Via Nuova di San Carlo, dal I volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via Nuova di S. Carlo si disse via Nuova dietro Reno, ed anche via della Crocetta, dalla chiesa detta della Crocetta, o di S. Carlo, a capo di questa via. Comincia nella via dietro il canale di Reno in faccia alla via del Poggiale, e termina nella via dei Murelli in faccia alla chiesa della Crocetta ora detta di S. Carlo.

La sua lunghezza è di pert. 61, 4, 6, e la sua superficie di pert. 101, 29, 2.

Sulla denominazione di questa strada corre una diceria alla quale non devesi prestar fede. e cioè che quando si cominciò ad apparar le strade nella ricorrenza del Corpus Domini, questa fosse ornata di frasche, e festoni, da non essere riconoscibile, ed in guisa tale che il popolo la chiamasse una Via Nuova, e di qui, in progresso di tempo, via Nuova di S. Carlino.

Via Nuova di S. Carlo a destra entrandovi dietro Reno.

N. 1164. Casa che li 18 giugno 1563 Vincenzo del fu Gio. Maria Caracci, alias Cremona, cittadino e beccaro di Bologna, della parrocchia di Santa Maria Maggiore, comprò da Lucrezia del fu Girolamo Fabbri, vedova di Gio. Maria Pinelli, per L. 475. Rogito Gio. Battista Avanzi. È posta nella via Nuova di Reno sotto la parrocchia di Santa Maria Maggiore. Confina la detta strada, i beni della chiesa di S. Petronio di sopra, Alessandro Cremisonei di sotto, ed Andrea Cortellini di dietro.

1617, 12 aprile. Assoluzione di Barbara del fu Gio. Battista Azzanelli, a Lodovico e Paolo fratelli, e figli del fu Vincenzo Caracci, della parrocchia di Santa Maria Maggiore, di L. 800 pagategli in estinzione di un annuo censo di L. 60, già da detto Caracci imposto sopra una loro casa sotto Santa Maria Maggiore, nella Via Nuova, e venduto a detto Azzanelli per L. 800 fino li 11 giugno 1614, a rogito Sebastiano Riccardi. Rogito Annibale Cavazza. Confina i beni di S. Bartolomeo di Reno, Giovanna e figlia Guarini, e la via pubblica.

"Lodovico Caracci nacque li 21 aprile 1555 da Vincenzo da Milano beccaro, della cappella di Santa Lucia, ed ebbe a padrini Gio. Battista Paganelli e Francesco Antonio Locatelli". Così dai libri battesimali di S. Pietro, nel cui margine è aggiunto: "Hic est ille Ludovicus Caratius princeps pictorum". Morì in questa casa li 14 novembre 1619 d' anni 64, e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria Maddalena di Galliera.

1620, 24 agosto. Facoltà data da Ottavio e Ferrante Casali, a Paolo Caracci, di poter mettere, però a sue spese, nella lor cappella in S. Domenico, una memoria del fu Lodovico Caracci di lui fratello, pittore famosissimo ed amicissimo dei Casali.

1621, 8 febbraio. Retrocompra di Paolo del fu Vincenzo Caracci, pittor bolognese, della parrocchia di Santa Maria Maggiore, qual erede di Lodovico Caracci di lui fratello, da Prudenza Caracci di lui sorella e vedova di Francesco Tacconi, della parte posteriore e superiore di una casa posta sotto Santa Maria Maggiore, già da detta Prudenza venduta col patto di francare a detto Paolo per L. 800. Rogito Antonio Monticelli. Confina Vincenzo Bernia di sopra, e di dietro Flaminio Dalle Donne.

I Caracci vennero da Cremona, e fu maestro Antonio Giovanni Caracci che li condusse a Bologna. Un rogito di Virgilio Gambalunga del 5 giugno 1515 tratta della vendita fatta da Gio. Maria e Tommaso fratelli, e figli del suddetto Mastro Antonio cittadino di Bologna, di una casa in Galliera sotto S. Giuseppe, per L. 783. Il detto mastro Antonio fu sartore, siccome lo fu Gio. Maria, il cui figlio Carlo era aggregato all'arte degli strazzaroli li 11 dicembre 1560.

II non trovare Paolo fra i morti della parrocchia di Santa Maria Maggiore, fa credere che avesse già venduto queste case, e dicesi ai Pinchiari famiglia civile, della quale furono eredi li Scarselli discendenti da Pinchieri moglie del conte Alessandro Scarselli. Dopo appartenne a Giuseppe Serotti.

N. 1179. Casa che fu di Domenico Maria Bertoloni celebre computista, poi dei Gibelli. Sotto il portico vi è una lapide di pietra nera, nella quale è incisa la seguente iscrizione:

DEL 1630

RICHORDA-

TIVI DE LA

GRACIA AUTA

Sembra che la grazia ricevuta sia riferibile al contaggio del 1630.

Via Nuova di S. Carlo a sinistra entrandovi dietro Reno.