Piazzetta dei SS. Simone e Giuda, dal IV volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Dalla via Cavaliera alla via Valdonica

La piazzetta dei SS. Simone e Giuda comincia nella via Cavaliera e termina in via Valdonica.

Il suo nome lo ricevette dalla chiesa dei suindicati santi, ma anticamente era detta dei Papazzoni dalla famiglia che vi abitava.

Piazzetta di S. Simone a destra entrandovi per via Cavaliera.

Si passa il vicolo chiuso da due portoni

Il 6 febbraio 1685 si decretò di chiudere il vicolo di dietro la via Cavaliera fra le stalle di Adriano Magnani (poi Spada) e la piazzola di S. Simone.

N. 2694. Stalla già Magnani poi Spada.

Si passa la Mandria

N.i 2687 e 2688. Casa con torre che tradizion vuole sia quella dei Papazzoni famiglia antica che sembra fosse orionda Fiorentina di fazione Geremea, e Schacchese.

Il Negri sotto l'anno 1015 dice che Sant’ Agricola martire era dei Papazzoni, ma con quali prove? Alessandro dalla Volpe ebbe in moglie una Papazzoni, per cui il dott. Flaminio, dottore di fiilosofia e di medicina, si appropriò il cognome Papazzoni. Le ultime di detto casato furono due sorelle Agata in Giovanni Marani alias Terribilia, che testò l’otto giugno 1702, e Catterina nel dott. Domenico Medici.

Pare che le seguenti notizie sieno applicabili a questo stabile:

1518 1 giugno. Melchiorre Remondini permutò una casa sotto SS Simone e Giuda con Bernardino Blaexti e Giacomo Sabadini, la qual casa confinava colla Piazzola, con una strada di dietro, colla chiesa di S. Simone, con ser Lorenzo Cattani di sotto, con Gio. Battista Sassoni e con Antonio Beccaro. Rogito Galeazzo Bovi. Lorenzo di Girolamo Catanei e Marchio Remondini sono sottoscritti nella supplica del 1569.

1549 8 febbraio. Il Pubblico concesse a Vincenzo dal Gambaro e a Giulio Visconti che avevano le loro case presso la chiesa dei SS. Simone e Giuda di occupare per pertiche 135 in lunghezza di suolo, così piacendo anche al parroco.

1552 27 gennaio. Assegnarono Tommaso e Andrea fratelli e figli del fu Vincenzo dal Gambaro a Gio. Battista e Francesco fratelli e figli del fu Melchiorre Remondini una casa nella piazzola dei SS. Simone e Giuda. Rogito Bartolomeo Bulgarini.

1564 18 Aprile. Da un rogito d’Ippolito Peppi rilevasi che essendo fallito Gio. Battista Remondini fu ceduta questa casa ai creditori, e che confinasse colla piazzola a sera e colla detta chiesa da un lato. Nel 1566 fu valutata L. 4500.

Il detto Gio. Battista di Melchiorre Remondini testò l’undici aprile 1566 lasciando erede Lodovica di Gio. Battista Bolognetti di lui moglie, rogito Ippolito Peppi, la qual Bolognetti rinunziò l’eredità a Pompeo Fioravanti marito di Catterina Remondini il 22 dicembre anno predetto, come da rogito di detto Peppi. Che i Remondini, o Ramondini venissero da Stiatico non è improbabile. Un Michele di ser Pellegrino vivente nel 1353 fu il loro autore. Esercitarono il cambio, fabbricarono il bel palazzo di Tuscolano, poi Campeggi indi Bevilacqua poi distrutto da Luigi Naldi. Il loro fedecommesso passò ai Beliossi in causa di Cornelia di Melchiorre in Giulio Beliossi, la quale testò nel 1586.

La casa in confine della chiesa di S. Simone era del dott. in leggi Carlo Francesco di Giacomo Corte nobile modenese e marito di Francesca di Filippo Sabbadini, il quale l’aumentò per compra fatta di una casa dai fratelli Querzola pagata L. 3060, rogito Gio. Battista Casario del 21 marzo 1637 e d’altra nella via dell’Inferno alias Trippari ai N.i 2642-43-44-45, ove era una osteria in confine delle suddette case per farvi la stalla.

Carlo Filippo del conte Carlo Francesco morì d’anni 91 il 2 agosto 1725, e furon eredi i conti Sartori di Modena in causa di Anna Maria sorella del detto Carlo Filippo, moglie del conte Antonio Maria Sartori. I fratelli conti Sartori la vendettero a Giacomo Sarti detto Ciavanino.

N.i 2689, 2690 e 2691. Chiesa e già canonica dei SS. Simone e Giuda detta dei Papazzoni, forse perchè fondata da quella famiglia o perchè vicina alle loro case.

Dicesi esistente nel 1269. Il Masini la dice invece riedificata dal pubblico nel 1323 con la spesa di L. 800. È certo che i parrocchiani godevano il diritto di nomina e che nel 1569 avanzarono supplica perchè fosse soppressa ed assegnata la sua giurisdizione alle due parrocchie limitrofe di S. Martino Maggiore, e di S. Nicolò degli Alberi.

I capi di famiglia o proprietari di case sottoscritti nella supplica furono in numero di sedici, e cioè nove chiesero d’esser uniti a S. Martino, tre a S. Nicolò e 4 si rimisero al volere del Vescovo. Fra i sottoscrittori vi erano i Fantuzzi, i Salaroli, i Cattanei, Giovanni Battista Boncompagni, i Tencarari, ed i ("ed i" mancante nell'orig. Mancanza di cui il Breventani non si accorse) Sabbadini a muro di S. Simone e Bernardino Biasetti a canto di detta Chiesa.

La soppressione non ebbe luogo che nel 1591 con decreto arcivescovile del 10 agosto.

Una compagnia sotto il titolo di Santa Maria della Pietà ebbe origine nella chiesa di S. Fridiano fuori di porta S. Mamolo nell’anno 1565. Questa ottenne di passare nella chiesa dei SS. Simone e Giuda, e probabilmente dopo che cessò di essere parrocchia e addotò il nome dei titolari della medesima, e quello del Santo Sepolcro, e ciò perchè costumavano i confratelli di visitare processionalmente ogni anno le quattro chiese ove solennizzavansi i quattro principali sepolcri della settimana santa. La compagnia pagava per pigione dell’oratorio posto sopra la chiesa, una libbra di cera bianca e lire 12.

I suoi statuti furono confirmati nel 1634, non mai stampati. Fu soppressa il 30 luglio 1798.

Il locale apparteneva al benefiziato, il quale lo vendette al confinante Giacomo Rizzi. Posteriormente alla chiesa vi era il cimitero dalla parte di levante, e dicesi che aderente alla chiesa stessa vi fosse negli antichi tempi una strada che passava nella via dell’ inferno.

Nel 1569 e cioè quando i parocchiani chiesero la soppressione della parrocchia dei SS. Simone e Giuda si trova fra le sottoscrizioni quella di Camillo Roverza che dice: mi contento che le mie case dirieto a S. Simon e Juda siano sotto la Parrocchia et cura de S. Martin Major, lo che prova che la giurisdizione parrocchiale s’ estendeva alla via dell’ Inferno, e viene così a confermare la notizia, che nel 1289 sotto la detta parrocchia vi era la torre dei Radici e probabilmente quella della quale se ne veggono le vestigia nella predetta via dell’ Inferno.

N. 2692. Casa che fu dei Spada.

Piazzola dei SS. Simone e Giuda a sinistra entrandovi per la via Cavaliera.

N.i 2696 e 2697. Case di quei dalle Corregge o Correggie (vedi via Ca valiera N. 1613).

La cronaca Fabra dice che nel 1418 l’ otto dicembre morì Giorgio da Siena ricco drappiero, che abitava sulla piazzetta dei SS. Simone e Giuda dei Papazzoni dal lato di sotto. Chiamavasi poi dei Gigli i quali il 23 dicembre 1551 ottennero di chiudere un portico lungo piedi 23 e largo 8 presso la chiesa di S. Simone e di occupare piedi 6 di suolo pubblico in lunghezza per dirizzare la detta casa con altra sua contigua. Queste case furon acquistate dai Fantuzzi ed unite al loro palazzo, poi Spada.

Dopo le case dei Gigli, o Lily veniva quella dei dal Porto, e a Girolamo fu concesso il 9 dicembre 1564 di far portico nella piazzola dei SS. Simone e Giuda con colonne di pietra lungo piedi 31 e largo 8. Il detto Girolamo si trova sottoscritto nella supplica all’ Arcivescovo per la soppressione della parrocchia, e si dice fosse indifferente che la sua casa sia sottoposta a S. Martino, o a S. Nicolò degli Alberi.

Si trova che il 9 dicembre 1594, la fornace della Bicchiereria era nella piazzetta di S. Simone nella casa di Valerio Porta. Rogito Innocenzo Costa.

Questo stabile faceva parte del palazzo Spada.

Finalmente si trova il passaggio da questa piazzola alla via Valdonica coperto da volti, la cui fabbricazione fu concessa il 10 marzo 1517 a Gaspare del fu Carl’ Antonio Fantuzzi, dicendosi nella concessione di fare un volto sulla via pubblica - dal Massarolo.

Aggiunte.

1618 23 febbraio. Bonfiglioli Vitale comprò da Valerio del Porta una casa nella piazzola di S. Simone per L. 5705. Rogito Gregorio Malisardi.

Il 13 maggio 1774 il senatore Muzio Spada ottenne di fare un volto sopra il vicolo, che passa nella piazzola di S. Simone per unire alle sue case altre di sua ragione.