Albiroli (Via degli)

Via degli Albiroli.

Da via degli Albari e dalla piazzetta Prendiparte a via Marsala.

Quartiere San Vitale.

Prima documentazione dell'odonimo: 1692 (Via Albiroli)

Questa via fu spesso nel passato distinta in due parti: una prima dall'attuale piazzetta Prendiparte a via Goito, ed una seconda da via Goito a via Marsala.

La parte da via Goito a via Marsala fu stata spesso chiamata Via dei Grassi (nel 1635 dal Banchieri e nel 1743 dal Salaroli) per la vicinanza del palazzo della famiglia dei Grassi. Anche il Guidicini (I,40) affermò che via Albiroli era nota anche come via dei Grassi.

Nella pianta dell'Aretusi compare l'unico l'odonimo Cento versi, apparentemente riferito a questo tratto di strada, mentre l'altro tratto di strada rimase anonimo. Su ciò si tornerà successivamente.

Il Taruffi diede a questa parte di via il nome Casteltialto, ma si tratta probabilmente di errore in quanto, come noto, Casteltialto è odonimo tutt'ora esistente di altra via (vedi via Castel Tialto).

La parte dalla piazzetta Prendiparte a via Goito fu chiamata via Scadinara dal Banchieri. odonimo citato anche dal Guidicini. Via Scadinara prende origine evidentemente dalle case dei Prendiparte che furono vendute ai Seccadenari nel 1530.

Il Taruffi la descrisse semplicemente come via che porta alle carceri.

Tutti gli altri autori, a cominciare dal Mitelli, furono concordi nel chiamare entrambi i tratti di via con il nome di Albiroli.

Il Guidicini genericamente affermò che nel 1636 la via fu chiamata via de' Centoversi, ma che fu nome di corta durata, informazione ripresa anche dal Fanti. Entrambi affermarono di non avere elementi per la spiegazione di questo odonimo.

La fonte è chiaramente l'Aretusi, con la sua pianta stampata (appunto) nel 1636 in cui apparentemente il solo tratto da via Goito a via Marsala è chiamato Cento versi, ma la legenda chiarisce che qui sono le fenestre delle prigioni dell'Arcivesc. Le prigioni dell'Arcivescovado occuparono le case che furono dei Prendiparte ai numeri antichi 1708 e 1709 (dove è anche la Torre Prendiparte o Coronata) dopo il 1599 e fino al 1796. Il 1708 aveva l'accesso da via Carbonara (nei pressi dell'attuale numero 1) e le finestre su via Albiroli all'altezza dell'attuale numero 4 (Il 1708 era adibito a carcere mentre al numero 1709 aveva residenza il bargello). Quindi Cento Versi si applicava anche (ma forse soprattutto) al tratto dalla Piazzetta Prendiparte a via Goito.

A questo punto la spiegazione di Cento Versi con buona probabilità va ricercata proprio nella vicinanza delle finestre delle prigioni, da cui provenivano i lamenti e gli urli (vers in lingua bolognese) dei condannati ivi rinchiusi.

L'attuale via degli Albiroli comprende anche un brevissimo tratto da ovest a est che dalla torre Guidozagni porta in via degli Albari. Questo tratto al tempo del Guidicini era noto come Voltone dei Gennari, nome di facile interpretazione, dal Voltone con travature in legno che congiungeva la casa all'attuale numero 1 alla casa-torre dei Guidozagni. Il numero 1 di via Albiroli (che si affaccia con il numero 6 sulla Piazzetta Prendiparte) appartenne dal 1659 al pittore Giovanni Francesco Barbieri da Cento detto il Guercino, poi passò nel 1715 ai Gennari, pure essi pittori, eredi ed allievi del Guercino.

La famiglia degli Albiroli, che abitarono le case, già anticamente dei Venenti, agli attuali numeri 3, 5 e 7, fu quella che diede il nome alla via, anche se alcuni (vedi Origine) trovarono un improbabile legame con alberoli, ovvero piccoli alberi che un tempo avrebbero popolato quelle zone, ripetendo l'errore fatto con Albari (vedi via degli Albari).

Fonti citate in questo articolo.

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.

Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.

Taruffi: Antica fondazione della città di Bologna degnissima madre di studj, di Gianandrea Taruffi, pubblicato nel 1738.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Origine: origine della denominazione delle 334 strade che compongono la città di bologna, di Goldini e C.. Pubblicato a Bologna nel 1843

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.