N.548,549
Portone d' ingresso al vasto, e già delizioso giardino, entro il quale trovasi il palazzino, che nella stagione estiva era abitato dalla famiglia Poeti.
1452, 15 gennaio. Esenzione accordata dal Cardinal Bessarione, Legato di Bologna, a Nicolosio Poeti, dai dazi e gabelle sopra tornature 30 circa in Galliera. Rogito Caballini.
1474, 6 giugno. L' orto Poeti in Galliera proviene in parte dalla dote di Camilla di Bartolomeo Chiarini, moglie di Poeta di Nicoloso Poeti. Rogito Filippo Bertolotti.
1550, 29 dicembre. Si concede a Paolo Poeta di poter fabbricare a proprie spese un condotto sotterraneo nella via detta Avesella con foro di macigno largo oncie tre alla riva del canale di Reno presso la chiesa di S. Bartolomeo di Galliera, onde condur acqua da detto canale alla sua casa e grandi orti che ha dentro in città presso la porta Galliera in luogo detto alle Pugliole, servendosene per irrigar detti orti, e per costruire una fontana ; col patto però che non possa giammai accordar ad alcuno porzione di detta acqua senza licenza del Senato, sotto privazione di questo privilegio, e che allo sbocco quest' acqua debba congiungersi con quella dell' Avesella che esce dalla città in luogo detto il Maglio di proprietà dello stesso Paolo Poeti.
1588, 8 aprile. Compra il senatore Galeazzo Poeti da Giulio Cesare Armi, qual successore di Francesco Luigi Rimondini, un giardino, e orto nella via del Maglio, confinato da più parti dal compratore, per L. 4100. Rogito Giovanni Fasanini.
L' ultimo dei Poeti fu Antonio Ercole naturale legittimato da Gioseffo di Teodosio, il quale mori li 9 settembre 1733, e, come fu detto altra volta, tutta l'eredità passò per estrazione al senatore Alessandro di Marcantonio Gozzadini, come da rogito di Antonio Nanni. Questi però, per intermissione del cardinal Lambertini, lasciò godere l'usufrutto dell' eredità alla marchesa Laura figlia unica del marchese Antonio Ercole, vedova di Cristoforo del conte Cesare Brumani Canzo di Cremona, morta li 13 apri le 1762.
Tutto il locale e le sue aderenze fu venduto li 27 maggio 1801 a Francesco Garagnani che lo unì all'orto ed annessi del già convento di Gesù e Maria, e questi li 4 dicembre 1805 lo vendette a Luigi Albertazzi, la di cui figlia sposò Fabio Fabri (1), Dopo la morte di costui fu acquistato da Giulio Cesare Ludovisi, uomo che seppe formarsi una ben splendida posizione mercè il suo talento ed instancabile solerzia, che gli ottenne, stante il soggiorno di parecchi anni nella capitale Iberica, oltre una ragguardevole fortuna, onorificenze ben lusinghiere. Primo suo pensiero si fu di abbellire riccamente questa sua proprietà, riducendola senza risparmio siccome presentemente si trova.
(1) Fabio Fabri