N.737,736 - Case già Paselli

Case dei Paselli, con colonne di legno, che passarono ai suoi eredi Bianchini, poi ai fratelli Malaguti. Queste case avevano comunicazione colla via larga di S. Maria Maggiore N. 814 dove fu fabbricata una nobile facciata dai Paselli, come si dirà in seguito, ma siccome prima della suddetta fabbrica i Paselli avevano il principal ingresso in Schiavonia, cosi si daranno adesso le notizie che si sono potute raccogliere in proposito.

Li 4 marzo 1469 Pietro Antonio di Giacomo Paselli comprò da Cola di Petronio di Bonmartino due case unite sotto S. Maria Maggiore nella via dal Pozzale. Confinavano la via pubblica da due lati, ed il compratore, pagò L. 200 , rogito Antonio Cavazza.

Da una divisione seguita nel 1495 risulta che i Paselli avevano in Bologna questa sola casa che confinava con Michele di Pellegrino Merzaro e con strade davanti e di dietro.

Susseguentemente sotto li 20 aprile 1513 si trova che Agostino Paselli, e Diamante di Gaspare Raiba, assegnarono a Pompilio di Battista Vinciolini da Faenza una casa sotto S. Maria Maggiore in confine dei Girabelli a oriente di Galeazzo Paselli a occidente e questa per dote di Camilla loro figlia in prezzo di L. 700. Rogito Eliseo Mamellini.

1545 29 Maggio. Il Senato concedette suolo pubblico sotto S. M. Maggiore a Galeazzo Paselli, e nipoti, per drizzare la facciata della loro casa presso le case e i portici di Achille Rustighelli, di ser Pellegrino Sassoni di Galeazzo del fu Ulisse Malvezzi, dei figli di Baldassare del fu Alessandro Dolfi, e del figlio di Bernardino Muratori, quali pure come vicini intesero fabbricare e drizzare le loro case. Fu permesso al Paselli di poter edificare un ponte sopra il canale di Reno, che arrivasse rimpetto la chiesa dei putti di S. Bartolomeo presso la casa di Cesare Fiorini da occidente, e la casa dietro il tintore a oriente.

I Paselli si dissero Danielli e credonsi originari di Varignana. Furono fatti cittadini del 1350 e da un Pasello Danielli, mutaron cognome. Sul principiare del secolo XVII esistevano tre rami Paselli che tutti quasi allo stesso tempo si estinsero in Francesco di Giulio Cesare padre di Lucio che si fece Certosino. Testò li 21 febbraio 1623 a favore di Prospero Bianchini di lui cognato in causa di Damigella o Domicella d’ Ulisse Bianchini di lui moglie, per cui i Bianchini si dissero Paselli. Morì esso li 30 maggio dello stesso anno.

Astorre di Lucio morì li 14 maggio 1665 senza successione, finalmente Giulio Cesare di Francesco mancò anch’ esso nel 1615 senza figli. In questa casa vi abitò il celebre abbate Fornasari lettor pubblico, che fece un vitalizio coi padri di S. Martino e vi morì alle ore 7 ne‘ la notte del 15 ottobre 1692; poi fu venduta ai fratelli Malaguti per lire 1500 dalla contessa Olimpia del conte Prospero Bianchini moglie del conte Pietro Aldrovandi, inclusivamente alla parte che resta nella via larga di S. Maria Maggiore.