N.99(8)

1454, 9 novembre. Comprò Francesco di Giacomo, alias Ghedino, da Giovanni del fu Testa Gozzadimi, e da Brandolino suo figlio, due case contigue con due botteghe e fondaco sotto, ed altra casetta ad uso di stalla sotto Santa Maria di Porta Ravegnana, in confine della via del Luzzo, di Strada Santo Stefano, e di Gaspare Lombardi verso la torre Asinelli, o trivio di Porta Ravegnana, con patto che il muro divisorio fra la casa dei venditori e la casa sopradetta ad uso di stalla, fosse comune e si dovesse demolire il corridoio che passava sopra la strada dei Luzzi, il qual corridoio dalla casa comprata comunicava ad altra dello stesso venditore, per L. 2200. Rogito Signorino dall' Orso e Matteo Caprara.

Il cognome Ghedini l'ebbero da Ghedino che dicesi facesse il calzolaio. Terminò la famiglia Ghedini nel suddetto Giacomo di Ghedino, detto il ricchissimo, marito di Francesca Conforti, che testò li 18 gennaio 1501, a rogito Battista Buoi, ed istituì eredi per metà Battista del fu Giacomo de Segna, e per I' altra metà i fratelli Girolamo e Giacomo, figli di Ercolano Ercolani e di Anna sua sorella. Morì il Ghedini nel 1501.

1504, 24 maggio. Seguì la divisione dell' eredità di Francesco Ghedino, fatta da Battista Segni, e Girolamo e Giacomo Ercolani. In un inventario legale dell'eredità Ghedini, fatto dopo il 1603, si descrivono i seguenti stabili : "Casa dirimpetto ai Sampieri, in confine del cav. Barbieri successore Lombardi, e delle vie di Strada Stefano e del Luzzo. Altra casa presso la suddetta, che sarà il N. 973 nella via del Luzzo. Confinava la detta via, Domenico Ferravanti, e i successori Lombardi. Casa con forno nella via del Luzzo ( N. 978 ), in confine di Messer Antonio Rosa, del conte Enea Magnani e della seguente casa. Casa nella via del Luzzo (N. 977), in confine della casa del forno e del predetto Enea Magnani.

1547, 4 agosto. Li 26 febbraio 1537 la casa grande dei Ghedini in Strada Santo Stefano fu veduta dal conte Agostino del fu Giacomo Ercolani a Nestore e fratelli, figli di Roberto Lombardi, per L. 7500, al fine di togliere le contestazioni che per confini erano fra loro insorte ; ma, i Lombardi avendo mancato al pagamento, fu retrovenduta sotto la data suddetta agli Ercolani, come da rogito Giacomo Boccamazzi e Francesco Buoi.

Nel 1700 una sentenza dell'Uditore di Camera di Roma dichiarò che la casa sotto il Carrobbio in Strada Santo Stefano, presso la via del Luzzo, spettava al fidecommesso del fu Francesco Ghedini, poi Ercolani, qual erede Ghedini.