Mascarella (Via)

Via Mascarella.

Da via delle Belle Arti a piazza di Porta Mascarella.

Quartiere San Vitale.

Prima documentazione dell'odonimo: 1296 (Burgus de Mascarella).

Questa è l'unica tra le "strade maestre" (quelle che conducono alle porte della città) completamente all'esterno della seconda cerchia di mura di Bologna (la cosiddetta "cerchia del Mille").

Già documentata negli estimi del 1296/97 (Burgus de Mascarella), fu sempre chiamata da tutti gli autori Mascarella, qualche volta (raramente) con via o strada davanti.

Da segnalare l'odonimo Strada delle Mascarelle documentato nella Tontina Mista e che riflette la spiegazione più comune data in passato per questo nome, ovvero quella di un diminutivo di maschera.

In tale senso si espressero lo Zanti, il Banchieri ed altri tra cui il Salaroli, che fecero riferimento ad un corso carnevalesco delle maschere che sarebbe avvenuto in questa strada (all'epoca dei Bentivoglio, secondo il Salaroli, pag. 45).

L'ipotesi del "corso della maschere" sembra però poco credibile in quanto l'istituzione di corsi mascherati carnevaleschi in città risale a non prima del secolo XVII (Fanti, II, 511), mentre questo odonimo risulta documentato addirittura negli statuti del 1250 (Fanti, II, 511).

Il Guidicini per primo formulò una ipotesi alternativa, qui riportata integralmente: Mascarella nel 1285 era il nome che si dava alla frode nei contratti, e questo apprendiamo dallo Statuto della Compagnia dei Macellari di detto anno nel quale si vieta di far Mascarelle nel mercato delle bestie. Non sarebbe fuori di proposito che la prossimità di questa strada al Campo Magno, o Montagnola dove si cominciò a tenere nel 1251 la fiera dei bestiami vi richiamasse i contraventori allo Statuto, e che per questo prendesse il nome di Borgo della Mascarella.

Il Fanti registrò altre possibili etimologie per il nome della nostra via.

La prima (dell'Avogaro) fa derivare Mascarella dalla forma germanica marsch (con un corrispndente latino marascus) con il significato di "palude". Tutta la zona a nord di Bologna era effettivamente in antichità paludosa, ma non sembra, come notò il Fanti, ragione sufficiente per avvalorare questa ipotesi.

La seconda (di Giuseppe Fabbri, da Le fortificazioni del Medio Evo a Bologna, Bologna 1955, pagine 17 e 59) legherebbe Mascarella al significato di "bastardo" del latino medievale bolognese mascaro, maschara. Ciò indurrebbe a pensare che la chiesa di Santa Maria della Mascarella, già parrocchia a cavallo tra XII e XIII secolo, avesse avuto la gestione di un brefotrofio, di cui però non c'è alcuna traccia storica.

Una terza possibile spiegazione ha la paternità del Fanti stesso ed è che Mascarella sia nome o soprannome femminile.

Il Fanti citò, a sostegno di questa possibile spiegazione, il nome proprio Mascara usato nell'onomastica medievale personale bolognese dai cui accrescitivi e diminutivi sarebbero derivati i cognomi Mascaroni e Mascarini.

Ad ulteriore sostegno di questa ipotesi, qui si può aggiungere che nel 1198 è documentato un Mascarellus (Lodovico Savioli, Annali Bolognesi, Bassano del Grappa, 1787, Vol.2 parte 2, pag. 212).

Mascarella rappresenta un mistero odonomastico. Nessuna delle ipotesi elencate, pur avendo ognuna elementi di plausibilità, ha la forza da poter essere dichiarata "probabile".

Per aggiungere una ulteriore ipotesi, senza alcuna pretesa, si può notare come molti odonimi bolognesi tra i più antichi finiscano in -ella: Nosadella, Remorsella, Baroncella, Roversella (vedi Frassinago). Alcuni di questi fanno sicuramente riferimento al tipo di vegetazione che era abbondante nei paraggi. Questo l'evidente significato di Nosadella e Roversella, ma a questo punto possiamo aggiungere anche Pratello (da Piratello: pereto).

L'ipotesi che qui si fa è che l'area al di fuori della seconda cinta di mura fosse in antichità popolata da alberi di ciliege marasche, tanto comuni nella nostra zona. Maraschella quindi, divenuta poi per metatesi Mascarella.

La nostra via rimase Mascarella fino alla riforma toponomastica del 1873-78 in cui vi fu il tentativo di ribattezzarla via Paolo Costa (Lipparini), fortunatamente fallito, conservando un odonimo tanto antico quanto misterioso.

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Tontina Mista: Tontina Mista ossia progetto per illuminare la città di Bologna, pubblicato a Bologna dal Sassi successore del Benacci, 1762

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Lipparini: Degli uomini illustri cui sono intitolate le piazze e le vie della città di Bologna, di Innocenzo Lipparini, Società Tipografica Compositori, Bologna, 1875.

Avogaro: Contributo onomastico alla corografia di Bologna antica, di Carlo Avogaro, in "L'Archiginnasio", Bologna, XVIII(1923) e XIX(1924).

Estimi 1296/97: Atlante Storico delle città italiane. Emilia Romagna, 2 Bologna. A cura di Francesca Bocchi, pubblicato da Grafis, Bologna, 1995,1998 (contiene gli Estimi 1296/1297)

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.