N.38 - Case dei Galluzzi

Case dei Galluzzi, che verso settentrione davano anche nella Corte detta oggidì dei Galluzzi dove sono gli avanzi della torre fabbricata nel 1237 da Sulpizia Gonzaga moglie di Giovanni Pietro Galluzzi.

Nel 1271 6 marzo, il governo fece rovinare le case di Soldano Galluzzi in città, e in campagna per aver fatto ammazzare nel 1268 Filippo da Bologna, e per dar soddisfazione alla Compagnia della Branca di cui era membro l'ucciso.

Nel 1292 furon rovinate le case dei Galluzzi nel cortile che portava il loro nome e le case di quei da Castel dei Britti per avere assieme ammazzato il giudice Usberto.

Li 22 dicembre 1360 fu ordinato che nella piazza di S. Geminiano dopo la casa del fu Rolandino Galluzzi principiando dal ponte della cittadella, e continuando sino al Guasto, e per la via che va verso il Guazzatoio si facesse un muro alto per togliere la comunicazione fra le scuole, e il postribolo in causa degli scuolari. Il ponte della cittadella poteva essere dove sono i Celestini, la qual Chiesa fu edificata nel 1369. Il Guasto era quello degli Andalò, e la via del Guazzatoio era quella ora detta via del Cane. La Chiesa di San Geminiano fu distrutta, od unita a quella di San Petronio nel 1437. (Vedi Chiesa di San Petronio).

Nel 1390 26 luglio fu rovinata d'ordine dei Riformatori la casa grande del ribelle Alberto Galluzzi presso la torre, dove abitava Antonio da Bruscolo, e cosi pure l'altra posta nel cortile dei Galluzzi.

Si trova qualche rogito riferentesi ai Galluzzi stipulato in Ballatorio Gallatiorum (Orig. Parlatorio, corretto con il ? dal Breventani).

1564 20 dicembre. Casa grande dei Dolfl, e 3 casette con botteghe poste sotto S. Giacomo dei Carbonesi, sotto Sant'Andrea degli Ansaldi, e sotto i Celestini vendute da Floriano, e da Antonio Dolfi a Tideo Seccadennari padre di Virgilio per L. 19,500. Rogito Paolo Casanova.

Non si trova come la casa dei Galluzzi in strada S. Mamolo fosse li 24 di cembre 1564 di Floriano, di D. Antonio Dolfi, i quali come debitori di Girolamo Brenzi, di Polidoro Castelli, e del conte Giovanni Pepoli, e col consenso d'Ifigenia Dolfi vedova di Paolo Orsi vendettero a Taddeo di Virgilio Seccadennari una casa grande con corte, orto, stalla, e torre detta dei Galluzzi assieme colle botteghe davanti, e con altre case annesse alla detta casa grande posta sotto S. Giacomo dei Carbonesi davanti, sotto Sant'Andrea degli Ansaldi di dietro, e anche in parte sotto la parrocchia dei Celestini. Questi beni spettavano a detto Floriano per la divisione fatta con Marc' Antonio Dolfi nel 1559 rogito Francesco Panzacchia, e rapporto poi alla torre Galluzzi per di compra da lui fatta il 21 ottobre 1549 da Polidoro fratelli, e figli d'Alberto Castelli, presso la qual torre vi era una stalla comprata per L. 750 di bolognini. Confinavano a oriente con Bonifazio Galluzzi, col compratore Dolfi a mezzogiorno, con mastro Alessandro Gardini matematico a ponente, e rispetto alla torre presso la chiesa di Santa Barbara, o di S. Giovanni dei Fiorentini, e a settentrione certo cortile grande detto la torre dei Galluzzi.

Nella stessa vendita fatta al Seccadennari fu compreso un pezzo di terreno di due pertiche e un quarto enfiteotico della fabbrica di S Petronio concesso il 9 dicembre 1518 ad Antonio Dolfi e posto sotto la parrocchia dei Celestini in confine dei beni di detta fabbrica alla quale pagavasi per annuo canone un paio capponi. Rogito Ascannio dalla Nave. Il tutto per L. 18,500. e L. 1,000 per la stalla e torre. Rogito Paolo Casanova, Galeazzo Bovi, e Annibale Belvisi. Confina la piazza nuova dell'Archiginnasio, i Dolfi, i Gandini enfiteuti di Santa Maria Rotonda, presso il Prato, ossia piazza del Pavaglione presso i Galluzzi, presso i beni della fabbrica di San Petronio, della Corte dei Galluzzi, e di certa via occupata ed inusitata.

1552 2 luglio. Marc' Antonio d'Antonio Dolfi compra da Evangelista di altro Evangelista dei Velli una casa sotto Sant' Andrea degli Ansaldi, ed altra contigua in confine dei beni di S. Petronio per L. 1,500. Rogito Ermete Cartari, e Antonio Bondi. Questo stabile deve essere quello del marchese Pompeo Ratta nella corte dei Galluzzi.

1565 13 dicembre. Locazione enfiteutica fatta dagli uffiziali della fabbrica di S. Petronio a Taddeo Seccadennari successore di Antonio Dolfi di una parte di terreno sotto i Celestini lungo pertiche 16 1/2, largo pertiche 14 in confine del conduttore per l'annuo canone di un paio capponi a Natale, col patto che volendosi continuare la fabbrica della chiesa di S. Petronio si abbia per nulla questa locazione. Rogito Diomisio Vallata.

1567 27 aprile La terza parte della casa in S. Mamolo sotto San Giacomo dei Carbonesi era fidecomisso di Floriano Dolfi seniore. Antonio, e Floriano Dolfi ignorando questo vincolo l'avevano venduta a Taddeo Seccadennari, il quale però doveva ancora pagare il terzo del prezzo della medesima. Pio V a cui ebbero ricorso, derogò, e commutò questo fidecomisso addossandolo ad altro stabile, nel quale si dovesse impiegare il detto residuo prezzo.

1619 26 gennaio. Compra Floriano di Pompeo Dolfi da Lodovico del fu Giovanni Battista Teodosi, e da Lucio del fu Valerio Seccadennari una torre con quattro stanze, ed annessi posta in Bologna sotto la piazza dei Celestini nella corte dei Galluzzi. Confina la Compagnia di S. Giovanni Battista dei Fiorentini, e la casa abitata dal compratore per L. 800. Da questa compra si rileva che le case di Strada S. Mamolo erano state riacquistate dai Dolfi.

L'antichissima famiglia Galluzzi comincia ad essere citata nel 1200 sotto il suo cognome, e a quei tempi si ricorda un Rolandus qui dicilur Galluzzus filius Alberti Galli. Questo è il cognome il più antico di quanti siano stati adottati da famiglie che abbiano esistito in Bologna.

I Galluzzi furono di partito Geremei, e potentissimi. Le nostre storie raccontano le conseguenze dell'inimicizia fra loro e i Carbonesi che costarono la vita a Virginia di Giovanni Pietro Galluzzi, e di Sulpizia Gonzaga moglie d'Alberto Carbonesi uccisa dal padre circa l'anno 1258.

Picciola d'Alberto vedova d'Ottaviano Piatesi fabbricò nel 1116 la Chiesa della Madonna del Monte.

Guido Mario Alberto era compadrone della Chiesa di Santa Maria Rotonda del 1268.

Gisla del famoso Antonio vedova di Nicolò Tebaldi fondò il convento delle suore de' Santi Lodovico, ed Alessio, e fu prima Abadessa. Testò nel 1327.

Le case dei Galluzzi sono state più volte rovinate dai loro nemici, e per ordine del governo, per uccissioni comesse da Maginardo Obizzo come già superiormente riferiamo.

Un arciprete Galluzzi fabbricò l'ospitale nuovo fuori porta Sant'Isaia nel 1300 sotto S. Paolo di Ravone.

Un ramo Galluzzi terminò con Elena d' Andrea in Lodovico Isolani che testò nel 1465, e che lasciò la sua eredità al marito. L'ultimo ramo mancò in Margherita di Girolamo, moglie del dott. in filosofia, e medicina Ippolito di Bartolomeo Poggioli morto nel 1628. La famiglia de l' Hópital di Francia si gloria di essere proveniente dai Galluzzi di Bologna.

L'ultimo dei Dolfi fu Floriano d'Antonio Filippo canonico, e decano di San Petronio morto il 22 marzo 1769 lasciando erede l'unica nipote Maria Diamante di Gioseffo Agostino Dolfi moglie del marchese Benedetto di Lodovico Ratta al quale portò la sua eredità, e con questa tutti i suacennati stabili.