Cavazza

Famiglia derivata dalla Papazzoni e quindi ebbe progenitore quel Manfredo dal quale fiorirono alcune schiatte dinastiche e principalissime per l' Italia (1). Cavazza, che nel 1194 s'accordava col fratello Ugolino Papazzone per reciproca difesa delle loro case e torri, sembrerebbe quegli che diede il nome al suo casato : ma un solo anno dopo v' era un Giovanni di cognome Cavazza, il quale, rettore di lega lombarda, interveniva per la Pieve di Grabadona al parlamento tenuto in Borgo san Donnino, per rinnovare i giuramenti della lega (2).

Jacopo Cavazza ottenne dal pretore di Bologna, Filippo Ugoni (1249), le rappresaglie contro gli uomini e la città di Firenze per lire 125 di denari pisani, per non so quali vicende; e questa fu una delle rappresaglie sulle quali composero i comuni di Firenze e di Bolegna nel 1254 (3).

I Cavazza erano geremei e giurarono la pace ai lambertazzi. Militarono, Dianesio co' Bolognesi che andarono in aiuto di Carlo re di Sicilia (1284), Guglielmo per difender Rocca Corneta minacciata dai conti di Panico (1310) e Gilio che rimase prigioniero sotto Castel san Prospero assediato dal Balbiano e indarno soccorso da' Bolognesi (1385) (4).

Dianesio di Domenico è il solo anziano uscito da questa famiglia, alla quale per avventura appartengono tre professori: Gianfrancesco e Francesco lettori di Medicina nei secoli XVI e XVII e Antonfrancesco giureconsulto altresì nel secolo XVII (5). Una famiglia Cavazza è tuttavia sussistente.

I Cavazza già avevan torre nel 1194 e in tal anno, come ho detto da principio, Cavazza e il fratello Ugolino Papazzone pattuirono, per sè e per gli eredi in perpetuo, vicendevole aiuto e la mutua difesa delle loro torri ed abitazioni. Ne vietaron la vendita se non concorreva la volontà d' ambedue le parti, convenendo che se mancasse questo concorso le alienazioni potesser essere rivendicate dall' altra delle due parti. Obbligaron gli eredi a rinnovare questo patto entro quaranta giorni dopo che un d' essi ne facesse richiesta e stabilirono la multa di 100 lire imperiali, ossia trecento lire di bolognini, a chi trasgredisse (6).

Ma un atto di paci giurato nel 1269 sotto il portico della casa della torre già dei Cavazza ci fa noto che la torre non apparteneva più in quel tempo a costoro (7). Forse era già passata in proprietà degli Albari che certo la possedevano verso il 1287, avvegnachè in tal anno fu annullata la vendita della torre detta dei Cavazza e del cassaro contiguo, vendita fatta da Ubaldino Albari a Diaterno Boncompagni per 300 lire (8) come ho narrato nell' articolo Albari.

Il Savioli aveva notato che le torri dei Cavazza e dei Papazzoni erano a poca distanza dalla chiesa di s. Niccolò degli Albari e in fatti l' ultimo documento poc' anzi accennato pone la torre dei Cavazza nella giurisdizione parocchiale, certamente poco estesa, della chiesa sopraddetta. Era dunque in via Cavaliera siccom' essa chiesa, o nelle vicinanze. Passò ai Bianchetti nel 1289. — Vedasi Albari.

(1) Savioli, Ann. v. 3, pag. 199.

(2) Savioli, Ann. v. 3, pag. 205, 207.

(3) Savioli, Ann. v. 6, pag. 309.

(4) Ghirardacci, Hist. v. 1 pag. 265, 541; v. 2, pag. 400.

(5) Mazzetti, Repert., pag. 91.

(6) Docum. n. 2.

(7) Docum. n. 33.

(8) Docum. n. 161.