N.1084 - Retro Palazzo Pallavicini

Immagine tratta dagli schizzi topografici disegnati da Giuseppe Guidicini a corredo delle note manoscritte delle "Cose Notabili ..." e pubblicati per la prima volta da Arnaldo Forni nel 2000.

(Nord verso il basso) Via San Felice in basso, via de' Coltellini a sinistra e via del Pratello in alto. Proprietà succedutesi nel palazzo all'antico numero 62 (oggi via San Felice 24) e degli edifici agli antichi numeri 1087 e 1084 (via del Pratello 21/2 e 21/3).

La metà di questa casa con portico l’ undici gennaio 1590 era posseduta da Ettore Sclarici dal Gambaro e l’ altra metà dagli eredi di Alessandro Torresani o Torresari, da quelli di Alessandro Caravazzi e dai figli di Angelo Nobili. Ettore suddetto assegnò la sua metà a Livia dal Gambaro moglie di Giacomo di Lodovico Beroaldi per L. 8,000 e dicesi essere sotto S. Lorenzo nel Pratello in confine del Collegio Fieschi, del conte Antonio Isolani di dietro, e di Paolo Tardini a ponente. L’ altra metà fu poi venduta dagli eredi di Pietro dal Gambaro al detto Giacomo di Lodovico Beroaldi per Lire 7,016. 13. 4. Rogito Achille Canonici.

1608 25 gennaio. Locazione di Giacomo Beroaldi a Gio. Angeli di una casa nel Pratello per annue L. 310 che confinava da un lato col Collegio Fieschi dall’ altro con Antonio Tartini, e di dietro coi conti Isolani.

1614 30 aprile. Giacomo Beroaldi permutò la suddetta casa grande nel Pratello con Sebastiano Brunellini, il quale oltre al dargli vari beni sborsò al Beroaldi L. 4628, mediante rogito Antonio Malisardi. Confinava la strada, il Collegio Fieschi, gli eredi di Paolo Tartini e quelli del conte Isolani di dietro.

I Brunellini oriondi di Scarparia fatti cittadini nel 1527 terminarono in Valerio e Zenobio fratelli, e figli di Sebastiano. Il primo morì il 13 gennaio 1644 lasciando erede la Congregazione degli Agonizzanti, il secondo la figlia Francesca moglie del conte Carl’ Antonio Zani in seconde nozze.

Questo stabile fu dei Cucchi, che qualcuno crede venissero da Milano e portati a Bologna da un Tommaso detto Maso nel 1399, e che altri credono invece originari della Crovara e fornari di professione. Nel 1464 ebbero l‘eredità Cartari per cui si dissero Cucchi Cartari che fabbricarono in parte questo stabile.

Terminarono essi in Francesco di Giacomo dott. di leggi morto il 22 marzo 1694, che ebbe in sorella Lodovica maritata a Francesco Magnani erede dei Cartari. L'eredità Cucchi passò al conte Claudio Boschetti, che vendette questa casa a Francesco e fratelli Monti Bendini, i quali il 25 giugno 1696 a rogito di Mario Francesco, di Giacinto Gilioli la cedettero per L. 11,000 ai PP. del l’ Eremo nel qual contratto si dice confinasse di dietro, cogli Allamandini, a mattina col Collegio Fieschi, e a sera con Antonio Tartini non Tardini.

I Padri dell’ Eremo se ne servirono per loro ospizio, poi l’undici febbraio 1707 la vendettero per L. 14,000 a rogito di Gio. Maria Pedini a D. Gio. e a Gio. Pellegrino fratelli e figli del fu Domenico Galli detti poi Busca con l’ acquisto della casa Tartini, poi Riario verso S. Rocco dai quali fu rifabbricata ed anche ampliata. Gio. Battista di Domenico Maria fu l’ ultimo, che ebbe successione di sole femmine, morte le quali passò parte dell’eredità Galli Busca nel 1816, a Rosini in causa di Maria Teresa di lor sorella e moglie del notaro Giovanni Rosini. I conti Pallavicini comprarono questa casa dalle figlie del suddetto Gio. Battista nel 1793.

Nell’ ampliazione di questa casa sembra che vi sia stata unita quella che i 13 maggio 1667 Gio. Giuseppe di Domenico Manzoli vendette a Camillo di Pietro Sacenti posta sotto S. Lorenzo nel Pradello in confine dei Cucchi per L. 6250. Rogito Bartolomeo Guglielmini, e che aveva di fronte piedi 24 e oncie 10.

L’Alidosi dice che nel Pradello vi furono vari molini uno fra quali in faccia alla chiesa di S. Lodovico in una casa sulla cui facciata vi si vedeva ancora ai suoi giorni indicato l’ anno 1255, altro nella casa del Nobili, ed un terzo in quella dei Nicoli colla data 1278 aggiungendo il medesimo che questi opifici esistevano ancora nel 1314.

Cartigli

Palazzo Pallavicini già Alamandini

La facciata, la cui parte sinistra fu ridisegnata da Alessandro Amadesi nel 1788, conserva il cornicione del XV secolo. Lo scalone seicentesco fu progettato, forse, da Luigi Casoli intorno al 1690. All'interno si conserva un grande salone con affreschi di Giovanni Antonio Burrini (1690) e varie decorazioni, eseguite tra il 1789 e il 1792, per volere di Giuseppe Pallavicini, ad opera di F. Minozzi, F. Pedrini, V. Martinelli, G. A. Valliani, S. Barozzi e stucchi di G. Rossi.

Indirizzo:

via San Felice, 24

Guidicini

Bartolomeo di Pietro dal Gambaro comprò da Anastasio Pandolfi e da D. Girolamo Casalini rettore della chiesa di Santa Lucia di strada Castiglione una casa con orto nel Pratello, per L. 1,400. Rogito Battista Buoi, del 29 dicembre 1525.