliono che abbia servito per lo stesso uso alle tre arti, e che del 1656 vi si radunasse la compagnia dei pittori. La compagnia delle tre arti fu detta delle quattro arti quando fu composta degli spadari, pittori, sellari e guainari.

L' ultimo massaro delle quattro arti fu Pietro delle Lame nel terzo quadrimestre del 1569, nel qual anno prese il titolo di tre arti, perchè furon staccati i pittori che vi erano associati fino del 1399. Siccome altra volta fu detto i pittori passarono a far parte dell' arte dei bombasari fino al 1600 in cui fecero congregazione da loro. Il primo massaro fu Gio. Battista Cremonini, e l'ultimo Francesco Bolognini nel secondo quadrimestre del 1722, quantunque la società si trovi notata fra le altre fino al 1742. Massari dell'arte furono Lodovico Carracci quattro volte, Guido Reni nove volte, Giacomo Cavedoni quattro volte, il Tiarini otto volte, Lucio Massari sette volte, l' Albani una volta, e Michelangelo Colonna quattordici volte. I suoi statuti furono approvati nel 1602, ed eran soggetti a quest' arte i pittori scultori, architetti, stuccatori, formetta, fabbricatori di carte da giuoco, indoratori, battiloro, ricamatori, venditori di disegni, di figure dipinte e stampate, di ventole, di maschere. I muratori che avrebbbero meritato più dei venditori di ventole e di maschere di far parte dell' arte dei pittori, non vi eran compresi, e mentre gli architetti ne fecero parte, convien dire che i muratori formassero un' arte separata nella quale gli architetti non vi fossero compresi. Se il Nadi fosse stato architetto, come alcuno fa crederci, avrebbe appartenuto alle quattro arti, e non mai a quella dei muratori.

Nel capitello della colonna ultima di questo portico, dalla parte del portone numero 1170 d'ingresso all'ospedale, vi era scolpita l'arma dei Leonori, la quale è ripetuta nei capitelli della casa di tre archi di portico sulla Seliciata di Strada Maggiore, già Legnani Ferri, poi Bianchetti.