Prato di Sant'Antonio, dalle "Cose Notabili..." di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Il Prato s. Antonio è piuttosto un piazzale che una contrada, ed anticamente appellavasi, con altri terreni circonvicini, la Valle di S.Pietro. Comincia in istrada S. Mamolo e termina al già convento di S.Agnese.

Nel 1251 vi si teneva in maggio una fiera di bovi, cavalli e merci, che continuava sino al primo giugno, giorno di S. Procolo.

Del 1583 vi si teneva un maneggio di cavalli, e dal 5 agosto 1809 in poi si eseguirono sentenze capitali.

Si cominciò a dire Campo di s. Antonio, sin da quando fu fatta la chiesa dedicata a questo santo Abbate, la quale poi fu assegnata al collegio di Montalto. Al nome di Campo fu allora sostituito quello di Prato.

Prato di S.Antonio a destra entrandovi per istrada S.Mamolo.

Portone che chiudeva il piazzale anteriore davanti alla chiesa e convento di suore domenicane di S.Agnese, il quale dicesi fondato nel 1219 da suor Diana della nobile famiglia Andalò di Bologna, che, secondo il Padre Melloni, vestì l'abito li 29 giugno 1223 con quattro sue compagne. Nell'archivio di dette monache si trova che il luogo, ove nel 1223 fu piantata una casuccia ed un oratorio per le suore di s. Agnese si chiamava "Valle di S.Pietro". Che la Valle di s. Pietro possa aver avuto il nome dai vicini colli, si ammette da taluni scrittori, ma che la Valle di s. Pietro fosse il colle fuori di porta Procula poi s. Mamolo, sottoposta alla chiesa della Madonna del Monte, non si ammette che per errore di stampa sfuggito al Melloni.

1223. Li 13 maggio. La beata Diana Andalò acquistò un terreno vigneto e boschivo, di tornature 5, tavole 31, meno piedi 25, posto in Valle di s. Pietro pel prezzo di lire 27, 5 la tornatura, e così per lire 143, 15. Confina con altri beni della compratrice a levante e con Giacomo Rustici, a sera con D. Pietro fratello del venditore e Pietro Maximilla , a mezzodì con Emma, e le di lei sorelle, e di sotto col predetto fratello del venditore. Il venditore fu Egidio del fu Manfredino dal Borgo, a rogito Giacomo Terandano fatto nella chiesa dove sta la beata Diana. Nelle memorie del convento si aggiunge che sopra questo suolo fosse fondato il monastero.

1225. Li 22 giugno. Compra delle suore di s. Agnese da Pietro Bongai di tornature 7 di terra boschiva, meno 41 tavole e due parti d'altra tavola poste in Bagno Marino; e tutto ciò per lire 200, soldi 6 di bolognini, e denari 5. Confina tale terreno a sera con Giuseppe di Riosti e suo nipote, ad aquilone con Caravita e Bonacorsi di Riccardo dai Denari, a mezzodì possiede la chiesa di s. Agnese , a mattina pure, ed Egidio e Pietro fratelli e figli del fu Manfredino. Era priora della chiesa di s. Agnese, un'Agnese di famiglia romana. Questo contratto fu stipulato in Saragozza nella piazza della casa del venditore, come da rogito Michele di Alberto di Rolandino di Michele. II citato Melloni, storico di santi e beati bolognesi, ricorda che nel 1259 e nel 1267, il comune di Bologna aiutò le suore con sussidi, per la fabbrica della loro chiesa.

1235. XV exeunte martio. Bonacursio Abbate di s. Procolo volendo rinnovare l'enfiteusi di una pezza di terra posta in Valle s. Pietro, che D. Giacomo suo predecessore locò a Pietro di Lovello in testa della priora e convento di s. Agnese di Valle s. Pietro per lire 50 di bolognini, e per annuo affitto di un bolognino, come da rogito di Dondidio, nel quale è convenuto che dopo tre priore si debba rinnovare la locazione, perciò si rinnova l'enfiteusi di detta pezza di terra, che confina a mattina colla via pubblica, a mezzodì con via vicinale, a sera colla chiesa di s. Agnese, ad aquilone con Guglielmino detto Birro, e si concede per 50 soldi di bolognini pel prezzo di questa rinnovazione e per affitti scaduti ed avvenire fino ad quingentos annos, rogito Mercadante del fu Guandelino.

1245. Li 6 febbraio. Le suore predette comprano da Giburga Baldi una pezza di terra boschiva in loco detto le Muratelle, o Bagno Marino, per lire 10, come da rogito Gualchino di Ugolino.

1252. Li 12 aprile. Le suore promettono ad Enrico della Fratta, che fu vescovo di Bologna, di pagargli lire 366. 18, la metà a settembre e l'altra metà a natale per prezzo di una pezza di terra posta nella cerchia di Bologna in porta s. Proculo per esso Enrico venduta a dette suore, come da rogito Rolandino Fioretti.

1254. Il 1 maggio. Comprano le medesime da Caracosa Bolnisia una casa nella strada detta Bagno Marino per lire 26, come da rogito Tommaso Fabri.

1267. Li 2 maggio. Locazione di un casamento in Borgo s. Agnese od anche odierno Prato s. Antonio, come da rogito Michele Calcagni di Bocca di Lupo. Un decreto delli 4 giugno 1281 del vescovo di Bologna, ch'era Ottaviano Ubaldini, proibisce a chichessia di fabbricar case, oratori o chiese per persone religiose, dalla strada di Castione o Castiglione sino a quella che conduce alla fontana del Remondato, da s. Michele in bosco sino al convento di s. Domenico, dalla fossa degli Asinari sino al luogo vecchio di s. Agnese, e da questo sino al luogo, che le suore di detta Santa stavano fabbricando, e finalmente da questo sito sino al convento di s. Domenico. Questo decreto dimostra che 58 anni dopo la fondazione del primo convento di s. Agnese se ne fabbricasse un nuovo nelle vicinanze del vecchio.

1286. Li 5 maggio. Le suore locano a Ubaldino Ribaldi un casamento di 15 chiusi e piedi 7 in Val Santa, in confine colle locatrici, come da rogito Michele Calcagni.

1348. Li 30 maggio. Donazione fatta alle suore da Bartolomea Samaritana Pepoli di 2500 Ducati di oro, ossia lire 3980, per investirle ed erogarne le rendite a luoghi Pii. La detta Samaritana era moglie di Taddeo Pepoli.

1365. Li 2 aprile. Le suore comprano da Giovanni Mascaroni due casamenti posti sotto la parrocchia di s. Mamma nel Borgo di s. Agnese in confine del Monastero per lire 5, come da rogito Palamidesse Rossi.

1405. Li 3 agosto. Le suore locano a Perondino Testi una pezza di terra ortiva sotto le Muratelle. in loco detto le Fosse vecchie, per annue lire 17, come da rogito Giacomo di Castagnolo.

1602. Li 16 marzo. Le suore ottengono di far il muro della lor clausura dietro il terrapieno meridionale ed occidentale del loro convento, come risulta da rogito Ciro Spontoni.

1615. Li 17 giugno. Le suore transigono con Antonio Colonna muratore, sulla nuova fabbrica da farsi della loro chiesa esterna, come da rogito G. M. Brunetti.

Del 1440 e nel mese di agosto prese fuoco al dormitorio con tanta violenza che perirono undici monache. Questo convento fu soppresso il 30 gennaio 1799.

L orto esterno lungo la via di Capramozza fu comprato da Angelo Gandolfi li 25 aprile 1799, come si ha da rogito Luigi Aldini. Gli abitati esterni per sindaco e pei fattori del monastero furono acquistati dal conte Girolamo Legnani Ferri li 2, e 21 maggio 1799, come da rogito Angelo Bacialli. Tutto il convento fu ridotto a caserma pontificia e servì a questo oggetto anche la stessa chiesa esterna, che sofferse per l'incendio del 1440 e fu ricostruita in più ampie forme nel 1615, poi fu atterrata coll'interno nel 1811.

Prato di s. Antonio a sinistra entrandovi per s. Mamolo.

Si passa la via della libertà.

Nell'archivio delle Suore di s. Agnese si trova nel 1286 una casa in Val Santa di 15 chiusi e 27 piedi.