N.116 - Collegio Pontificio detto di Montalto

Collegio Pontificio detto di Montalto. Francesco figlio del famoso Glosatore Accursio fiorentino vendette la Casa di suo Padre al Geremeo, la quale era sulla piazza maggiore del comune dalla parte dell'orologio del pubblico palazzo. Dopo questa vendita acquistò uno stabile in strada S. Mamolo e venne ad abitarlo. Testò il 31 maggio 1293 e morì nel 1294, altri dicono del 1298 d'anni 68, ed alcuni del 1309 della stessa età.

Nel suo testamento si qualifica per parrocchiano di San Mamma e ricorda per tanti legati fatti, i seguenti ospitali di Bologna; ospitale di Barbaria, di S. Stefano, di S. Procolo, di S. Felice, di S. Pietro, di S. Giuliano, di S. Lazzaro, dei Crociferi e di S. Guglielmo ; per la stessa causa nomina le monache di S. Maria Maddalena, di S. Mattia, di S. Lorenzo, di Santa Croce, di S Anna, di S. Agostino (fuori di strada maggiore) di S. Pietro martire, di Santa Catterina, del ponte maggiore, di Valverde, di S. Guglielmo della Misericordia, di Carpeneta, di Santa Agnese.

Castellano pronipote del suddetto Francesco vendette li 8 maggio 1324 parte delle sue case a F. Antonio da Curia deputato dal Priore degli ospitalieri di S. Antonio del Tau di Vienna, che fabbricò la chiesa dedicata a S. Antonio Abbate nel 1328, e vi fondò la commenda, poi il Priorato.

Il predetto Castellano di Bartolomeo di Castellano di Accursio dott. di Legge lasciò ad Anna di Lambertini sua zia paterna una casa in Bologna nel Borgo di S. Mamolo, come da suo testamento del 21 gennaio 1325. Rogito Tommasino di Giovanni Grognolini.

A contemplazione di questo priorato fu fatto dal Comune il seguente strano decreto — È permesso in città che possino andare, stare e dimorare nelle strade in onore, e riverenza di S. Antonio 100 porci castrati, che si dicono Verri e questi coll'orecchia destra incisa, con campanello al collo, nel qual campanello sia sculta l' arma del Podestà di Bologna. Questo decreto fu annullato dalla provisione fatta dal Legato il 18 novembre 1461 colla quale revoca la facoltà al priore della casa e dell' ospitale di S. Antonio di tenere vaganti per la città i porci offerti al priorato, ed ordina che invece di quelli sieno pagate L. 100 ogni anno a detto priore ritratte dalle rendite del Dazio retaglio.

La chiesa e la casa di S. Antonio abbate trovavasi fra le case possedute dalla Badia Nonantolana. I frati Agostiniani del Tau instituiti nel 1095 prendevano cura degli ammalati di fuoco sacro, detto ancora fuoco di S. Antonio.

Questa commenda, o priorato fu soppresso il 1 luglio 1586 mentre era commendatario frate Antonio Giavarina ed assegnata al collegio che doveva dirsi di Montalto ordinato da Sisto V con bolla dei 15 novembre 1588 per 50 scuolari da eleggersi dal protettore e da varie città e castelli della Marca.

Il collegio fu dottato delle rendite del detto priorato di Sant'Antonio, di Santa Maria in strada della Samoggia, di San Michele di Castel de' Dritti, de' Santi Fabiano e Sebastiano di Val di Lavino, del priorato di Santa Maria degli Angeli fuori porta S. Mamolo presso Bologna, del Plebanato di S.Giovanni di Pasto o Pastino, nel comune di Ozzano di sopra, di S. Antonio, di Diolo (Dugliolo) nel comune di S. Martino in Soverzano, e di diversi beni dei frati della milizia della Beata Vergine detta dei Gaudenti. Dicesi che Traiano Gallo da Osimo prendesse possesso di tutti i beni il 1 luglio 1586.

La fabbrica del collegio si cominciò il 20 gennaio 1587 e si aprì il 3 novembre 1588. Pare che in quell' intervallo alcuni dei detti scuolari che avevano vestito l'abito il 12 febbraio 1588 abitassero provvisoriamente nel palazzo Gigli in Cartolaria Vecchia e che in numero di 12 entrassero poi in questo locale soltanto l' 8 maggio anno stesso.

Vestivano l' abito talare di rascia violacea con sopra un ampia toga dello stesso colore. Dalla sinistra spalla gli pendeva una stola di damasco color di Rosa secca con le armi ricamate del fondatore. Gli scuolari potevano rimanere nel collegio anni 7. All' atto della soppressione aveva in stabili, mobili ecc. un valsente di L. 824749, 9. 6. Molti uomini insigni sono sortiti dal colleggio Montalto, ma fra i tanti quello che più lo onora si è Papa Pio VIII eletto a su premo capo della Chiesa il 1729.

Il locale del priorato era composto della Chiesa e dell' abitazione del Priore, e questo fu destinato dal Pontefice per collocarvi 40 scuolari delle Provincie della Marca, che potevano rimanervi anni 7 regalati di un scudo mensile, e di scudi 100 per il loro addottoramento.

La chiesa di S. Antonio abbate, la cui facciata guardava a ponente verso il convento di S. Agnese si cominciò ad atterrare in aprile 1615, indi fu rifabbricata la nuova colla facciata a oriente sulla strada di S. Mamolo.

Li 5 giugno 1615 il senato concesse piedi 4 1/2 di suolo sul prato di S. Antonio per la fabbrica della predetta Chiesa.

In detta antica Chiesa il giorno dell' Ascensione si dava a ber vino dai sacerdoti, ma per alcuni disordini seguiti cessò quest' usanza e si cominciò a passar il vino alle suore della Santa.

Non essendo questo locale capace a contenere il numero di colleggiali voluti dal fondatore, ed essendo mancante di molti comodi necessari si determinò di acquistare il 9 giugno 1622 una porzione di casa dai Padri delle Grazie annessa al loro convento pagandola L. 6400. Nello stesso giorno fu venduta al collegio da Luigi Poeti la casa del fu Antonio Maria Ranti.

Ranti ricchissimo mercante morto il 23 luglio 1613 lasciò una sola figlia naturale Camilla Ranti ricca di un valsente di più di scudi 125000 di capitali che portò in dote al detto Luigi di Teodoro, o Teodosio Poeti, e in eredità ad Antonio Maria, e a Laura di lei figli. Questa casa poteva essere la legata da Castellano Accursio ad Anna Lambertini sua zia.

La casa dei Ranti che rimaneva fra la predetta casa dei Padri delle Grazie, e il collegio fu pagata L. 12000. Rogito Camillo Franchi, ed è la stessa che Castellano di Bartolomeo Accursi lasciò ad Anna di Lambertino Lambertini sua zia paterna, come da suo testamento del gennaio 1325, rogito Tommasino di Giovanni Gragnolini. Nel maggio 1766 fu rimodernata la facciata, i cui ornati delle finestre del piano secondo furono l'ultima opera del celebre pittore Mauro Tesi morto il 18 susseguente luglio.

Questo Collegio aveva in protettore un cardinale Marchegiano, che nominava un vice-protettore bolognese incaricato a presiedere al governo, al buon ordine, e all'amministrazione del medesimo. Fu soppresso il 7 aprile 1797 per decreto delli 18 marzo precedente essendo stato destinato questo locale per la residenza del Corpo Legislativo Juniore Cispadano al qual effetto fu cominciata la sala delle radunanze il 21 mese stesso, ove si tenne la prima seduta il 26 aprile 1797. Per l'unione della repubblica Cispadana alla Cisalpina restò inoperoso questo locale finchè non venne destinato alle radunanze del Consiglio Comunale e poi all' Archivio generale delle corporazioni soppresse. Trasportato l' Archivio nel monastero dei Celestini, fu venduto questo stabile al negoziante Gambarini a rogito Betti 29 maggio 1813. Questi nell'anno medesimo atterrò tutta la parte posteriore del collegio, poi nel 1817, il 6 marzo lo vendette alla marchesa Francesca Zambeccari vedova Casali come da rogito Alboresi.

Nel largo della strada in faccia alla Chiesa di Montalto ebbe luogo la lizza delle Giostre prima che fosse stabilita nella Seliciata di S. Francesco, in prova di che si ricorda un ordine del Legato fatto di consenso degli Anziani, e del Reggimento del 6 marzo 1570 col quale si proibisce di guastare la Lizza da San Mamolo.

Li 26 aprile 1581 fu messa la tenda per la terza volta in strada S. Mamolo a comodo dei giostranti, finalmente il 1° aprile 1623 fu data autorità agli assunti dell'Ornato di traslocare la Lizza da S. Mamolo davanti il collegio Montalto alla Piazzola del mercato presso il Guazzatoio (Via Imperiale) ed ivi ricostruirla nel modo stesso come era in S. Mamolo. È certo che seguì il traslocamento ma si ignora se lo fosse nella suddetta Piazzola. Il 23 febbraio 1668 la gioventù nobile di Bologna fece istanza perchè fosse rifabbricata la Lizza per la Giostra dal collegio Montalto nel prato di S. Antonio.