N.65

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Il 19 settembre 1564. Pietro Donato Cesi governatore di Bologna concesse il privilegio alla compagnia dei macellari, proprietaria del vaso grande delle macellane di sotto (che è questo) e dell' altro delle Caprarie, a Gioseffo e Girolamo fratelli Ticinali alias Canobbi padroni del vaso della macellaria di sopra, fra la Ruga degli Orefici e le Pescarie, sotto condizione che in nessun luogo fuori dei suddetti tre vasi si potesse macellare e vender carni, eccetto i quattro macelli nei Serragli, cioè quello in strada S. Felice dei Ghisilieri, in Galiera sopra il canale di Reno, in Strada Maggiore sulla Seliciata e in strada Stefano sotto l'ospitale di S. Biagio. E perchè prima macellavasi in diversi luoghi ricorsero i proprietari de' macelli, allegando il danno loro inferito, onde si locassero in enfiteusi perpetua alla compagnia dei macellari, e che quelli che erano nelle Caprarie di sopra si locassero ai fratelli Canobbi per canoni equivalenti agli affitti che si ricavavano dalle macellane abolite. E tale privilegio fu concesso in vista delle molte spese fatte dai macellari, e dai Canobbi per ridurre i suddetti vasi ad uso di macello.

Il 29 dicembre 1650. Il conte Carlo Zambeccari, e la madre del conte Antonio Giuseppe del fu conte Carlo Zambaccari comprarono dalla Compagnia dei macellari il vaso grande detto allora le Beccarie sotto San Matteo delle Pescarie. Confinava gli eredi di Pietro dal Pino, la compagnia degli Strazzaroli, Angelo Maria Angelelli, altri beni de' macellari, il Mercato di Mezzo, e le Caprarie, per L. 87500. Rogito Filippo Carlo Zanotti Azzoguidi. Dopo il 1800 servì ad unico macello della città finchè fu traslocato nella fabbrica dei Calderini vicino alla Porta delle Lamme, fra il 1806 e il 1808.

Nel 1815 fu comprato per L. 7000, da Giacomo Rizzi detto Ciavanino, il quale ottenne di concentrarvi i pescivendoli al qual effetto divise il locale in 24 archi con altrettante tavole di marmo; e procurando d'irrigarlo colle acque del sottoposto condotto di Savena unito al torrente Avesa. Il venerdì 9 maggio 1815 fu aperto per la prima volta, ed il Vicolo vicinale fu destinato allo smercio del pesce piccolo.