N.1070 - Casa già dei Macchiavelli, poi dell'Arte della Lana

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Casa già dei Macchiavelli, le cui armi veggonsi incise nei capitelli delle due colonne del portico in confine delle vicine case. Quella a levante è dei Macchiavelli di Firenze, e l' altra a ponente e dei Macchiavelli di Bologna.

L'8 aprile 1507 Gioan Battista di Cristofaro Macchiavelli vendette questo stabile per lire 2200 come da rogito di Gioan Battista de Buoi , a Mastro Girolamo di Francesco Tostini medico rinomatissimo venuto da Fiorenzola (per cui li suoi discendenti si dissero dei Fiorenzola). Il detto Girolamo la rifabbricò nel 1514 ottenendo esenzione dai Dazi per materiali. Si maritò a Leona di Andrea Zecca, e mori del 1527. Li Tostini Fiorenzola si dissero poi Betti Fiorenzola , e l' ultimo fu Angelo morto li 27 aprile 1709 lasciando una sola figlia ed erede Anna Maria maritata in Giovanni di Marcant. dell' Armi della Via di Mezzo di S. Martino.

Un rogito di Antonio Marisaldi delli 1 dicembre 1615 ricorda la Casa grande di Guido del fu Filippo Fiorenzola sotto S. Giovanni in Monte con stalla nella Piazzola della detta Chiesa.

Li 1 1 marzo 1631 Guido d' altro Guido Tostini Fiorenzola vendette una Casa grande sotto S. Giovanni in Monte in Via Miola per lire 8500 al Canonico Annibale e a Fabrizio M. fratelli e figli del fu Marcello Garzoni. Rogito Gioan Battista Rossi.

Li 6 giugno 1631 li suddetti fratelli Garzoni cedettero la predetta Casa in prezzo di lire 10000 all' arte della lana , la quall' arte diede in conto per lire 9000 al Garzoni l'antica sua residenza nella Via del Ponte di Ferro N. 1061, come da rogito di Giacomo Mondini.

Nel libro degli Statuti del 1249, e 1250 in data del 1222 vi è la seguente ordinazione — Factores Panni Lanae; et Pignolati immunes sint a pubblicis factionibus. — Se nel 1222 l'arte della lana potè ottenere esenzioni convien credere che avesse già dato molte prove della sua utilità per meritarle, lo che fa presumere non pochi anni di esistenza.

Nei tempi antichi furono si numerosi li manufatturieri di lana , che in Città occupavano li Borghi dell' Oro , dell' Argento , delle Pallottè , e Orfeo , le Vie del Cestello, di Fiaccacollo, degli Angeli, dei Coltelli, e parte di strada Castiglione. Un breve di Sisto V delli 1 settembre 1589 dice, che negli antichi tempi l'arte della lana occupava da 15000 persone in Bologna, e nel suo territorio.

Un numero si prodigioso di fabbricatori bisognò dividerlo in tre classi , ciascuna delle quali costituiva da per sè un Compagnia , e cioè :

1. Arte di lana gentile, che fabbricava lavori alti di lana.

2. Arte di lana bassa, o Bisella, che si occupava di lavori bassi non vendibili al ritaglio, nè al minuto. Le sue manifatture dovevansi presentare alla Casa dell' arte, dove approvate per buone venivano consegnate ad un pubblico officiale detto il Mastro di Gargeria, il quale secondo il prezzo fissato dai padroni dei panni li vendeva ai Drappieri.

3. Li Drapprieri, che scavezzavano, e vendevano al minuto il suddetto panno ai compratori.

Ciascuna di queste tre Compagnie aveva il suo particolare Statuto, ma quella della lana gentile, e dei Drappieri teneva ciascuna la sua residenza in luogo appartato nel Magistrato dei Colleggi, e ciascuna faceva parte delle dodici Arti del Foro dei Mercanti. L' arte della lana eleggeva nelle Calende di Luglio d' ogni anno un Rettore , che doveva essere forestiero ed approvato dagli Anziani. Questi era un Giudice cui si pagavano annue lire 50 di onorario , e godeva della partecipazione di certa parte dei proventi delle condanne da lui fatte. Gli era dato un notaro che non poteva essere nazionale. La Compagnia aveva il Massaro e due Castaldi, ai quali unitamente al Rettore incombeva la custodia delle acque del canale di Savena, le riparazioni della Chiusa di S. Rufflilo, del canale, e della selegata dal serraglio di strada Castiglione (dal Torresotto) fino alla fine di detta strada , e siccome l' acqua che correva era mercè tributo pagata dai vicini, e quelli che ne traevan vantaggio, così il Rettore doveva invigilare acciò il canale non divenisse fangoso per il suddetto tratto inferiore.

Il Rettore era fornito di casa che colla riforma approvata dal Reggimento li 28 aprile 1665 gli fu tolta, ma in compenso gli fu aumentato il soldo di lire 100. Nella medesima riforma fu ordinato che il notaro dovesse essere bolognese.

Cominciò la decadenza dell' arte per cui bisognò permettere di lavorare promiscuamente di alto, e basso, e anche di vendere al minuto, e ai Drappieri stessi concedere la fabbricazione a modo, che un solo faceva quello , che già da tre era disgiuntamente esercitato. Non per questo le tre compagnie cessarono di nominare i loro Massari fino al 26 agosto 1599, nel qual giorno il reggimento unì la Compagnia di lana gentile a quella dei Drappieri, le quali nominavano un solo Massaro detto dei Drappieri, e di lana Gentile uniti.

Il luogo che occupava il Massaro dell' Arte soppressa nel Magistrato dei Colleggi fu passato al Massaro dell' Arte dei Pittori , e nel posto che godeva l' arte di lana gentile nel Foro dei Mercanti, fu collocata la Compagnia dei Salaroli. Finalménte nel 1609 all'arte dei Drappieri, e di lana gentile uniti fu aggregata quella della lana bassa.

La Compagnia dei Strazzaroli che soltanto poteva comprare , e rivendere robbe vecchie, e drappi logorati si volle intitolare Arte dei Drappieri. Contro questa usurpazione li veri Drappieri ricorsero al Senato nell' anno 1688 perché fosse proibito ai Strazzaroli di servirsi di tal nome, e perché fosse levato dalle lapidi, e dai pubblici luoghi dove indebitamente fosse stato posto. Questo ricorso fu sottoscritto dal dott. Luigi Camuncoli Rettore dei Drappieri, e dell' arte della lana gentile uniti.

L' Arte della lana gentile ebbe il suo statuto, e cioè il più antico che si conosca. Quello soltanto del 1304, vi ha molta probabilità che fosse preceduto da altro. Dal 1304 al 1521 si fecero cinque riforme statutarie. Il suo protettore fu sempre S. Giovanni Battista. L' ultimo suo Massaro nel quarto trimestre del 1599 fu Giulio Cesare Galassini, e il primo delle due arti unite nel primo trimestre del 1600 fu Gio Battista Pastalini. La

Compagnia dell' Arte di Lana Bisella, o dei Bisellieri ebbe li suoi Statuti nel 1288, e dal detto anno al 1422 furon rinnovati e riformati sei volte, poi stampati nel 1630. L' ultima sua residenza l' ebbe in strada S. Donato a sinistra entrandovi per Porta Ravegnana al N. 2606. Il suo ultimo Massaro fu Innocenzo Marzocchi nel secondo trimestre del 1784. Essendo ridotta l' Arte a tre soli soggetti fu aggregata a quella dei Drappieri di lana, conferendo in essa beni, e ragioni.

La Compagnia dei Drappieri sembra sostituita all'antica detta dei mercanti. L' ultimo Massaro dei Mercanti fu Gio. dalla Torre nel terzo trimestre del 1412 Nell' elenco dei Massari delle Arti che comincia dal 1378, e termina all'anno 1796 non si trova Massaro dei Drappieri che nel terzo trimestre del 1454. In quest' intervallo s' incontra però una lacuna di alcuni anni nei quali non si danno li Massari, ed in alcuni altri si danno non indicando a quell'arte appartengano , onde potrebbe essere che li Drappieri avessero avuto il Massaro prima del 1454 nel qual anno è segnato per la prima volta un Gasparo di Mino Scardovi Massaro dei Drappieri.

Stando al P. Orlandi, e a quanto dice nelle sue notizie dei scrittori bolognesi sembrerebbe che li mercanti fossero uniti ai banchieri, mentre a cart. 316 mette che li Statuti dei banchieri furon fatti nel 1245, e rinnovati nel 1345, 1385, e 1481 e sempre manoscritti, e poi soggiunge — Vedi Mercanti — e per questi a cart. 327 fa l'articolo — Statuti dei Mercanti, e Banchieri — ponendo per epoche dei detti Statuti gli anni 1273, 1289, 1329, 1333, 1400, 1436, 1460, 1468 e 1469 tutti manoscritti; ma se li mercanti cessarono dall'avere Massaro nel 1412, come potevano rinnovare li Statuti nel 1436, ed anni successivi.

L' arte dei Drappieri congiunta a quella della lana fu soppressa li 28 dicembre 1797. Questo stabile fu comprato dal confinante Filippo Conventi li 31 maggio 1800 rogito Gio Battista Canali. Giulia del predetto Filippo Conventi la portò in dote ed Alessandro di Gio Baroni. Confinava a levante col compratore, a mezzodì colla piazzetta di S. Gio in Monte, a ponente col conte Filippo Bentivogli, e a tramontana colla Via Miola.

Vi erano altri mestieri attinenti all' Arte della Lana come — Li Tessitori di lana — Li Purgatori, e Rivedini — Li manifatturieri di lana detti Lanini — ed i Capellari.

Li Tessitori di lana scelsero S. Paolo Converso a loro Protettore. Si radunarono in S. Lucia ; poscia nel Borgo dell' Oro ove eressero un Oratorio dedicato a S. Paolo, che era dove è oggi giorno la Chiesina delle Suore di S. Maria Egiziaca. Ebbero i loro Statuti riformati li 24 luglio 1687 come da rogito di Domenico Castellani. Questa unione non aveva Massaro nel Magistrato dei Tribuni della Plebe.

I Purgatori , e Rivedini di lana facevano le loro adunanze in una capella dedicata alla Croce posta vicino alla Compagnia di S. Andrea del Mercato. I suoi Statuti furono confirmati nel 1568. Quest' arte fu istantaneamente unita all'arte dei Tintori, aggregando al Consiglio quel Purgatore, che era dell'arte sopressa come da rogito Angelo Michele Bacialli delli 5 luglio 1784.

I Manifatturieri di lana detti Lanini , sui quali non si hanno particolari notizie, furono uniti nel 1784 alla compagnia dei drappieri, della lana.

I Capellari facevano corpo coi manifatturieri di lana ed avevano il loro particolare Statuto stampato nel 1580. I Merciari, ed i Tintori pretesero obbedienza dai Capellari, e Manifatturieri uniti, che fu sempre loro negata. Il loro Protettore era S. Gregorio Taumaturgo, venerato in una Chiesa posta fino dal 1646 nella Via di S. Pietro Martire N. 161.

Li 5 luglio 1784 rogito Angelo Michele Bacialli ottennero li Capellari di far arte da se, assegnandogli il Senato i beni delle così dette quattro Arti , e cioè dei Tessitori, Purgatori, Lanini e Capellari, già soppresse, approvando come Consiglieri già ascritti alle dette quattro arti , e stabilendo il Consiglio della Nuova Arte di 12 fabbricatori, o Spacciatori dì Capelli, compresi sempre li sei suddetti Cappellari.

Rimane a dire qualche cosa dei Battilana o Cimatori e Sgardazini.

Li Battilana detti in oggi mattarazzari avevano Congregazione da se sotto la protezione di S. Biagio. I suoi statuti furono approvati nel 1492. S'ignora dove avessero la loro Residenza. Nel 1784 furono uniti ai -Strazzaroli.

I Cimatori avevano i suoi Statuti fino nel 1425 ma non formavano Società. Il loro Protettore era S. Tommaso Apostolo.

Li Sgardazini di lana non ebbero Statuto, e non si conosce chi avessero e se alcun protettore. Li 5 luglio 1784 gli esercenti, questo mestiere furono assoggettati all' arte dei Capellari.

Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

S. Pietro.

Oratorio privato posto in via Miola nella residenza dell'arte della lana, alla quale furon dati dei privilegi fino dal 1231. Vi erano da 15000 persone occupate in questa lavorazione.

Le strade di Borgo dall'Oro, dell'Argento, Borgo Orfeo, delle Pallotte, Savonella, Cestello, Fiaccacollo, via degli Angeli, dei Coltellini, e parte di Strada Castiglione erano occupate da artefici di detta professione della lana.