N.603

Casa nobile composta di vari stabili, uno dei quali fu già dei Zagnani, e del 1490 era di Matteo Mellini Macchiavelli, poi di Rinaldo Duglioli, e del 1548 di Gio. Pietro Galli muratore.

Altro stabile che fu di Simone e Ridolfo Pichy, e del 1558 dei Coralli, ed era presso il N. 604.

1608, 5 luglio. Era di Giulio Coralli, ed enfiteutica di S. Stefano. Confina a sera con Cartoleria Nuova, a mezzodì con i beni della chiesa di S. Biagio, con i Locatelli a settentrione, e i Doni a mattina. Rogito Carlantonio Manzolini.

1646. La casa dei Coralli passò ad Alessandro di Ottavio Sforza orefice. Confina i beni di S. Biagio, i Doni di dietro, e i Locatelli, poi Sforza, a settentrione. Nell' istrumento di concessione enfiteutica della parte di diretto dominio dell' Abbazia di S. Stefano viene qualificata per casa nobile che paga soldi 29 annui, comprende il terreno e i miglioramenti, stimata L. 2500, di lunghezza piedi 140; di larghezza, dal portico fino alla cucina, piedi 22, e dalla cucina fino alla fine piedi 10.

1659, 26 marzo. Sforza Giuseppe compra da Gio. Battista Senesi una casa con bottega in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio. Confina i beni dei Padri dei Servi a levante, a mezzodì il compratore, a settentrione Francesco Muzze, ed a ponente la strada, per L. 3000. Rogito Domenico Sandri.

1675. La casa degli Sforza confinava i Coralli e i Machiavelli a mezzodì, e i frati di S. Biagio di dietro.

Nel 1716 continuava ad essere degli Sforza.

1740, 8 febbraio. Questo stabile, quasi per metà enfiteutico di S. Stefano, fu estimato netto da canone, dal perito Antonio Ambrosi, L. 9537, 16, 8. Passò ai figli di Stefano Bolognini dello stato di Modena, mercanti in zucchero e cotone. Confinava a levante ed a mezzodì coi Padri di S. Biagio, a ponente con Cartoleria, a settentrione la maggior parte colla casa del Zannini, ed in poca parte con una dei Serviti, che ha ingresso in S. Petronio Vecchio.

1784. Passò a Luigi Bertati di Venezia, agente del conte Alessandro Pepoli. Sui primi di novembre 1795 fu comprata da Giacomo Brusa, il quale l'ingrandì acquistando una porzione del convento di S. Biagio e di una casa in S. Petronio Vecchio, dove aprì la comunicazione colla predetta strada mediante portone. I fratelli e figli del dottor Giacomo la vendettero a Gaetano, e Antonio fratelli Ambrosi, e questi a Teresa del fu Carlo Rusconi, moglie di Zaboni di Modena, che per testamento della Rusconi, ne fu poi il proprietario.