Apostoli, dalle "Cose Notabili..." di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani
La via detta degli Apostoli viene considerata in oggi quella strada che ha il suo principio dal Prato di Magone fino alla via detta Castellazzo: seguendo adunque questi confini, la via degli Apostoli è lunga pertiche 105. 07, ed ha di superficie pertiche 16. 44. 2.
Il nome di questa via fu quello degli Orti del Seminario.
L'antica via degli Apostoli cominciava dalla via delle Lamme e terminava al Prato di Magone.
Il suo nome l'ebbe dalla chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo apostoli, poi detta s. Maria della Purità.
In oggi l'indicato tratto di strada vien detto dal vicinato "Cul di Ragno". Dal Prato di Magone fino ad Azzo Gardino si disse via degli Orti del Seminario, denominazione che non può aver acquistata, se non alla fine del secolo XVI.
Via degli Apostoli a destra cominciando dalla strada delle Lamme.
Il tratto dalla via del Castellazzo al Piazzaletto di Azzogardino si disse e si dice ancora via delle sette Porte, o sette Casette.
Via degli Apostoli a sinistra entrandovi per la via delle Lamme.
N.1244. Rosso dalla Volta del Borghetto, e Marenzo o Marengo, suo figlio, comprarono li 19 febbraio 1275 da Dondidio e Michele di Benedetto da Rovereto una casa in Bologna nel Borgo degli Apostoli sopra terreno di s. Colombano al prezzo di lire 15; confina essa con quella di Brunello da Gesso ed il Canale Naviglio. Rogito Macarino di Folco.
1298. Alli 22 agosto. La stessa casa era di Guido, di Giacomo e di Pietro Ricco da Roffeno, che la lasciò ad Agnese sua moglie, come risulta da rogito Michele d'Ambrosino.
Li 20 marzo 1625 l'ornato permise al conte Napoleone Malvasia di far portico avanti la sua casa nella via degli Apostoli, lungo pertiche 24, largo piedi 5, che poi non fu fatto. Pare che li Malvasia fossero proprietari di questo stabile fino dal 1602.
Nell'inventario legale dello Stato Torfanini, fatto a rogito di Domenico Albani, vi è compresa la casa detta Palazzina, con Orto, nella via degli Apostoli, che confina a levante colla riva del Cavadizzo, a ponente colla via degli Apostoli, a settentrione coll'orto. L'edifizio fu valutato lire 4500, e l'orto lire 2500. L'uno e l'altro furono assegnati a Giacoma del fu Giuseppe Ticinali Canobbi, vedova di Gabriele Torfanini; rogito Filippo Carlo Zanotti. Quest'orto e fabbricati, secondo un rogito di Filippo Carlo Zanotti del 18 aprile 1652, apparteneva all'eredità della sunnominata Giacoma Canobbi Torfanini; fu posseduto da Carlo Bolognetti e da Silvia Margarita Canobbi Jugali, che Io vendette al senatore Vincenzo Enea Magnani li 7 giugno 1657 per lire 7000, rogito Alberto Millioli; ed in quell'atto di vendita si dice essere beni enfiteotici del Decanato di s. Colombano, come si è detto che lo erano anche del 1275, per cui si pagava l'annuo canone di baiocchi 15. 03.
Il marchese senatore Paolo Scipione Magnani fabbricò questo casino o palazzetto, alzandolo a modo che sette finestre potevano guardare entro la clausura del monastero delle Cappuccine; quindi fu obbligato li 22 ottobre 1741, di alzare il muro circondariale di detto Convento, per quella lunghezza che potesse togliere questa servitù alle dette monache; rogito Tommaso Lodi Notaro Arcivescovile. Dai Magnani passò per eredità ai Malvezzi Lupari, e da questi agli Ercolani e Ranuzzi, nei quali furon maritate le eredi della suddetta ricca famiglia.
N. 1246. Orto del fu Pietro Aldrovandi, di tornature 1. 40.