N.2116 - Resti della Chiesa di S.Giovanni Decollato.

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Terminato il portico della montagnola , cominciava un piazzaletto nel quale vi era la Chiesa di S. Giovanni Decollato segnata N. 2116, i due Cimiteri della Morte, e della Vita, e l'avanzo della fabbrica dell'Ospedale di S. Giovanni Battista degli appestati.

La Chiesa di S. Giovanni Decollato fu fondata dalla Compagnia della Morte nel 1350, e continuossi a dire anche nel secolo XV, chiesuola della Giustizia.

Nel testamento di fra Antonio Oselli del terz' ordine degli Umiliati governatore di S. Bernardo fatto li 22 maggio 1381 a rogito di Filippo Filippini vi è il lascito di scudi cento d'oro da spendersi ulteriormente nella Chiesa di S.Giovanni Battista edificata sopra il campo fuori della Città di Bologna dove ha luogo l' estremo supplizio. Questo rogito ci apprende che questa località si riteneva per esser fuori della Città, e che a quei giorni l'esecuzione del taglio della testa era riservata per la Montagnola, (1) mentre quella del laccio si faceva alla ringhiera del palazzo del Podestà.

Da un manoscritto originale in pergamena esistente nella biblioteca dell'Istituto intitolato "Questa si è la forma, el modo, come si debbono ordinare, et disporre quelle persone che deno andare a confortare, et a consolare le persone indicate a morte posteriore al 1390" Si raccoglie:

1. ° Che li Battutti della Compagnia della Morte davano la nuova al condannato nella sua prigione presenti gli altri carcerati.

2. ° Che nel carcere stesso si faceva conforteria, non assentando gli altri prigionieri.

3. ° A giorno si disponeva il paziente alla confessione.

4. ° Confessato si portava il viatico al condannato nella sua carcere.

5. ° Si presentava il Cavaliere non era il carnefice, perchè più abbasso vien chiamato Manigoldo.

7. ° Sortendo il condannato dalla carcere, il Confortatore gli stava a dritta e il compagno a sinistra.

8. ° Montava alla ringhiera del palazzo del Podestà, ove era letta al condannato la sua sentenza. Durante la lettura della sentenza era ufficio del Consolatore di confortare il condannato ad altissima voce, acciò non intendesse la lettura della sentenza, poiché era accaduto sovente, che sentendosi condannare per fatti o non commessi, o non confessati se ne lagnava, pretendeva giustificarsi, e succedevano inconvenienti, che si vollero evitare impedendo, che nulla intendesse della sua sentenza.

9. ° Nel tempo che il Paziente rimaneva sulla ringhiera si celebrava la messa sulle scale di S. Petronio.

10. ° Discendeva dal palazzo dov' erano le carceri , faceva un giro per la Piazza, e poi si conduceva alla Chiesuola della giustizia dov' erano li Battuti della morte. Sull' uscio della Chiesuola si faceva inginocchiare , si celebrava la messa, gli si levava il capuzzo, poi si faceva incaminare a! patibolo sul Monte del mercato dove arrivato. si riconciliava.

11.° La giustizia si eseguiva col Zeppo. — Li scucivano il cupetto, poi Io facevan mettere in ginochion per metter gioso la testa, poi li conzavan la telladura suso el collo, nel qual tempo se gli faceva bacciare la tavoletta per chinar il capo, et quando el se chinava accostava la gola al zeppo, e la telladura li toccava al collo, e non si poteva più alzare, e cosi viene ad essere spaziato al primo tratto; che sel tien alto el collo, ben e spesso per lo sinestro le forzelle se sono averte, e per questo si sono stentadi; poi il Manigoldo alzava el mazzo, e percoteva la telleradura, ed alcune volte succedeva che bisognava dare più colpi, e sono stentadi.

Dopo questa digressione ritornando a S. Giovanni Decollato si rinnovò la capella maggiore nel 1765, si allungò la Chiesa di sei piedi nel 1771 , e si riaprì li 26 febbraio 1776. Nel 1783 fu fatto il campanile. Li 16 agosto 1808 fu soppressa la Chiesa, e murata la porta. Li 1 agosto 1809 si cominciò a demolire il campanile, e le adiacenze della Chiesa , poi la Chiesa stessa lasciando però in piedi la capella maggiore. Servirono i materiali per costruire il muro che sostiene il terrazzino della Montagnola dalla parte della mura di Galliera. La cappella maggiore fu demolita nel 1820 all' occasione che si fabbricò il nuovo Gioco del Pallone.

Presso la detta Chiesa vi era l' Ospitale di S. Giovanni Battista degli Appestati, detto anche del Morbo Epidemico, del quale ne fu decretata l'erezione li 11 giugno 1453, e fabbricato nel 1454 nel qual anno il Comune accordò L. 500 per le spese di costruzione. Li 11 marzo 1506 fu sopresso, e poi trasportato a S. Gregorio fuori di porta S. Vitale. Giulio II con Bolla del 17 dicembre 1508 ordinò l'atterramento del Lazzaretto perchè era di ostacolo alla fabbrica del Castello di Galliera. Compensò il Pontefice il Comune coll' unire alle rendite dell' Ospitale del morbo quelle della soppressa Abbadia de SS. Naborre, e Felice.

Una piccola porzione però di questo locale rimasta in piedi servì a fornace per la fabbrica dei vetri (impiantata già nelle vicinanze dell'ospitale della morte) dal 1531 al 1583. Li 8 febbraio 1572 fu affittata a Floriano Dolfi, e Soci, e nel contratto si dice confinare colla Chiesa di S. Giovanni Decollato, con li beni della Compagnia dell' arte della lana consistenti in una pezza di terra , colla via pubblica da due lati. In questo contratto di affitanza era compresa una pezza di terra di una tornatura, sopra la quale erano edificate le forche per appiccare, e che confina la strada da tutti i lati.

In altra designazione di confini si dice: "Campo o moreda del sacrato di S. Giovanni del mercato, e abitazioni sopra la predetta Chiesa di S. Giovanni confina a ponente la montagna del mercato, a levante la via del Canale delle moline, e a mezzodì il prato dell' arte della lana".

Resta di dire qualche cosa sui due Cimiteri degli Ospitali della Morte, e della Vita. Il più prossimo alla Chiesa di S. Giovanni Decollato era quello della Morte circondato da muri, che forse sarà stato qui stabilito poco dopo la fondazione dell' Ospitale. In questo ed in luogo appartato erano sepelliti i cadaveri dei giustiziati.

Quello della Vita era diviso da' quello della Morte da un muro. Questo pure era contornato da muraglie. Li 6 marzo 1599 furon concessi alla Compagnia della Vita piedi 17 di suolo nella piazza del Mercato dove sono arbori a mezzodì, presso il Cimitero di S. Giovanni del Mercato, e tre piedi a settentrione per farvi il sepolcro. Questa concessione fu però poi ampliata , concedendo estensione maggiore.

Quando faceva mestieri di vuotar le arche delle parrochie di Bologna si trasportavano le ossa, e le ceneri di quei defunti in questi due Cimiteri , per cui potevasi considerare esser questo il deposito generale di tutti i cadaveri della Città.

Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

San Giovanni Decollato.

La chiesa di S. Giovanni Decollato fu chiusa il 16 agosto 1808, e ne fu anche murata la porta.

Per l'ingrandimento della Montagnola furono sepolti i due cimiteri della Vita e della Morte, ed atterrata la detta chiesa non che parte dell'antico ospedale detto delli Appestati, servendosi dei materiali, per fare il gran muro di sostegno al terrapieno della Montagnola dalla parte delle mura di Gallera. Questo atterramento si incominciò il primo agosto 1809.

Oltre ai predetti materiali ne furono forniti al detto muro mercè demolizione del più antico ponte che fosse sopra Savena finito nel 1330, che era sopra il torrente detto Savena vecchia fuori di porta Maggiore, distruzione che fu fatta in quei giorni.

La chiesa di S. Giovanni Decollato non era molto grande, ma bensì di forma elegante e svelta.

L'antichissima colonna che era nel cimitero della Vita e che era già nella piazza grande nei secoli passati, fu trasportata nella Certosa.

Presso S. Giovanni Decollato nella Montagnola vi era il cimitero dei giustiziati.

Le esecuzioni si sono fatte nel Campo del Mercato fino al 1507, poi alli finestroni del Palazzo del Podestà. Nel 1604 si cominciò a far giustizia sulla Piazza Maggiore con ordigni e scale. Nello stesso anno si cominciò a dar la corda sopra il voltone delle prigioni del Podestà, che prima si dava alla ringhiera del predetto palazzo.

Il Campo del Mercato era pieno d'alberi, cespugli, e spine.

Fu accomodato nell'anno 1219 per farvi il mercato delle bestie grosse, che prima aveva luogo davanti a S. Bartolomeo di Reno.

Il suddetto campo dove si faceva la fiera, era lungo piedi 936, e largo piedi 310.

La Montagnola fino alle mura di Galliera è lunga piedi 1300, e larga più di piedi 700.

Nel 1300 fu concesso dalla Repubblica, che otto giorni prima, e otto giorni dopo S. Petronio, vi si tenesse una fiera franca eccetto che per il sale.

In mezzo alla detta piazza eravi una croce, o capella, dove durante la fiera vi si diceva ogni giorno la messa.

La residenza dei due giudici, e le botteghe erano di legno.

In tempo di fiera niuno poteva aprire bottega, salvo quelli che nella piazza di S. Stefano vendevano candele di cera, per servizio delle reliquie di S. Petronio.