Mellone (di)

Cotesti partigiani de' lambertazzi veggonsi intervenire siccome anziani a due atti del comune nel 1249 e si trovano di nuovo anziani quarant' anni dopo. Benvenuto era rettore della montagna nel 1254 (1).

Un atto del 1271 fa conoscere che la famiglia di Mellone aveva una torre, da' nostri scrittori ignorata, e ne fa nota eziandio la situazione. È l' atto col quale il sopraddetto Benvenuto Mellone, ritenendo per sè una parte delle proprie case situate in via Castiglione, ne assegna il rimanente al figlio Niccolò. La parte serbata da Benvenuto è l'anteriore della casa volta al tramonto e comprendente la torre e la corte, con le porte d' accesso (2) presso la strada che va al Cambio ed alla croce di strada Castiglione. Ora essendo questi i due punti estremi ed opposti, dovrà intendersi che da un lato la strada va al Cambio (ossia a quel tratto di strada Castiglione frapposto alle vie delle Chiavature e delle Caprerie, detto così perchè là avevano i banchi e la residenza sociale i cambiatori o prestatori di denaro) e che dall' altro lato va alla croce di Castiglione, situata nel crocicchio di via Ponte di ferro. La qual parte di case ceduta a Niccolò era al di là della torre, presso la via detta paese, e a mezzodì presso gli eredi del già Azzolino Tettalasina (3). Ma poichè la via paese, chiusa nel 1382, separava il palazzo merlato dei Pepoli dalla casa con portico che fa angolo con la Volta de' Sampieri (4), ne viene che la torre della famiglia Mellone sorgeva sull' area occupata poi dall' anzidetto palazzo cominciato da Taddeo Pepoli nel 1345, nel quale furono comprese anche le case dei Tettalasina.

(1) Ghirardacci, Hist. v. 3, pag. 281. Savioli, Ann. v. 6, pag. 251, 261.

(2) Si è veduto che anche la corte dei Galluzzi aveva porte.

(3) Docum. n. 68.

(4) Guidicini, Cose not. v. 1, pag. 317.