Caprarie (Via)

Via Caprarie.

Continuazione di via degli Orefici (angolo via Calzolerie, via Drapperie) a piazza della Mercanzia.

Quartiere Santo Stefano.

Prima documentazione dell'odonimo: 1583 (Caprarie).

Questa era l'antica Strata de Beccaris (estimi 1296/97).

Il Guidicini (I,190) affermò (senza citare la fonte) che anticamente questa era la Ruga degli Scannabecchi, forse (è la spiegazione del Guidicini) detta così dalla vicina chiesa di San Damaso degli Scannabecchi o forse dalle case di questa famiglia, presenti in questa via. Per la demolizione di queste case fu poi detta Guasto dei Beccari.

Lo Zanti per primo parlò di Beccarie o Caprarie, mentre il Banchieri si limitò a via di Bcar.

Nella pianta dell'Aretusi questa è la Ruga de Speciali.

Dal Mitelli in poi fu sempre chiamata Caprarie con l'unica eccezione del Salaroli che la descrisse come Beccarie, detta anche Guasto del Beccari, in antichità Ruga degli Speciali. Come via Caprarie è arrivata fino a noi.

In realtà, come appare evidente, questa via prese il nome dall'arte dei macellai che aveva la sua sede circa a metà della via Caprarie, sul lato meridionale. Questa sede andò completamente distrutta con gli sventramenti dell'inizio del XX secolo che portarono all'allargamento di via Rizzoli.

Che si sia chiamata Ruga degli Scannabecchi è assai probabile, ma Scannabecchi è sinonimo di Beccari, ovvero macellai, e la famiglia Scannabecchi prese quasi certamente il cognome dall'arte che esercitava. Caprarie e Beccarie sono sinonimi, quindi l'unica voce "fuori del coro" è la Ruga degli Speciali, documentata per primo dall'Aretusi.

Un rogito del 29 agosto 1455 di Francesco Caravita cita una strada detta Speziaria nei pressi della Gran Beccaria (macelleria). Evidentemente la presenza di una spezieria (oggi la chiameremmo farmacia) diede nome almeno al tratto di strada dove questa era.

Sul lato destro, venendo da via degli Orefici, appena passata la residenza dell'arte dei Beccari, c'era un voltone che immetteva in un vicolo (oggi non più esistente) che proseguiva a sud per poco più di venti metri, per poi curvare ad angolo retto verso est e sbucare dove via Castiglione confluisce in piazza della Mercanzia.

Questo vicolo era chiamato Betlem o Betlemme o via del Carrobbio. Odonimo di semplice comprensione sapendo che costeggiava il lato meridionale della chiesa di Santa Maria di Betlemme o del Carrobbio.

Di questo vicolo Betlem è rimasta traccia visibile su via Castiglione.

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.

Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).