N.571

Li 7 maggio 1515 Tommaso del fu Achille Zambeccari comprò da Nicolò Rustighelli una casa sotto S. Giuseppe in Galliera, per L. 1550, Rogito Gio. Dal Pino.

Nel 1516 i Samacchini vendono al Zambeccari una casa con due botteghe in Galliera, per L. 1400, in confine dell' Avesella. Rogito Tommaso e Bartolomeo Grengoli. Altro dice che fu venduta dai Rustighelli.

Nel 1519 i Zambeccari acquistano altra casa annessa alle suddette dai Scarsella Rogito Gio. Dal Pino.

1550, 8 novembre. Tommaso e Alessandro, fratelli Zambeccari. avevano una casa con due botteghe sotto S. Giuseppe in Galliera, venduta nel 1516; altra venduta dai Rustighelli nel 1515, ed un altra venduta dai Scarselli nel 1519, pei rogiti di Giovanni Pini.

1570, 21 aprile. Compra Biagio e Matteo di Alessandro Cartari, dal capitano Alessandro di Paolo Zambeccari, una casa con stalla nella via Galliera e Avesella, escluso l'orto di là dalla stalla a tergo di detta casa verso l' Avesella, per scudi 400 d'oro in oro del conio d' Italia del peso nuovo detto di zecca. È posta sotto S. Benedetto in Galliera in faccia al cimitero di S. Giuseppe, poi delle suore della Maddalena, in confine dei Ponticelli, di una casa del venditore, di detto orto, e della via di Galliera. Rogito Tommaso Passarotti.

1598, 10 febbraio. La suddetta casa era posseduta da Tommaso Zambeccari, e si descrive per essere in Galliera in faccia al cimitero di S. Giuseppe, e confinare con Lodovico Fava, cogli eredi Ponticelli e colle strade di Galliera, dell'Avesella.

1602, 21 febbraio. Sentenza del Vicelegato a favore di Alvisio Zambeccari, per poter vendere due case in Galliera, in faccia alla Maddalena, e Sforza Bertolelli, per L. 10000. Atti di Giovanni Tacconi. Passò al dottor Ippolito Poggioli, che la rifabbricò e fece apporre nel fregio della facciata 24 lettere istoriate, che significano: Hip. Poggioli Ph. Med. Doc. Col. L. Pub. In una lapidetta dalla parte di mezzodì si legge : Hippolitus Poggioli natus 1640 obiit 1680.

Maria Maddalena, sorella ed erede del detto dott. Poggioli, la diede in dote al marito dottor Stefano Danielli. Laura dei detti coniugi Danielli, la portò in eredità a Gio. Battista Landi spedizioniere, detto dalla Fornace, per aver condotto molti anni la privativa della fabbrica dei vetri, il quale mori nel 1775. Ultimamente apparteneva all' avv. Gaudenzi.