N.611

Quivi era un terreno prativo lungo piedi 24 fino al fossato, di Scipione Dal Ferro proprietario della casa N. 600 nel lato opposto della strada, poi del dottor curiale Fontana. Confinava Michele Mauri, il fossato, e quelli degli Elefanti. Del 1543 il detto terreno fu comprato da Nicolò di Melchiorre Panzacchia, ed allora confinava a mezzodì i beni dell' ospitale dei Servi, verso sera il Calandrone, e ad aquilone il detto Panzacchia. Il Panzacchia unì alla vicina sua casa la fabbrica che potè fare sul suddetto terreno. In confine del Panzacchia verso settentrione vi era una casa, ora incorporata nel N. 611, la quale nel 1603 era di Giovanni da Panico, nel 1610 di Laura dal Muto, e del 1616 il 4 giugno Giulio Cesare Pallini la vendette a Marcantonio Santamaria per L. 5000. Rogito Girolamo Fulchi. Confina Melchiorre e fratelli Panzacchia, Fabbio Vittori, e Gio. Lari. Era affittata L. 300. Appartenne al dott. Nicolò, morto nel 1680, ultimo di sua famiglia.

La parrocchia di S. Biagio successe a Polissena Panzacchia che la vendette li 22 giugno 1700 al dott. Marco Mariani per una rendita di L. 206, 18, di Monte Giulio. Rogito Paolo Pancotti. Ma si trova che tanto quella dei Macchiavelli, che dei Santamaria, erano unite in una sola nel 1711, ed apparteneva tutta alla predetta parrocchia, la quale la vendette a Gio. Battista Nobili, che la restaurò nel 1780, poi la vendette al dott. Paolo del dott. Giuseppe Veratti marito della celebre dottoressa Laura Bassi Veratti. Nel 1289 in questa situazione si pubblicavano i bandi, che allora chiamavasi presso il Trebbo dei Zovonzoni.