N.486

1563, 20 dicembre. Dialta del fu Matteo Paselli, moglie del cav. Francesco Paselli, vende a Sertorio del fu Guidantonio Lambertini una casa in Galliera rimpetto a Santa Maria Maggiore, per L. 7000. Rogito Leone Mastri, Angelo Ruggeri, e Giacomo Machelli. Confina con Lodovico Caccialupi, con Matteo Ruccola, e col vicolo Quartirolo. L' abitò Aldraghetto di detto Guidantonio Lambertini, morto li 16 settembre 1589, il quale unì a questa una casa verso settentrione, di Fabrizio Ruccola, comprata per L. 6600 li 8 marzo 1583, a rogito Sebastiano Campeggi, che confinava con Stefano Guglielmini, e col compratore, le rifabbricò, e le ridusse in un sola.

Si trova che li 12 dicembre 1601 Ottaviano e fratelli, figli di Ippolito Piatesi, comprano da Guidantonio di Sertorio Lambertini una casa in faccia a Santa Maria Maggiore, per L. 20000. Confina i Caccialupi a mezzodì, gli eredi di Stefano Guglielmini a settentrione, e il vicolo Quartirolo a levante. In questo contratto fu compresa la stalla posta nel predetto vicolo. Dopo il 1605 passò di nuovo ai Lambertini.

1635, 16 marzo. Antonio del fu Orazio Taruffi l'acquistò per L. 16000 dai conti Francesco e Cornelio Lambertini. Rogito Lodovico Calvi. Confinava la via di Galliera, il vicolo Quartirolo, il dottor Pirati, o Cirati, e Virgilio Bassani. Dai Taruffi passò ai Boschetti famiglia senatoria, che terminò nel marchese Claudio del conte Girolamo, morto li 5 febbraio 1737, del quale furono eredi le due figlie maritate, l'una nel conte Gaetano Grati, e l'altra nel conte Canossa di Mantova.

1640, 10 febbraio. Questa casa fu assegnata dal conte Claudio del fu Francesco Maria Boschetti, alla contessa Giulia del fu Claudio Capacelli, in prezzo di L. 28000, dichiarandola casa nobile in Galliera rimpetto a Santa Maria Maggiore. Rogito Giovanni Bertolotti. Del 1758 fu comprata da Francesco Baroni, escluse le cinque botteghe che erano delle suore di S. Gio. Battista, pagandola L. 11250. Rogito Francesco Schiassi. Questi la restaurò. In un capitello verso il Serraglio vi è un' arma con un leone rampante avente fra le zanne una spada o pugnale.

Li 23 marzo 1505 Folco d'Argelata si ferì alla gola, poi si gettò dal corridoio nella corte in camicia. Il rumore della caduta fu sentito da quelli che erano in Santa Maria Maggiore, che lo soccorsero, ma morì dopo quattro giorni.

Gli eredi, o creditori Baroni, vendettero questa casa al dottor Pietro Bontadini, e i di lui figli la rivendettero a certo Simoni, che l'abbellì e le fece i pillastri coprendo con essi le antiche colonne.