Famiglia Boccaferri o Boccadiferro

Boccaferi o Boccadiferro. - Son essi d‘ un‘ antica famiglia del partito Guelfo ed una delle cinquanta che intervennero alla Pace fatta coi Ghibellini.

A loro devesi la fabbrica della chiesa di S. Maria di Strada nel 1252, della quale ebbero il giuspatronato.

Erano feudatari o Cattani di Piumazzo ove lungamente abitarono ed acquistarono molte terre, formandovi la Tenuta del Porretto, che fu poi venduta a Giovanni Battista Rampionesi.

A Serravalle avevano beni e possedevano quella Rocca, per eredità dagli Oddoni pervenuta loro verso il 1360.

Nel 1505 abitavano nella parrocchia di S. Andrea degli Ansaldi.

Nel 1522 un Girolamo Boccaferri abitava nella parrocchia di S. Barbaziano in Via Barberia.

Nel 1542 avevano un vistoso capitale in bombaserìa, ossia in cotonami.

Nel 1550 ebbero l'eredita ed il casato dei Savi o Salvi.

Nel 1556 avevano Casa nel Fossato.

Nel 1569 alcuni Boccaferri che stavano sotto la parrochia di S. Barbaziano, abitavano in Via de’ Gombruti.

Furonvi de Boccaferri che portarono anche il casato de’ Scarani.

Nel 1570 avevano una bottega in Via del Mercato di Mezzo sotto la parrocchia di S. Michele del Mercato di Mezzo.

Nel 1575 possedevano un Palazzotto fuori di Porta di Via S. Stefano, detto Roccamore, Rocca d'Amore o Rocca Maggiore, cui erano annesse fertili ortaglie.

Nel 1576 passò a’ Boccaferri anche la grande Casa de’ Savi, situata presso S. Domenico.

Del 1594 i Boccadiferro furono creati Conti di Collestaro e di Torre-Orsina; ed in quell’ anno il ramo di detta famiglia, di cui era capo il conte Bonifacio, abitava sotto la Parrocchia di S. Martino.

Nel 1704 un Ramo de’ Boccaferri abitava in Via Poggiale sotto la parrocchia di S.Giorgio, in una Casa che fu in seguito d’ una Principessa di Modena, ed ove poi abitò l’avvocato Nicoli.Questo ramo fini con Orinzia, moglie di Camillo, pure de’ Boccaferri. Ed in questa famiglia era entrata sposa Bianca De‘ Bianchi che loro portò il patronato di S. Michele della Mezzolara.

Nel 1707, addi 3 aprile, il conte Lodovico di Camillo, avendo ottenuto che il conte Alessandro Fibbia, contro compenso in denaro, gli vendesse il senatoriato di sua famiglia, avviossi a Roma per ottenerne la convalidazione. Ma il conte Cesare Fibbia ricorse alla Assunterla de‘ Magistrati in Bologna contro tale cessione, ed essa spedì tosto una staffetta che prevenne il Boccaferri il quale perciò non vi ottenne l’intento. Riuscl per altro ad avere la dignità senatoria più tardi, nel 1714.

Il medesimo conte Lodovico fu primo marito di Girolama Orsi che gli portò L. 55,000 di dote, e il cui pranzo nunziale ebbe luogo nella suaccennata Villa di Rocca - d’ Amore. Egli dissipò le ricchezze cumulate dal padre, e quantunque avesse avuta una eredità ed ottenuto il riacquisto della tenuta La Fantuzza mediante lite che gli riescì favorevole, gettò la famiglia in grandi angustie. Finalmente per un omicidio da lui fatto perpetrare in Bologna, rifuggiossi a Lucca. ove mori addì 5 agosto 1726.

Il conte Camillo, figlio del detto Lodovico, e secondo senatore, sposava a mezzodì del 5 giugno 1732, Maria Caterina Fava nella cappella dell’ arcivescovo Lambertini in S. Pietro. Egli morl di trentun‘ anno, il 7 agosto 1734, alle ore 19 e mezzo per una febbre negletta, che convertissi in acuta, e gli cagionò una repentina e violenta infiammazione intestinale che in poche ore lo rese cadavere.

I Boccaferri avevano diversi sepolcri. Che, uno in S. Francesco, un secondo in S. Giorgio, ed un terzo e principale nel Confessio di S. Pietro.