Gabella Nuova

Cartigli

Gabella Nuova

L'edificio, già sede di servizi doganali, venne eretto su progetto di Domenico Tibaldi nel 1573-75. Nel primo ventennio dell'Ottocento il portico fu completamente ammodernato su disegno di Angelo Venturoli.

Indirizzo:

via Ugo Bassi, 1/2

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

La chiesa di S. Bartolomeo di Palazzo era nell’angolo del vicolo di Ghirlanda, e sembra in quello a levante. L’apertura di Ghirlanda corrisponde al tredicesimo arco del portico cominciando dal Cantone dei Fiori e siccome vicino alla medesima vi era la torre detta dei Nappi, a tempo dell’ allargamento di questa contrada, non è improbabile, che la torre avesse appartenuto alle antiche case dei Caccianemici. Questa chiesa fu traslocata nell’ angolo della Piazza Nuova colla Via Oleari rimpetto al Torrone ed edificata sul suolo dei Ticinali alias Canobbi dove fu poi la Dogana.

L’ antica Dogana per le merci che trovavasi in strada Castiglione di dietro al Palazzo Sampieri riconosciuta per ristretta ed incomoda, determinò i Sindaci della Gabella grossa a scegliere questa situazione come più centrale per costruire dalle fondamenta una nuova Dogana. - Fino dal primo febbraio al 12 maggio 1561 era stata soppressa , ed unita a S. Martino delle Bollette la chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo di Palazzo come da rogito Silvestro Focchini e Cesare Beliossi.

1572, 14 Maggio. Promissione concorde del Rettore di S. Bartolomeo di Palazzo e di S. Martino di concedere in conto perpetuo ai Sindaci della Gabella Grossa il suolo della chiesa di S. Bartolomeo e cioè, pertiche 6 piedi 38 di terreno gli edifizi, chiesa, case, stanze, buse, portico ecc, posti in Piazza Nova. Confinava l’edifizio e orto condotti per detti Sindaci d'Alessandro Gandolfi i Coltellini la piazza Nuova rincontro al Torrone, ed altri beni condotti da detti Sindaci da Dialta Dall’ Oro, e Florapace Marescotti, successori dei Brigoli, obbligandosi di pagare al detto Rettore annue lire 200, rogito Clearco Achillini.

1572 14 Maggio. Concessione d’ Annibale Dall’ Oro qual padre di Dialta e Costanza eredi di Agostino Brigoli e di Galeazzo Marescotti marito di Fiorapace figlia del fu Antonio Brigoli erede di Nicolò Brigoli fatta ai Sindaci della Gabella del suolo terreno, ed edifici spettanti alle dette Dialta, Costanza e Fiorapace e cioè pertiche 13 piedi 86 posto in Bologna sotto S. Bartolomeo di Palazzo, confinante i beni e l’ orto dì Alessandro Gandolfi, la Piazzola Nuova rimpetto al Torrone, i beni di detta chiesa, e ciò in censo perpetuo, e per annuo affitto di lire 800, rogito Clearco Achillini.

Un rogito di Virgilio Gambalunga dei 6 agosto 1528 descrive nel modo seguente lo stabile del Gandolfi.

"Casa grande, ed una piccola di Bartolomeo e Stefano del fu Alessandro Gandolfi poste sotto S. Sebastiano in confine di pubbliche strade da due lati, degli eredi del fu Giberto Pii (o Pisi), da mattina della chiesa di S. Bartolomeo, e del conte Casio di Nicolò Brigoli da mezzodì, di Bartolomeo Mancino, e di Andrea pittore di Modena, mediante certa strada a ponente".

1574 6 Luglio. Concessione in censo fatta da Filippo Carlo Ghisilieri ai Sindaci della Gabella di pertiche 23 piedi 78 terreno con edifizi di stalla, corte ecc. Confinava la via pubblica rimpetto ai Castelli (Pietrafitta) da settentrione,la casa del capitano Marcantonio Malvezzi da mattina, la fabbrica di detta Gabella a ponente, e la casa di Michelangelo Sacchi da mattina. Per annuo censo lire 637 10, rogito Clearco Achillini.

Per i suenunciati contratti i Sindaci della Gabella Grossa pagavano annue lire 2787. 10 di censi, che col tempo furono francati.

La fabbrica della nuova Dogana secondo l’espressione in rapporto ai con fini dello stabile Ghisilieri era incominciata il 6 luglio 1574. L’ Architetto fu Domenico Tibaldi.

Il 16 marzo 1573 in prevenzione delle stipulazioni delle compre dei suddetti stabili era stato concesso al Collegio dei dottori, che per far il muro di piedi 59 in Pietrafitta cominciando dalla stalla del senatore Filippo Carlo Ghisilieri fino all’ angolo della via Oleari potesse prendere il suolo pubblico, che cadesse dentro la linea retta, e cioè di once 6 dalla parte del Ghisilieri, e di 18 nell’ angolo della predetta via Oleari. Parimenti dalla parte occidentale, e cioè dall’ angolo della detta via Oleari andando verso il torrazzo del Torrone tanto suolo quanto potesse capire dentro la linea retta per la lunghezza di pìedi 28 e cioè dalla parte superiore once 10, e nella inferiore dalla parte dell’ angolo 14 e levar il portico esistente in detta via Fieno, e Paglia.

Quantunque la fabbrica non fosse, neppure in appresso mai finita pure il 10 giugno 1575 cominciò a servire di deposito per le merci, ma i Gabelieri non vi presero posto che il 9 maggio 1576.

1622 24 Settembre. I Sindaci della Gabella comprarono da Orazio del fu Giuseppe Felice Ticinali alias Canobbi, le ragioni sull’enfiteusi del suolo, e terreno della chiesa di S. Bartolomeo di Palazzo per lire 1225 a rogito Innocenzo Costa.

Dentro la Dogana eravi una capella dedicata a S. M. della Presentazione che fu profanata nel 1798 per ridurla a magazzeno di sale.

Nel 1801 19 giugno la Dogana fu trasportata nel convento di S. Francesco. Il 18 ottobre 1806 questo locale fu provvisoriamente concesso per quartiere generale alla Guardia nazionale obbligata ad evacuare quello dei Servi destinato ad altro uso.

La fronte di questo edifizio verso questa strada è di piedi 78, e dalla parte di Pietrafitta di 142, e il fianco sulla via Oleari 131. Ora appartiene a figli del fu Mattei, il quale li 8 febbraio 1815 cominciò delle riparazioni verso ponente, e li 10 aprile anno stesso ridusse a bottega, porzione del loggiato d’ingresso a detta Dogana corrispondente all’antipenultimo arco del portico andando verso i Vetturini.

Finalmente si ricorda che negli anni 1824 e 1825 fu uniformemente ridotto tutto questo portico levando le botteghe, che l’ingombravano dalla parte della strada. È composto di 22 archi.

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Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

Santa Maria della Presentazione.

Oratorio posto nella Gabella nuova.

La vecchia Gabella era nella via di Betlemme; quasi rimpetto a quella delle Chiavature, in alcune case che il 19 luglio 1294 il nostro Reggimento comprò dagli Artenisi, o Beccadelli, per L. 7400.

Il 14 settembre 1752 fu quivi trasferita la Dogana, avendo i sindaci di essa comprata una casa da Alessando Gandolfì, e quindi fu incominciata questa bellissima fabbrica, per cui fu demolita la chiesa di S. Bartolomeo. L'architettura è di Domenico Tibaldi. Questa fabbrica, senza il portico, era lunga piedi 116, e larga altrettanto. Le merci vi furono trasportate il 10 giugno 1575.

Poco lungi di qui, nella via imperiale accanto al muro del pubblico palazzo, fu fabbricata nel 1565 la fontana con disegno di Tommaso Laureti, dove stavano acquaroli che vendevano l'acqua per la città. Serviva ancora al giardino di palazzo, che è di dietro al muro, e per tre bocche di leoni usciva acqua in tre gran vasi di macigno. Ora è trascurata affatto.

Nel 1798 fu tolto dal suddetto oratorio l'altare, poscia demolito, essendosi posto ad uso di magazzino di sale.

Il locale fu poi dichiarato demaniale, e il 18 ottobre 1800, col permesso del governo, fu accordato che provvisoriamente vi fosse il quartiere generale della guardia nazionale.