Torelli

Detti poi anche Piertorelli. Principalissimi in Ferrara ed in Bologna e menzionati nelle carte del secolo XI di queste due città. Appaiono derivati da una sola schiatta per le case avute in comune a Bologna e per la continuata comunanza dei nomi. Salinguerra, di quei di Ferrara, dopo aver gareggiato venticinque anni con gli Estensi ebbe tre volte il dominio della città e l'ultima pel corso di quindici anni. Emigrarono di là nel medio evo e si sparsero in nove città italiane. Per un tragico avvenimento si ricovrarono in Francia ed eziandio in Polonia ove presero il nome di Poniatowski, e dove Stanislao fu elettore nel 1764. La costui famiglia ed un' altra sono le sole rimaste dei Torelli: (1) il Litta ne ha tessuta la storia.

Pietro è il capo stipite dei Torelli di Bologna ed era detto d' Ermengarda da una progenitrice figlia d' un conte Adalberto. Torello del suddetto Pietro, è il primo console notato nelle nostre storie e reggeva da solo nel 1142. Nel qual anno guidò l' esercito bolognese rinforzato da' Faentini contro i Modenesi, che, insieme con gl' Imolesi occupata Nonantola, s' innoltravano manomettendo il distretto. Torello li assalì al Lavino e li sconfisse (2). l Dei figli di costui, Azzo andò oratore ad Arrigo in Francoforte per ottenere la conferma delle franchigie bolognesi; Pietro ebbe anch' esso il consolato, fu procuratore del comune, resse Reggio e Pistoia. Podestà di Faenza nel 1220, dovette a Castelsampietro piegar supplichevole dinanzi a Federico re e ricomprar dal bando il comune con 1,500 marche d'argento. Non fu però evitata la distruzione del castello sopra la Cosna per man dei Forlivesi e per sentenza di Federico; e fu ascritta a segreta intelligenza del Torelli col comune di Forlì (3). Ai figli di questo Pietro, Salinguerra, Galvano, Ezzelino e al pronipote di lui Pietro fu pagata l' emancipazione di diciannove servi.

I Torelli eran geremei e nelle mischie di parte s' azzuffarono con gli Andalò, caporioni, nel 1243, poi con altri nel 1271 e convennero alla solenne ma effimera pace del 1279. Bartoluccio d' Alessandrino e Alessandrino di Salinguerra, accusati nel 1300 di tumultuare e di congiurare, dovettero fuggire di Bologna per evitare il carcere (4). Torello fu citato da Benedetto XII in Avignone per la ribellione di Bologna, e poichè quésta non seppe mantenersi in libertà, a ritornarvela unironsi le fazioni scacchese e maltraversa (1376), all' ultima delle quali apparteneva Toniolo o Antonello Torelli. Se non che gli scacchési volevano profittarne per ricondurre i Pepoli, ma Toniolo, ch' era anziano e avverso a costoro, con una mano di soldati andò alle case de' principali com movitori e impadronissi di loro. L' anno dopo era imprigionato lui, come un de' capi dei raspanti (5).

Alquanti dei Torelli seguirono le patrie milizie in diverse imprese, ed Azzo ebbe il cingolo militare per mano di Edoardo d' Inghilterra reduce dalla Palestina. L' ultimo di loro ricordato è Guido, il quale combattè nell' esercito veneziano ( 1405) sotto Verona, quando i Carraresi soggiacquero alla fortuna delle armi: strozzati poco dopo nelle carceri con eterna infamia della serenissima, alla quale que' principi si erano in cautamente affidati (6).

I Torelli avevano case sulla piazza maggiore di Bologna e quando nel 1200 il comune comprò edificii per allargare cotesta piazza e per fabbricare il proprio palazzo, detto poi del podestà « vi si compresero le case e torri di Salinguerra (Torelli) da Ferrara e de' suoi congiunti ».Dopo esser state di Torello, appartenevano queste case indivise a Pietro di Romengarda o d' Ermengarda (7), a Salinguerra da Ferrara, poco dopo signore di tale città, e al suo nipote Alberto (8) del già Arriverio pur da Ferrara, a ciascuno dei quali fu sborsato il prezzo di 500 lire dal procuratore di Bologna Bagarotto, celebre giureconsulto. Queste case confinavano con Ardizzone detto Boccaccio (de' Lambertazzi) con i Rustigani e con le chiese, poi demolite, di s. Giusta, di s. Silvestro e di s. Apollinare, onde si può dedurre che queste case erano situate in circa dov' è ora il palazzo del podestà (9). Le torri anzidette dovettero dunque essere demolite in quel torno.

I Torelli avevano altre case con torre « sul canto della via Valdaposa dalla Croce de' santi » (10) ove ora è la chiesa di s. Paolo; e la strada vicina, Trebbo de' Carbonesi, fu detta in antico Trebbo de' Torelli. Le case sopraddette rovinarono per la caduta della torre de' Griffoni nel 1269 (11): quella dei Torelli, notata anche dall'Indicatore, pare sussistesse nel 1541, poichè in tal anno l' Alberti (12) scriveva « vedesi la torre nella casa di Garzoni già de' Torelli dalla croce de' Santi ». I Zambeccari, prima dei Garzoni, succedettero ai Torelli in tali proprietà e Marcello Garzoni nel 1606 ne fece vendita ai chierici regolari di s. Paolo (13), che vi fabbricarono l' attuale chiesa dedicata al loro patrono. Il venditore si riservò una cella sepolcrale ov' era la camera in cui nacque, sì che in chiesa sotto il pulpito è la seguente epigrafe:

MARCELLUS GARZONIUS

HIC UBI NATUS

SIBI SEPULCRUM ELEGIT

ANNO MDCXI

(1) Savioli, Ann. v. 1, pag. 264.

(2) Savioli, Ann. v. 1, pag. 122, 263.

(3) Savioli, Ann. v. 1, pag. 278, 285; v. 3, pag. 395, 401.

(4) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 249, 413. Savioli, v. 5, pag. 177, 444.

(5) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 137, 359, 362.

(6) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 563. Savioli, v. 5, pag. 469.

(7) Savioli, Ann. v. 3, pag. 241, 244, il quale dice che Pietro di Romengarda era fratello di Salinguerra signore di Ferrara; ma nell'albero genealogico dei Torelli, dato da lui (v. 3, pag. 242) e dal Litta, i due Pietri, appunto d' Ermengarda, sono uno (1104) prozio di Salinguerra, l'altro (1198), ch'io credo il venditore delle case, nipote del primo in linea retta, quindi cugino in secondo grado e non fratello di Salinguerra. E forse il Savioli fu tratto in errore dall' aver nome Torello tanto il padre di Salinguerra, quanto il padre di Pietro.

(8) Di quest' Alberto era figlia l' India che si maritò col rinomato fra Loderingo d'Andalò.

(9) Savioli, Ann. v. 3, pag. 241; v. 4, pag. 223, 226. Vedasi Docum. n. 4. Anche un documento del 1195, pubblicato da esso Savioli (Ann. v. 4, pag. 185), fa conoscere che le suddette case di Torello erano accanto alla canonica della chiesa di s. Apollinare « Actum in civitate Bon. in domo s. Apollinaris que est juxta domum Taurelli ».

(10) Alidosi, Instrut.. pag. 192.

(11) Histor. misceli, col. 282. De Griffonibus M. Memor. col. 121. Dolfi, Cronolog., pag. 406.

(12) Historia, lib. 6, deca 1, Cosi anche l' Alidosi, Instrut., pag. 192.

(13) Archivio di tale corporazione al demanio, lib. 8, instromenti, n. 77.