Baraccano (Via del)

Via del Baraccano.

Da via Santo Stefano a piazza del Baraccano.

Quartiere Santo Stefano.

Prima documentazione dell'odonimo: 1583 (Via Nova dal Baracano).

La Via del Baraccano fu chiamata dallo Zanti Via Nova del Baracano ed in maniera pressoché identica dall'Alidosi: Via Nuova del Barracano.

Per molti altri fu Voltone del Baraccano (Banchieri, Mitelli, Taruffi, che usò l'odonimo Grande Volto del Baraccano, Guidicini, Itinerario, Origine e Indicatore) mentre il Salaroli ripropose l'odonimo Via Nuova del Baraccano, specificando poi che era detta il Voltone del Baraccano.

Chiaro il riferimento al voltone costruito all'inizio del cinquecento. Ma perché via Nuova ? Solitamente si parla di Via Nuova quando ce n'è (o ce n'era) una vecchia.

Il Guidicini trovò una ragione per questa via Nuova con il fatto che la via di San Pietro Martire (oggi parte di via Orfeo) non arrivava, come oggi, alla piazza del Baraccano, ma si fermava all'altezza di via Borgolocchi. Nel 1547 fu aperto il passaggio verso la chiesa del Baraccano e, secondo il Guidicini, questo prolungamento si chiamò, anche se per poco tempo, via Nuova del Baraccano, in contrapposizione ad una via vecchia che era, sempre secondo il Guidicini, una contrada genericamente sul lato destro, entrando da via Santo Stefano, del Voltone del Baraccano, e attraverso cui si poteva raggiungere via Borgolocchi.

Ma la lettura dello Zanti è chiarissima: la via Nova va dalla chiesa a via Santo Stefano, via fatta di nuovo (ovvero di recente) per raggiungere la compagnia spirituale del Baraccano. Non è quella che va verso San Pietro Martire che lo Zanti chiamò semplicemente Via del Baraccano.

Ma se la via Nuova è quella che passa sotto al Voltone del Baraccano, che era nuovo all'epoca in cui scriveva lo Zanti, il Salaroli ci aiuta a capire qual era la via Vecchia. Infatti per lui la via Nuova era esattamente quella detta il Voltone del Baraccano, mentre la via vecchia principia in Strada S.Stefano frà la Casa delle Zitelle di Santa Maria del Baraccano e va diritto alla Chiesa della B.Vergine di detto Baraccano.

La Casa (o Conservatorio) delle Zitelle di Santa Maria del Baraccano era, con i numeri antichi 131 e 132 (oggi 119 e 119/2) a sinistra del Voltone entrandovi da via Santo Stefano.

La Via Vecchia sembrerebbe quindi un passaggio parallelo al Voltone del Baraccano e più spostato a oriente, rispetto a quello.

Questo passaggio venne identificato dal Guidicini (I, 87), anche se non lo riconobbe come via Vecchia: prima del 1800 sboccava in questo piazzale la via del Voltoncino del Baracano, che aveva il suo principio dal portico del conservatorio in istrada S.Stefano, la qual via fu chiusa ed unita al conservatorio medesimo.

Il Voltoncino del Baraccano era evidentemente ancora aperto all'epoca in cui il Salaroli scriveva e senza dubbio è quello che egli chiamò Via Vecchia del Baraccano.

Con il termine baraccano a Bologna si indicavano le torri di vedetta, dette anche battifredi, come giustamente descrisse il Salaroli, inserite nelle mura.

Negli statuti di Bologna (1250/67 Tomo III pag. 125) è citato il barachanus ("Et si quis contrafecerit amittat feudum, et puniatur in C. sol. bononinorum, nisi esset tanta habundantia custodum ibi, quod non possint omnes habitare in dictis turribus ; quo casu residuum possit per Barachanos et per castrum abitare"), su cui il Du Cange scrisse: BARACANUS, Barachanus, Idem quod Barbacana, Barbacanus, Propugnaculum, quo vel portæ vel muri castrorum muniuntur.

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.

Taruffi: Antica fondazione della città di Bologna degnissima madre di studj, di Gianandrea Taruffi, pubblicato nel 1738.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).