N.1324,1323

Case già Formagliari. (Vedi Ponte di Ferro NN. 1080, 1081). Guidalotto di Uguzzone Mazzi nel suo codicillo fatto li 26 settembre 1413, a rogito di Lodovico Codagnelli, dispone della sua casa in Strada Castiglione sotto la parrocchia di Sant'Agata.

1525, 13 luglio. In confine dei Formagliari in Strada Castiglione vi era una casa che confinava verso Porta Ravegnana coi Guidalotti, rogito Marco Millotti, la qual casa fu comprata li 4 giugno 1528 da Lattanzio o Guidalotti, rogito Camillo Savioli dall'Occa, e si dice che confinava altra volta coi Guidalotti, e poscia coi Cospi, ond' è manifesto che la casa dei Guidalotti fu comprata dai Cospi fra il 1525 e il 1528. Quivi abitò il senatore Tommaso di Bartolomeo morto Gonfaloniere di giustizia li 27 ottobre 1651. Uno storico racconta che li 28 aprile 1650 mori il senatore Tommaso di Francesco Cospi ultimo del ramo di Strada Castiglione. Aveva un nobile giardino rimpetto ai Casali in Strada Castiglione, denominato il Casino, con giuochi d'acqua e con ricchi marmi, i quali in parte furono impiegati ad ornare la memoria posta nella sua cappella in S. Petronio. Si noti che a quei giorni la cappella Cospi in S. Petronio era quella in oggi dedicata al detto Santo di proprietà Aldrovandi. Il fidecomesso di Tommaso iuniore passò ai Cospi già di Strada Stefano rimpetto ai Gozzadini, poi abitanti al N. 374 di Strada Castiglione. Reso libero quel fidecomesso, ne fu erede Livia Varesi sua madre, la quale dispose della sua eredità a favore di Pompeo Varesi, il cui successore Pompeo Valerio Priore Atti assegnò queste case li 9 agosto 1689 a Gio. Maria Bossi, come da rogito di Lorenzo Roselli notaro romano. Sono descritte per diverse case unite in Strada Castiglione sotto Sant'Agata, in confine della via pubblica a levante, dell'Avesa a ponente, e dei Formagliari a mezzodì.

Furono poi comprate da Vincenzo Bettoli speziale dalla Croce dei Casali, il quale rifabbricò un pezzo di facciata sulla piazzetta di Sant'Agata. In seguito il N. 1322 restò ai Bettoli, e il N. 1321 fu acquistato dal mercante setaiuolo Vizzani che lo rifabbricò nel 1794. I di lui creditori lo vendettero a Luigi Zamboni morto nel 1828.