Tessitori (Via dei)

Via dei Tessitori.

Da via Saragozza a via Capramozza.

Quartiere Saragozza.

Prima documentazione dell'odonimo: 1949.

L'odonimo via dei Tessitori è recente (delib. 16 aprile 1949).

Dal XVI secolo questa via fu sempre chiamata via dei Mussolini, dal nome della famiglia Mussolini, originaria di Argelato e documentata a Bologna dal 1308 (Guidicini, III, 310), e di cui qualche esponente abitò qui.

L'Alidosi aggiunse che questa via era detta via dei Gindoni. Il Guidicini (Ibidem) viceversa affermò che questa via si chiamò in passato via dei Guidoni. La famiglia Guidoni è ampiamente documentata in Bologna e quindi un refuso sul libro del Salaroli è assai probabile.

Nel dopoguerra l'odonimo Mussolini fu ritenuto inappropriato (esattamente come invece durante il ventennio fascista fu oltremodo esaltato e ci fu chi inventò una parentela tra Benito Mussolini ed i Mussolini di Argelato/Bologna (si veda Fanti, II, 755/756 per approfondimenti)) e fu sostituito dall'odonimo via dei Tessitori.

La scelta di questo nuovo nome nacque da un errore riguardante l'etimologia del cognome Mussolini (si veda Fanti, Ibidem), che qualcuno (Pietra, pag. 393) ritenne derivare da mussolo, un tipo di tela bambagia originaria di Mossul, per cui, se questa etimologia fosse vera, mussolini e tessitori potrebbero essere sinonimi. In realtà Mussolini è un patronimico, che significa semplicemente figlio di Musolino (Muxolinus) nome piuttosto diffuso nel medio evo.

Fonti citate in questo articolo.

Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Pietra: Origine dei nomi delle strade piazze porte in Bologna, di Giulio Cesare Pietra Comune di Bologna editore, pubblicato nel 1933.

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.